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Donne, delitti e psichiatria “utile” a convenienza

da Abbatto i Muri:

Psichiatria come mezzo di controllo sociale o come tramite culturale per realizzare aree di santificazione. C’è l’incapacità di intendere e volere come attenuante per uomini di cui si dice siano folli, depressi, comunque patologizzabili e tuttavia non innocenti se mai hanno commesso qualche delitto.

E c’è una vasta letteratura che dimostra che l’uomo che compie un gesto violento lo fa perché sostenuto da una legittimazione, una cultura, una mentalità che poi trova il punto di fuga e l’alibi in una sua possibile degenerazione. Non sarebbe sbagliata la cultura del possesso ma il troppo che stroppia. Non sarebbe sbagliato considerare una proprietà le persone che stanno con te ma è sbagliato farlo in modo tale da incorrere in sanzioni pubbliche.

La morale che investe tutto il ragionamento attorno alla questione della violenza è paternalista, dice che una donna non si tocca perché fragile, se incinta è ancora peggio, perché viene considerata un po’ malata, e quella stessa morale evidentemente esige un comportamento funzionale da parte delle donne che la fragilità la devono assumere come caratteristica propria e interpretare in ogni senso, esigendo l’impiego di tutori, affidandosi, senza mai avere tentennamenti nelle interpretazioni dei fatti accaduti, con una narrazione dicotomica in cui esiste una vittima e un carnefice, e quando non sei funzionale a questo schema semplicistico, legittimante autoritarismi e patriarcati, eccola insorgere la patologia che ti viene attribuita.

Continued…

Posted in AntiAutoritarismi, Corpi/Poteri, Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


Consiglio Regionale Toscana: un atto contro le donne!

Riceviamo, da parte di Libere Tutte Firenze, e volentieri condividiamo:

Un gravissimo atto del Consiglio regionale toscano contro le donne
Il Consiglio regionale toscano ha bocciato, incredibilmente, a causa di inspiegabili voti contrari e di numerose assenze, una mozione che chiedeva la piena applicazione di una legge dello stato la legge 194/78, con particolare riferimento all’articolo 9, quello che assegna alle Regioni compiti di monitoraggio e garanzia dell’attuazione della legge (“…La Regione ne controlla e garantisce l’attuazione anche attraverso la mobilità del personale …”).

La bocciatura è grave: dà un segnale molto negativo di arretramento nei confronti dei diritti delle donne e contraddice un metodo di lavoro, costruito nel tempo, che si basa sul rapporto fra le elette e gli eletti e le varie realtà della società civile.

Eravamo arrivate infatti alla mozione, attraverso un lavoro di confronto, di elaborazione comune, di mediazione fra consigliere e rappresentanti delle associazioni delle donne.
Il voto del Consiglio ha spazzato via, nello stesso tempo, i contenuti della mozione, che chiedeva, soprattutto, che in ogni struttura fosse garantita l’attuazione della 194, ed una modalità di rapporto fra istituzioni e cittadine/i basato sulla partecipazione.

Per far sì che tutto questo non rappresenti un macigno sul percorso dell’affermazione dei diritti delle donne e dello sviluppo della democrazia partecipativa, la Regione deve realizzare, al più presto degli atti concreti per la piena attuazione della 194. Occorre prima di tutto avviare quel Tavolo regionale con la partecipazione delle associazioni delle donne, per cui si erano già impegnati l’Assessore Marroni ed il Presidente della Commissione Sanità Remaschi e che sarebbe dovuto partire nel luglio scorso.

E’ necessario che sia lo stesso Presidente Enrico Rossi a farsi garante della applicazione di una legge dello stato e della ripresa di un cammino comune fra l’istituzione regionale ed il movimento delle donne.

Libere tutte – Firenze

Posted in Fem/Activism, Iniziative.

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Ti prego, fammi male! (disse lui)

da Abbatto i Muri:

Dopo aver condiviso questo post che parlava di femministe alle quali piace il BDSM mi arriva una mail da parte di un ragazzo che mi racconta un botto di affari suoi.  Mi dice che dopo aver letto il post ha subito provato un moto di empatia. Non era certo quello il tipo di donne con le quali gli sarebbe piaciuto andare a letto, perché  a lui, in realtà, piace essere dominato. E’ attratto da donne forti (o apparentemente tali) che lo fanno sentire in balìa di emozioni che lui giudica “perfette” e vorrebbe estendere questa sua modalità relazionale dappertutto, ovunque sia possibile incontrarsi con sensualità, volendo egli essere diretto nella vita privata da una che lo eccita con tono molto deciso.

Mi spiega che non ha alcuna ambizione ad essere umiliato. Lui vuole proprio essere dominato. Gli piace che gli si dica cosa deve fare senza mai sforare nella mortificazione. Ambisce ad una donna che assuma l’iniziativa, guidi, scelga, decida anche per lui. Vuole essere lasciato in sospeso se lei lo preferisce, ripreso quando lei ne ha voglia, scoperto in momenti in cui non se l’aspetta, e tiene a dirmi che, pur non avendo alcun pregiudizio, lui non è gay.

Chiedo perché tiene a precisare questa cosa, perché io non l’ho proprio mai pensata. Dunque mi dice che per mentalità sessista è più plausibile che sia una donna a comportarsi in questo modo, quasi che fosse una caratteristica innata, uno stereotipo, senza capire che le donne sono tante e diverse e cosa importante è che possano scegliere, qualunque cosa scelgano, incluso il BDSM.

Ma quel che tiene a dirmi è che la gabbia morale che ritiene sia stata costruita attorno alle donne da un certo femminismo che non riconosce capacità di autodeterminazione in quelle che amano il sesso in fase di sottomissione sembra la stessa che viene costruita attorno agli uomini ai quali sovente viene detto che devono dominare, prendere l’iniziativa, e in caso contrario vengono assimilati a degli zerbini, accondiscendenti, addomesticati, da donne virago che forse somigliano a quelle che hanno popolato la loro vita nell’infanzia.

Continued…

Posted in Corpi, Pensatoio, Sensi.