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Dl #femminicidio, marketing istituzionale e i compromessi sulla pelle delle donne

Da Abbatto i Muri:

Il Dl contiene quel passaggio che consente l’invio di centinaia di militari in Val Susa a creare il fortino più inespugnabile che ci sia attorno ai cantieri della Tav. In questi giorni il ministro dell’interno pronuncia una dichiarazione che sa di beffa perché parla di sovranità dello Stato, che quei quattro straccioni della Val Susa vorrebbero mettere in discussione, e ne definisce l’intoccabile autorità contro una non riconosciuta sovranità territoriale, ovvero di chi in quel territorio ci vive.

Se il Decreto non viene convertito in Legge entro il 15 ottobre con una discussione compiacente e accondiscendente alla Camera il Senato sarebbe pronto a blindarlo con la fiducia. Ma come si giustifica l’emergenzialità della questione? Di nuovo con la lotta alla violenza sulle donne. Il Decreto sarebbe straordinario, eccezionale, salva la vita delle donne, dunque a partire dallo stesso giornale che conduce una spietata campagna di criminalizzazione contro i #NoTav arriva il marketing che promuove il Dl come indispensabile.

Anzi si dice che sarebbero troppi gli emendamenti proposti a modifica perché a Repubblica, così come al governo Letta, la democrazia sembrerebbe dare un po’ fastidio. Il decreto deve essere convertito in Legge senza alcuna modifica e chi lo sostiene con vigore, governo, parte delle donne del Pd, quelle del Pdl, da fuori un pezzo delle Snoq  altri vari movimentismi femminili centrati a destra, dà luce ad iniziative esterne al parlamento che solleciterebbero la conversione, testimonianze di facilitazione grazie al Dl e via di seguito.

Gli emendamenti a modifica sono tanti e vari, per lo più arrivati lì grazie a chi sa bene che quel decreto è pessimo, ma sono giocati su varie indecisioni e frammentazioni. Le stesse frammentazioni le vedi in quel carrozzone omnirappresentativo chiamato NoMore (che pretende di rappresentare tutte le donne) la cui opinione è abbastanza vaga. Il Dl sembra necessario per alcune parti ma non va bene per altre e il motivo per cui non va bene sarebbe perché non interpreterebbe fedelmente il senso di una Convenzione che non è neppure esecutiva e non perché le donne di movimenti femministi e collettivi hanno spiegato in mille e più modi che non vogliono alcun accostamento tra la lotta alla violenza di genere e il securitarismo o le norme repressive contenute nel Dl.

Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


Caccia allo spermatozoo

da abbatto i muri:

Di qua c’è un aitante giuovine la cui fede sul suo pene è radicata in anni e anni di iperallenamento all’ascolto da tanti mega-trainer. E giralo così, tiralo cosà, faglielo vede’, faglielo tocca’. Se non si erge c’hai qualcosa che non va e se si erge e spara a salve allora ti mettiamo a fa’ la ruota coi criceti e ti studiamo come cavia fino al secolo prossimo venturo. Confido in te, oh uomo, o più che altro confido sul tuo cazzo.

Sicchè l’uomo dal cazzo con un fanclub appresso da fare invidia a quello di Lady Gaga c’ha una ragione intrinseca connaturata del dover fare sesso senza mai fare cilecca, e badate che uso questi termini del gergo comune motivazionale del funzionamento-pene non a caso.

Di là c’è una fanciulla un poco pulla che è abituata a ritenere che la sua esistenza si realizza se quando lei lo tocca dopo un attimo lui viene. Abituata a relazioni con signori che si ergevano in un solo momento e che se li toccavi ti davano tante belle soddisfazioni quando arrivò a conoscere il tizio di cui sopra non si capacitava del fatto che dai e dai ma lui proprio non veniva.

Non succedeva sempre ma era un vero stress perché lui chissà da cosa era distratto e lei partiva con il quiz a premi ché se non rispondi bene succede il finimondo:

– ma non ti piaccio?

– si che mi piaci…

– e allora perché non sgorghi?

– forse perché non sono una fontana?

Continued…

Posted in Corpi/Poteri, Narrazioni: Assaggi, Satira.


Se la mia fica fosse un’arma

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Dal blog intersezioni (via Incroci De-Generi), una traduzione a ben 6 mani di Lorenzo Gasparrini, Feminoska e La Pantafika.

If my vagina was a gun è stata scritta e recitata dall’attivista Pro-Choice Katie Heim nel giugno scorso, durante le proteste in Texas contro i tentativi di porre ulteriori restrizioni all’aborto. Nonostante il Senato, a maggioranza repubblicana, fosse favorevole alla legge, l’approvazione fu vanificata dalla senatrice democratica Wendy Davis che continuò a parlare per 10 ore consecutive, in piedi, rimandando il momento della votazione dopo la mezzanotte e riuscendo così a rendere nullo il voto.

Continued…

Posted in Corpi/Poteri, Critica femminista, fasintranslation, R-esistenze.