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Via Castellana Bandiera, il film: favelas e famiglie palermitane!

da Abbatto i Muri:

Chi non conosce Emma Dante e il lavoro che lei svolge con la sua compagnia teatrale, la Sud Costa Occidentale, forse rimarrà sorpres@ nel vedere questo film. La stessa estraneità ai luoghi, al linguaggio e alla gente di Palermo potrebbe far pensare che quello che il film racconta sia tutto frutto della fantasia.

Guidare per la città e perdersi in una delle favelas palermitane non è una coincidenza inverosimile. Anzi. Solo a guardare questo film mi sono venuti mille episodi nei quali mi sono ritrovata e uno tra tutti con un signore che rispose ad un colpo di clacson di una delle macchine in fila prendendo a pugni il cofano della mia auto e chiamandomi puttana.

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Posted in Comunicazione, Pensatoio, Vedere.


#NoTav: il “terrorismo” mediatico e la “legittima” repressione

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da Abbatto i Muri:

Se qualcuno decide che i #NoTav sono cattivi ecco che spuntano come i funghi articoli su articoli che li descrivono come terroristi. Perché se non demolisci la loro immagine dunque l’esercito, i tutori dell’ordine pubblico e poteri vari non sono legittimati ad agire la propria repressione.

La repressione si muove se la parte sociale da reprimere è isolata, perde consenso sociale, e la tecnica di demonizzazione è identica a quella realizzata da chi ha partorito leggi razziste.

Quella tal legge e quei provvedimenti puoi calarli nella discussione pubblica non senza prima aver fatto pensare che siano necessari. Perciò bisogna disegnare sul volto di alcune persone la pericolosità fatta di stigmi, pregiudizi, agitando lo spettro del terrorismo, della violenza, perché sul terreno della paura si finisce per considerare plausibile, anzi, auspicato l’intervento dei tutori dell’ordine che a quel punto possono smantellare un intero movimento raccontando che stanno svolgendo un servizio pubblico.

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Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, NoTav, Omicidi sociali.


#Boldrini: tu non sei tutte le donne!

545932_10201812828943227_1277368083_nda Abbatto i Muri:

Cosa avrò mai io in comune con la presidente della Camera Laura Boldrini? Niente. Lei è benestante e io precaria. Lei occupa da che ho memoria una posizione di prestigio e io ho fatto lavori di ogni tipo per campare. Lei lancia allarmi sulla maniera in cui viene offesa su internet e io le ricordo che ogni volta che apre le danze sul fronte della cattiveria sul web raccoglie l’attenzione di uno dei tanti cavalieri paternalisti in giro per le istituzioni che ne approfitta per operare più controllo, più censura, sulla rete. E la censura e il controllo non servono a salvare le donne offese come lei ma a reprimere il libero pensiero e la libera critica di chi presto non potrà più neppure dirsi a sostegno teorico delle lotte NoTav perché t’arriva una denuncia per associazione a delinquere.

Ad ogni modo ogni volta che ascolto la Boldrini mi ricordo di tutto quello che non sono io e non mi riconosco proprio perché sono una donna, femminista, non-lamentosa, al limite arrabbiata perché, ad esempio, mentre ella discuteva di cyberbullismo e odio in rete io, che l’odio in rete l’ho analizzato in tutte le sue forme, denunciavo come girovagassero squadrismi di donne che in nome della inviolabilità dei nostri corpi, galvanizzate dalla crociata in itinere a salvamento delle femmine al cui soccorso è intervenuto Letta, Alfano e ministeri vari con un decreto legge che manda l’esercito a sorvegliare la Tav (inequivocabilmente femmina), si permettevano di insultarmi, perseguitarmi, diffamarmi, segarmi opportunità relazionali e anche professionali.

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