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Quelle parole “buone” per convincervi a non abortire

Grazie ad Alessandra che ci ha segnalato e autorizzato a ripubblicare questo pezzo. Buona lettura!

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Da La Nazione Indiana:

Uno nove quattro

di Alessandra Carnaroli

(da Cangura, raccolta inedita di racconti)

Secondo stime recenti nel mondo
ci sono ogni anno 26 milioni
di aborti legali.
Sebbene sia
quindi
un’esperienza frequente,
è ancora oggetto di diatriba.*

Oggi è la giornata della vita, facciamo in modo che la vita sia sempre rispettata in qualunque modo si manifesti, la vita è un dono e come tale va accolto e rispettato al di là dei nostri egoismi. La chiesa ha sempre sostenuto che dall’amore responsabile di due persone può nascere una vita. Sono convinta che si debba fare educazione alla vita alla sua bellezza pur nella difficoltà.
Sei sicura di voler abortire in questa giornata? È il 3 febbraio oggi, non sei arrivata qui in un giorno qualunque, magari è un segno di gesù che ha altri progetti per te. Vuoi essere nei suoi progetti oppure no? Bisogna che ci pensi bene, è una scelta importante o dentro o fuori, lo sai cosa c’è fuori?

Continued…

Posted in Anticlero/Antifa, Narrazioni: Assaggi, Omicidi sociali.

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Quell’aggravante per “femminicidio” che piace tanto alle donne di destra

Da Abbatto i Muri:

Ecco da quali culture arriva e quali sensibilità intercetta l’aggravante per femminicidio. Securitarismi. Donnismi. Repressione che non serve a niente invece che prevenzione e cultura. Bella pensata davvero il “carcere duro” per i cadaveri, giacché la maggior parte degli uomini che uccidono le donne poi si suicidano. Poi vorrei capire: se in una coppia lesbica un@ dei due uccide l’altr@, così come è successo, tocca l’aggravante oppure no? Se viene uccisa una trans che si fa? L’aggravante vale tenendo conto del sesso delle vittime o di quello di chi uccide?

Il Ddl presentato da Mussolini e altri/e spiega esattamente in che contesto si inserisce questa modalità di approcciare la questione. Dopodiché, mi raccomando, continuate a concepire un welfare che condanna la donna solo ai ruoli di cura mantenendola in stato di dipendenza economica per mancanza di reddito e possibilità di realizzare la propria autonomia. Poi continuate a partecipare ai family day e alle marce per la vita e quando si parla di donne limitate nella scelta di prodursi o riprodursi quando preferiscono, limitate sempre nella loro autodeterminazione quando scelgono di vivere una sessualità non etero, limitate nella scelta di migrare, votate sempre contro.

Così come per la Convenzione di Istanbul siamo ai provvedimenti di facciata che nulla risolvono e che affrontano il problema nella maniera più autoritaria, inefficace e sbagliata che ci sia.

Allo stato attuale sappiamo che l’antiviolenza istituzionale normalizza la lotta contro la violenza affinchè tutto resti così com’è. Sappiamo che l’antiviolenza di Stato dice di difendere le donne ma ne reprime l’autodeterminazione.

Sappiamo che qualunque discorso esca fuori da questo coro conservatore di gente che esalta i ruoli delle donne come cultura patriarcale vuole viene bollato come “sbagliato”.

Che questa storia del Femminicidio viene usata anche come arma di distrazione di massa oltre che come brand per acquisire consenso elettorale (salviamo le “nostre” donne… e diamo una passata di pulito sul “governo”… yeah!).

Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, Critica femminista.

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Lei che si ribella e lui che si difende

Da Abbatto i Muri:

Lei ha il corpo in costante posa di rivolta. Muscoli tesi, nervi scoperti, qualunque cosa accada è giusto ribellarsi.

Lui è all’apparenza un uomo mite, sereno e sicuro di se’. Invece è in posa di difesa. Ogni affermazione dell’altra a lui sembra un attacco. Orientato contro di lui. Ogni gesto d’autonomia a lui sembra una sottrazione di autorevolezza, spazio, come fosse un modo per minare la sua sicurezza.

Lei si ribella e lui si difende. Mi sono detta che deve dipendere dal fatto che lui si senta l’obiettivo di quella ribellione. Colui il quale andrebbe sconfitto. E non capisce che in realtà la diffidenza è misurata nei confronti di chiunque non riconosca il valore di quella rivolta.

Non è contro di te… vorrei fosse con te…” – diceva lei.

Ma sono io quello che ti vede tutti i giorni vestita da soldato con le armi sempre in pugno… se anche non ce l’hai con me è me che intimidisci…

Sei sempre il solito egocentrico… io faccio qualcosa per me e tu pensi che lo faccia contro di te… perché tu non mi vedi? Perché devo sentirmi così sola?

Tu non sei sola… però fai di tutto per esserlo perché mi confini nello spazio di chi può solo esserti compagno d’armi o nemico…

Lei non aveva mai pensato che la sua ribellione fosse percepita come ostacolo alla vicinanza. Diceva sempre “tu non hai nulla da temere… non sei come loro…” ma era già pronta a silurarlo, diffidente, se lui per puro caso esprimeva qualche contraddizione o non si comportava esattamente come lei avrebbe voluto.

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Posted in Narrazioni: Assaggi, Pensatoio.

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