Terragni dice che non è omofobica (anzi scrive che querela chi lo afferma) e personalmente non ho alcuna ragione per non crederle. Penso però che la sua maniera di non essere omofobica diventi normativa per le donne e gli uomini, tutti. Vorrei commentare un suo post che ragiona di figli e genitori omosessuali.
Scrive a Scalfarotto e tira fuori la storia di un ovocita fecondato con il seme di un amico gay. L’ovulo fecondato sarebbe stato impiantato nell’utero (in affitto) di un’altra donna e a fine gravidanza ecco che l’amico gay ha un figlio. Mentre Terragni parla della faccenda descrive la “madre” in quanto vittima da difendere e sostenere, perché sarebbe stata spezzata in due, divisa dal figlio (e il figlio dalla madre) e quest’ultimo sarebbe stato consegnato nelle presunte grinfie di incostanti e inaffidabili tate. La Terragni racconta che il rapporto col suo amico è andato in pezzi perché lei si oppose a quella scelta e lui perseguì ugualmente il suo obiettivo.
La tesi della Terragni è la seguente: “un uomo, di qualunque orientamento sessuale, etero o gay, non ha il diritto di portare via un bambino alla madre, di recidere quel legame (anche se la madre è d’accordo(…)). Non sto parlando di genitorialità gay: sto parlando di uomini che si fanno fare bambini dalle donne e glieli portano via (non è il caso, come ti sarà chiaro, di una lesbica che mette al mondo un bambino, perché lì il legame è preservato, tra le due pratiche non c’è simmetria). Qui c’è misoginia, qui c’è odio per le donne. Qui c’è questione maschile. Naturalmente quello che dico è opinabile, ma io ci credo fermamente, così come credo fermamente nell’esistenza di una differenza sessuale.”
Vorrei capire dove sta la differenza, in questo caso, con le tesi di persone che si oppongono all’aborto, ovvero quelle che immaginano che l’embrione abbia una scelta e che le donne debbano essere necessariamente traumatizzate dal distacco. Qual è la differenza tra chi dice che embrione e madre risentiranno in eterno di quel legame spezzato e quello che afferma la Terragni? Se è vero che è necessario riaffermare l’autodeterminazione dei soggetti, a che serve fruire di una delle rare battute della Butler a conforto delle tesi del femminismo della differenza per poi schiacciare donne e uomini negli stessi ruoli di genere di sempre?