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#decretofemminicidi: sessismo, razzismo e carcere preventivo!

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Da Abbatto i Muri:

Il Governo decide le norme sul femminicidio, inserite in un decreto legge che contiene anche disposizioni anche in materia di ordine pubblico, Protezione Civile e gestione delle Province. Intorno al 20 agosto il Dl approderà alla Camera per convertirlo in legge. Le norme di contrasto alla violenza sulle donne erano state anticipate nel corso della discussione sul decreto SvuotaCarceri. Tante polemiche e la richiesta di una più lunga discussione furono causa di un rinvio ad altra occasione. C’era in quel momento ancora una Ministra per le Pari Opportunità che aveva intrapreso un dialogo con donne e associazioni che da tempo si occupano di violenza sulle donne e in primo luogo si parlava di norme preventive, la realizzazione di un Osservatorio che fosse utile a fornire dati sui quali poi elaborare un piano preventivo e di contrasto. La taskforce che vedeva insieme ministro dell’interno, di giustizia, pari opportunità e lavoro fu arricchita di una consulente per la violenza di genere che il Ministro Alfano individuò in Isabella Rauti. L’idea di Alfano/Rauti/Cancellieri era comunque quella concretizzata nell’attuale Decreto Legge in cui non sono dedicati passaggi che parlano di un Osservatorio, di prevenzione, sostegno alle reti territoriali, educazione.

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#NoMuos mafiosi? #Crocetta: la mafia sta altrove!

La mafia tra i/le #NoMuos? Come dice il mio amico Sebastiano qui non si accettano lezioni di antimafiosità proprio da nessuno.

E’ grave che un governatore siciliano che sa perfettamente come la mafia del territorio niscemese/gelese si muova affermi una cosa del genere. C’è da pensare che ignori decenni di storia dell’isola, quella stessa storia che colloca la mafia altrove.

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Un pacco di misure urgenti, ovvero il decreto che c’è, ma non si vede

partita a porte chiuseDa Incroci De-Generi:

Nel momento in cui scrivo, il pacchetto di misure urgenti approvato ieri dal Consiglio dei ministri  e subito ribattezzato decreto sul femminicidio non è ancora stato diffuso. C’è, ma non si vede. E’ dato conoscere solo un comunicato diffuso dal governo, che trascina con sé il giallo dell’articolo 10 oppure 8 oppure non si sa  recante Norme in materia di concorso delle forze armate nel controllo del territorio e per la realizzazione del corridoio Torino-Lione,  nonché in materia di istituti di pena militari. In attesa di poter leggere il testo  integrale, mi preme fare qualche considerazione da unire a quelle che ho letto fino ad ora.  Non mi dilungo a spiegare quale sia la mia posizione sulla parte che riguarda specificatamente la prevenzione e il contrasto sulla violenza di genere perché sostanzialmente concordo con le analisi del blog Abbatto i muri  e a quelle rimando.

Innanzitutto, il decreto viene approvato l’8  agosto, in piene vacanze estive, secondo una modalità a cui  siamo  avvezz* ormai  da tempo. Quindi, partono  le fanfare della propaganda (e anche questo è un leit motiv che conosciamo bene) che lo ribattezzano immediatamente decreto contro il femminicidio. Non è così, non si tratta di un decreto interamente volto a prevenire il femminicidio.  Le norme in materia di violenza di genere sono quelle che vengono esposte prima e su cui viene focalizzata l’attenzione, ma a queste  seguono altre  tre direttive. Senza addentrarci in un esame particolareggiato delle stesse, evidenziamo   però che  Il Consiglio ha approvato in esame definitivo, a seguito del parere espresso dalle Commissioni parlamentari e dal Consiglio di Stato, un regolamento che proroga il blocco della contrattazione economica e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti. Il provvedimento rende possibile però la contrattazione normativa per il pubblico impiego, così come espressamente richieste dalle Commissioni Parlamentari. L’adozione del regolamento si rende necessaria per la particolare contingenza economico-finanziaria, che richiede interventi non limitati al solo 2013, i cui effetti sono stati già scontati sui saldi di finanza pubblica. Sussistono infatti condizioni di eccezionalità tali da giustificare la proroga al 31 dicembre del 2014 di una serie di misure in materia di pubblico impiego, comunque con un orizzonte temporale limitato, come richiesto nei pareri delle Commissioni parlamentari che hanno espresso parere favorevole sul provvedimento con la condizione che si sblocchi la contrattazione normativa.

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