Da Abbatto i Muri:
PinkWashing. Colorare di rosa istituzioni, governi o Stati per legittimarne le politiche liberal/capitaliste e autoritarie. Contraddizione di genere e conflitto di classe.
Sapete che cos’è la Bce? La Banca Centrale Europea? Fa un sacco di cose, tipo dettarci regole economiche, inviare lettere per fare decadere governi, imporre linee politiche. Il Governo Monti fu figlio, imposto, della Bce, per esempio. Un Governo tecnico, non eletto dal popolo, che aveva il compito di rimettere in pari i bilanci, saldare debiti, ammortizzare spese, produrre tagli su tagli su tagli su tagli, perché quando uno Stato viene dichiarato insolvente, debito troppo alto, politiche economiche non in linea con “gli standard europei” e altre cose del genere, viene minacciato di espulsione. E dunque quello Stato eleggerà curatori fallimentari i governi che piacciono alla Bce, porterà avanti politiche economiche dettate dalla Bce e così via.
Governi e istituzioni varie, ultimamente, stanno usando molto la carta delle quote rosa per dirsi sensibili ai diritti civili. Lo fa anche la Bce che parla di “più donne ai vertici” e tanto dovrebbe bastare a dirci che da lì verranno fuori grandi e perfette cose.
La stessa garanzia di meraviglia dovrebbe darla la Merkel, in Italia fu la Fornero, ed è da tanto che io parlo di “donna” come brand positivo utile a vendere scelte politiche, governi impresentabili, strategie discutibili, decreti osceni, securitarismi, razzismi, autoritarismi in generale. Chi ha parlato di uso del corpo delle donne si è concentrat@, ahimè, in senso poi moralista (e classista) sulle chiappe nude, inibendo i costumi, la sessualità, imponendo moralismi, criminalizzando o patologizzando le scelte autodeterminate, separando la visione di una donna mercificata, in quanto corpo, dai tanti altri corpi eventualmente sfruttati da un mercato del lavoro che usa e abusa di ogni soggetto, imponendoti forme precise di carriera e privandoti di altre opportunità; separando la questione dell’uso dei corpi in senso sessuato dall’uso dei corpi impiegati in qualunque altro lavoro precario e, come scrivevo qui: