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Dl #Femminicidio: milioni di euro per i braccialetti elettronici?

clip_image002_thumb[2]da Abbatto i Muri:

Dl Femminicidio & dintorni. Voto in commissione per la conversione in legge. In fretta e furia, senza accogliere le critiche che tante donne hanno fatto e anzi aggravando il testo di ulteriori securitarismi utili al business dell’antiviolenza. Perché sulla pelle delle donne non si celebra soltanto la legittimazione della repressione (più soldi a polizie e incarichi di tutela ordine pubblico all’esercito) ma anche quella del marketing di strumenti repressivi per i quali paghiamo, noi, giacché vengono acquistati con i soldi pubblici.

Vado con ordine: come scrivevo, seguendo non si capisce quale logica c’è chi pensa che l’unico modo per prevenire la violenza sulle donne sia + galera, + securitarismo, + sorveglianza, + repressione.  Per vendervi questa ricetta vi hanno detto tutti i giorni che il giustizialismo è necessario perché siamo in emergenza, c’è una vera e propria strage e dunque, come avviene quando si parla di sicurezza, si entra in regime di massima tutela. Esattamente come quando si parla di terrorismo: per questioni di sicurezza rinuncerai a privacy e libertà di scelta, sarai sorvegliat@ 24 ore su 24, saranno assegnati più poteri e soldi alle polizie, i tuoi diritti civili, la tua volontà, che tu sia vittima o accusato, non valgono più niente. La prevenzione coinciderà allora perfettamente con la galera e con la privazione di diritti di chi viene accusato di violenza lasciando ritenere che non ci sia più spazio per alcuna forma di garantismo, un giusto processo, tutte quelle belle cose che ci dovrebbero distinguere da uno Stato incivile in cui solo linciaggio e forca sono considerati detterrenti alla violenza.

Alcuni gruppi che si occupano di antiviolenza e un tot di parlamentari del Pd non solo approvano il decreto ma anzi lo vorrebbero pure più autoritario. Emendamenti del Pd approvati in commissione insistono sulla irrevocabilità della querela, estesa allo stalking oltre alla violenza domestica e che oltre ad essere sovradeterminante della stessa volontà della vittima è un dispositivo che produrrà, ne sono certa, non poche pessime conseguenze. Insistono anche sul fare la differenza tra donne incinte e non. Estendono la possibilità di fare intercettazioni, ovvero consegnare le chiavi delle nostre vite, la nostra privacy, anche per lo stalking e dulcis in fundo torna in auge l’uso del braccialetto elettronico per gli/le stalker (non si capisce se quelli sotto accusa, in carcerazione preventiva, o quelli condannati).

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Il #Pd e il diritto d’omofobia per legge

da Abbatto i Muri:

Da tempo diciamo che l’attenzione alla questione della violenza di genere da parte di questo governo è pura ipocrisia. L’ipocrisia sta soprattutto nelle millantate posizioni antisessiste e antiomofobiche del Pd il quale è sempre pronto a utilizzare una ottima strategie di marketing per fare passare gli altri per demoni anacronistici ed acquisire il patentino di illuminati illuministi.

Il loro governo ha consegnato le strategie di lotta contro la violenza di genere, ovvero la violenza che si riferisce ai ruoli di genere attribuiti per stereotipi sessisti innanzitutto, a chi si è fatto scudo delle donne per legittimare politiche repressive e paternaliste. A chi ha preteso di identificare la violenza di genere soltanto con la violenza sulle donne, e non si parla neppure di tutte le donne ma soprattutto di mamme, mogli, femmine ingravidate.

Quando al tam tam per un’azione straordinaria contro la violenza sulle donne noi rispondevamo con una petizione che esigeva di includere nel programma di lotta alla violenza di genere anche quella di matrice omo/transfobica intendevamo con ciò svelare una profonda ipocrisia che si è infine realizzata in una modalità autoritaria di intendere la “sicurezza” delle donne, private del loro diritto all’autodifesa e all’utilizzo di strumenti scelti in maniera autodeterminata, e con una norma che apparentemente dovrebbe parlare di anti-omofobia e in realtà diventa la legittimazione ultima di scorribande e aggressioni che nazisti possono commettere ai danni di gay, lesbiche e trans.

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#Barilla Vs #Buitoni: davvero credete ad un capitalismo buono?

anticapitalismo selettivoda Abbatto i Muri:

I veri brand oggi sono le lotte sociali e identitarie. Lo sa meglio di chiunque altro chi fa comunicazione per le grandi aziende. Tant’è che ciascuna di loro si schiera a seconda del target di clienti che ha e della fetta di mercato che vuole ritagliarsi.

Barilla sta alla famiglia tradizionale come Buitoni (che poi sarebbe la Nestlè?) starebbe a ogni genere di famiglia (e dove l’abbiamo vista una sua pubblicità con una famiglia omogenitoriale?).

Come dicevo QUI – comunque – la cosa è un po’ più complessa. Se parli di stereotipi sessisti non puoi limitarti a girare sempre e solo attorno al mono/tema dell’uso della donna soprattutto se nel frattempo non dici che il brand “donna” lo usano per prime le istituzioni per raccattare consenso e legittimare ogni schifezza.

Se il capitalismo per veicolare i marchi che lo praticano ha bisogno di sposare brand come “donna”, “gay”, “ambiente”, etc etc, significa che si tratta di temi usati per vendere. E se si tratta di temi usati per vendere stai pur tranquill@ che quando vedi fronteggiarsi quel che tu presumi essere capitalismo buono contro il capitalismo cattivo, stai assistendo alla rimozione, sociale e collettiva del conflitto di classe.

I temi identitari, che spesso si realizzano e vengono portati avanti da alleanze interclassiste, vedi ad esempio quello che succede nel contesto di lotta per le donne, vengono proclamati dalle stesse aziende come fossero al di sopra di tutto e tutti. Sono la meta del domani. Sono l’obiettivo massimo da perseguire per il buon vivere civile. Sono il mezzo utile di rimozione collettiva di tutto ciò che nei contesti interclassisti e politicamente trasversali costituirebbe normale e giustificato elemento di sano conflitto (basta dirsi dalla parte delle donne o dei gay e sei perfetto?).

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