Da Abbatto i Muri:
Riporto qui un ragionamento cominciato su fb e che secondo me vale la pena di riproporre. Un articolo parla di una ricerca che avrebbe concluso come il libro “Cinquanta sfumature di grigio” inciterebbe agli abusi e alle violenze sessuali.
La discussione che ne è seguita, e sintetizzo, è relativa le opinioni di alcune, non di tutte, ed evidentemente reagisce alla moralizzazione del sentire delle “donne” imponendo una visione unica ammantata di una qualche forma di scientificità. Esattamente come quando qualcuno evoca sindromi assegnando ad esse un qualunque valore normativo.
Prima di tutto mi viene in mente la campagna di FaS sui corpi liberati contro la violenza sulle donne. QUI una delle foto (in coda al post trovate i link ad altre) e QUI trovate il senso dell’iniziativa. Poi: personalmente credo che la moralizzazione della narrazione equivalga sempre ad una caccia alle streghe. Prima bruceranno i manifesti (sessisti), poi i blog, tra una evangelizzazione e l’altra vorranno poi bruciare anche i libri. Riferendoci a questi libri in particolare, semplicemente non li leggo, non li considero peggiori di tanta letteratura e fotoromanzi e fiction e canzoni che narrano l’amore ai tempi del far west in cui lui prende la sua bella e la addomestica. Non li compro. Non li leggo. Non li considero “pericolosi” e non ho alcuna intenzione di censurarli. Quello che serve, semmai, chiarendo che quel che non piace a me di quei libri non è certamente quello che non piace a quei ricercatori, è fare contro cultura, produzione di alternative che sovvertono i modelli dominanti. Perché moralizzazione e censura sono scelte autoritarie, in special modo da parte di chi pretende di sostituirsi al sentire di tutte come fossimo uguali.