da Abbatto i Muri:
Psichiatria come mezzo di controllo sociale o come tramite culturale per realizzare aree di santificazione. C’è l’incapacità di intendere e volere come attenuante per uomini di cui si dice siano folli, depressi, comunque patologizzabili e tuttavia non innocenti se mai hanno commesso qualche delitto.
E c’è una vasta letteratura che dimostra che l’uomo che compie un gesto violento lo fa perché sostenuto da una legittimazione, una cultura, una mentalità che poi trova il punto di fuga e l’alibi in una sua possibile degenerazione. Non sarebbe sbagliata la cultura del possesso ma il troppo che stroppia. Non sarebbe sbagliato considerare una proprietà le persone che stanno con te ma è sbagliato farlo in modo tale da incorrere in sanzioni pubbliche.
La morale che investe tutto il ragionamento attorno alla questione della violenza è paternalista, dice che una donna non si tocca perché fragile, se incinta è ancora peggio, perché viene considerata un po’ malata, e quella stessa morale evidentemente esige un comportamento funzionale da parte delle donne che la fragilità la devono assumere come caratteristica propria e interpretare in ogni senso, esigendo l’impiego di tutori, affidandosi, senza mai avere tentennamenti nelle interpretazioni dei fatti accaduti, con una narrazione dicotomica in cui esiste una vittima e un carnefice, e quando non sei funzionale a questo schema semplicistico, legittimante autoritarismi e patriarcati, eccola insorgere la patologia che ti viene attribuita.