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Tranquille, rinfoderate i forconi: gli stupratori periranno tutti!

indignatiDa Abbatto i Muri:

Nel 2012 attraverso una sentenza di Cassazione i giudici misero in discussione il dispositivo della carcerazione preventiva – per chi era indagato per il reato di violenza sessuale – deciso con un provvedimento del Ministero alle Pari Opportunità retto da Mara Carfagna ai tempi in cui lo “stupro” in chiave etnica diventava tema sul quale si esercitavano teorie politiche securitarie e razziste.

La carcerazione preventiva non può avere niente a che fare con il nostro sistema giuridico che è un tantino più garantista di quello autoritario propagandato nei film americani in cui basta un’accusa e finisci in galera senza che tu abbia neppure il tempo di difenderti.

La norma era dunque incostituzionale e come tale fu chiaramente ridimensionata. Gli anni dell’emergenza violenza sulle donne alimentati dalla destra e da un pezzo di centro/sinistra securitario e giustizialista avevano comunque lasciato traccia nella cultura che riguardava perfino mondi femministi non sospetti dove a momenti donne di sinistra e fasciste sembravano (in qualche caso lo sembrano tuttora grazie alla deriva securitaria dei movimenti…) parlare esattamente lo stesso linguaggio. I media avevano già colto quello che ora definisco in termini di brand che produceva indignazione, audience e accessi e quella notizia fu data con tutto il carico di sensazionalismo immaginabile dove mettere in discussione la carcerazione preventiva finiva per sembrare libertà e impunità per tutti gli stupratori.

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Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista.

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La Regione Sicilia revoca le revoche contro il MUOS

revocarevocheDa InfoAut a proposito del Muos di cui vi abbiamo parlato ampiamente QUI:

La Regione Sicilia revoca le revoche contro il MUOS

“Revoca dei precedenti provvedimenti di revoca”: questo l’incredibile oggetto dell’atto, nella foto a lato, con cui la Regione Sicilia dà il suo via libera alla prosecuzione dell’installazione del MUOS nella base militare US navy a Niscemi.

Il giorno prima dell’udienza in Corte di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana (che svolge il ruolo di organo di appello ricoperto nel resto d’Italia dal Consiglio di Stato) è così arrivato questo provvedimento che svuota di fatto il merito del contenzioso che si era aperto tra Regione e Ministero della Difesa, permettendo allo stesso Ministero e all’esercito yankee di uscire dall’impasse nella quale si erano ritrovati.

Dopo la scorsa sentenza del TAR che confermava la legittimità delle revoche alle autorizzazioni ambientali, infatti, sembrava profilarsi una sonora batosta legale per il ministero della guerra. In suo soccorso ecco quindi accorrere il figliol prodigo Crocetta e i suoi fidati funzionari della Regione e dell’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente. Non che fino ad ora tali procedimenti avessero effettivamente bloccato i lavori per l’ultimazione delle antenne ma questa “revoca delle revoche” pone definitivamente in chiaro quanto scarse siano le opposizioni istituzionali di fronte agli interessi strategico-militari dell’esercito statunitense. Pone in chiaro anche quanto fasulle siano state le prese di posizione di Crocetta e del PD, frementi di ricevere le scontate parole dell’ISS per poter mettere fine a questo spinoso contenzioso col governo nazionale.

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Posted in NoMuos, Omicidi sociali, R-esistenze.


Le pari opportunità che non vorrei

Da Sopravvivere Non Mi Basta:

Sono giorni che continuo a pensarci. E più ci penso e più mi sale il vomito. L’intervista a Marta mette in luce ciò che sappiamo tutt@, Genova è ovunque vi sia resistenza. Ma una frase, di quella testimonianza, continua a martellarmi nel cervello.

“Una poliziotta, la ricordo bene, una poliziotta con i capelli biondi mi ha sputato e mi ha chiamato puttana più di una volta”

La violenza è violenza e che te la faccia una donna o un uomo non cambia nulla. Ma questa frase mette in luce quello che alcune di noi dicono da tanto tempo, ovvero che gareggiare per ottenere potere/prestigio all’interno di un sistema fascista come il nostro è follia.

Quando parlo di pari opportunità mai penso a questo. Mai lotterei per permettere alle donne di avere “l’opportunità” di partecipare alla violenza di stato. La sola idea mi fa star male. Per alcune donne, però, questa è una vittoria. Quante si rallegrano quando leggono notizie come: “l’accesso all’esercito ora è esteso anche alle donne” o “nelle forze dell’ordine il numero delle donne aumenta”? Quante vogliono una maggiore presenza delle donne ai posti di comando?

Eh sì, secondo alcune, avere una fica ti rende immune dal fascismo, dal razzismo e dal sessismo. Ma è una cazzata e la realtà ci dice ben altro. Avere una fica non vuol dire nulla se non che si è percepite come soggetti subalterni. A questo destino di sottomissione ci si può ribellare, anzi ci si deve ribellare, ma c’è chi lo fa pensando a sè stessa, ad una carriera che vede decollare, e chissenefrega se lo fai sulla pelle delle altre, e chi invece rifiuta il potere e decide di lottare dal basso e di rimanerci.

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Posted in AntiAutoritarismi, Critica femminista, NoTav, Omicidi sociali, R-esistenze.