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Di carcere, stalking e propaganda sulla pelle delle vittime di violenza

Da Abbatto i Muri:

No, i denunciati per stalking non finiranno in carcere prima di un processo e questo circo estivo celebrato sulla pelle delle donne vittime di violenza e che ragiona di decreto svuota carceri come del momento in cui si ripristinerebbe il senso di giustizia (giustizialista) di varie destre (quelle che sfruttano il panico morale esasperato sulle questioni di violenza sulle donne) è veramente osceno.

Prima vi hanno detto che il decreto svuota carceri dava agli stalker la possibilità di stare fuori dalla galera. Si parlava di custodia cautelare, la carcerazione preventiva, quella assegnata in caso di estremissima pericolosità a mafiosi e terroristi e che viene assegnata ai poveri, migranti per lo più, sepolti vivi in carcere in attesa di un processo, poi rimessi in libertà per limiti di tempo che la custodia cautelare ha.

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Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, Pensatoio, R-esistenze.


Il “corpo delle donne” e la necrofagia dell’antiviolenza

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Da Abbatto i Muri:

E’ appurato che la campagna antiviolenza Yamamay sia pessima e che pessima sia l’idea di mercificare (rendere un brand) la questione della violenza sulle donne senza neppure consultare le donne che di comunicazione su questo tema sanno veramente molto. Ma di quello che penso in proposito ho già scritto QUI e QUI. Ora vorrei analizzare un fatto curioso. Di come il parere positivo rispetto a questa pubblicità progresso coincide con il parere negativo dedicato al momento in cui una donna viva sceglie di vendere il proprio corpo, in foto, video, concretamente.

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Telefonia divina e la “vera” felicità delle donne

Da Abbatto i Muri:

Costanza Miriano discute amabilmente del più e del meno (via blog) con Ritanna Armeni. La Armeni ha scritto un pezzo su Il Foglio per dire quanto il Papa sarebbe ultra moderno e la Miriano, sempre su Il Foglio, le ricorda, più o meno, che non servirebbe un Papa innovatore perché la Chiesa non sarebbe comunque affatto misogina.

Tentare di calarsi sul terreno che ragiona sui livelli di umanità di una istituzione patriarcale non mi sembra il caso. Da atea e laica ho la mia precisa idea in proposito ma ciascun@ è libera di praticare il proprio credo e io devo rispetto a questa esigenza. Quello su cui sono chiamata a intervenire è ciò che mi riguarda, in quanto donna, femminista, in quanto persona, sul corpo della quale viene imposto un ruolo quand’anche uno stigma nel bel mezzo delle disquisizioni su quanto c’è di bello nella chiesa per chi la chiesa la sceglie come punto di riferimento per se’.

Miriano elenca una serie di nomi di donne felicemente in sintonia con la Chiesa e poi scrive:

Sono donne in pace con la loro femminilità, che sanno che la loro grandezza è diversa da quella dei maschi (si può ancora dire? discrimino?), maschi che proprio a loro sono affidati, come l’umanità tutta – scriveva Giovanni Paolo II – in modo speciale da Dio.

È questo il potere delle donne, che è diverso da quello maschile: l’uomo sottomette, la donna seduce, cioè porta a sé, e sono due forme di potere che possono essere usate per il bene o per il male (spero che questa rozza ed elementare distinzione non offenda nessuno, ma si sa, noi cattolici siamo un po’ sempliciotti, al bene e al male ci crediamo ancora).

Conosco invece moltissime donne ingannate dalla vera misoginia, quella del femminismo, ma qui dovrei cominciare a srotolare un lunghissimo papiro, andando fuori tema.

Parto dalla fine: la vera misoginia sarebbe quella del femminismo, cioè la mia. E mi piacerebbe davvero leggere il papiro della scrittrice per fornire un papiro altrettanto lungo di motivazioni per cui io mi sento odiata a partire da affermazioni come questa.

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Posted in Comunicazione, Critica femminista, Pensatoio, R-esistenze, Sessismo.