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#Francia: le sex workers in piazza contro la legge abolizionista!

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Da Abbatto i Muri:

In Francia le sex workers sono in piazza.

Copio da Il Fatto Quotidiano:

“(…) hanno manifestato (a Parigi) contro la proposta di legge che prevede multe per i loro clienti. Il ddl è stato presentato da alcuni parlamentari socialisti. “Siamo puttane, siamo fiere, con il Ps è la guerra”, “clienti penalizzati, prostitute uccise” e “la prostituzione è un lavoro”, sono solo alcuni degli striscioni apparsi al corteo partito da place de Clichy e arrivato a place de Chatelet, in pieno centro, L’obiettivo principale della protesta è stata Najat Vallaud BelKacem, ministro per i diritti delle donne, che già in campagna elettorale si era schierata per l’abolizione della prostituzione. Tra i manifestanti c’erano anche molte transessuali e transgender. La portavoce del loro sindacato, Giovanna Rionco, sostiene che “questa legge marginalizzerà tutte le trans e le prostitute che non sono vittime di tratta, ma hanno scelto questo lavoro”. Il testo di legge che dovrà essere esaminato dal parlamento francese prevede una multa di 1500 euro per i clienti, raddoppiata in caso di recidiva. Nei giorni scorsi centinaia di associazioni, tra cui vari gruppi che si occupano di sieropositività, hanno firmato un documento secondo cui “le sanzioni faranno crescere la clandestinità delle prostitute.”

Continued…

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#Dlfemminicidio e #cyberstalking: donne sotto scorta sul web e repressione in rete!

Da Abbatto i Muri:

Oltre a tutte le cose che di questo decreto [testo] sono state dette vale la pena mettere a fuoco un altro “dettaglio” e approfondire affinché si possa meglio capire di cosa parliamo.

Articolo 612 cp, nella parte che riguarda lo stalking, minacce, molestie reiterate, atti e condotte persecutorie ai danni di qualcun@, al punto da causare stato d’ansia e indurre a modificare le abitudini di vita.

Articolo 1, comma 3, lettera a:

la pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici

Dunque chi fa cyberstalking commette un reato assai più grave di chi fa stalking in altro modo. Lo stalking a mezzo web, social network, incluse le persecutorie diffamazioni online, è misurato per una pena pari a sei anni di carcere.

Da dire è che il cyberstalking era punibile anche prima e che i reati di minaccia, ingiuria, persecuzione molesta, diffamazione esistevano già. Perché dunque tirare fuori l’aggravante a fronte di una modalità di discussione in web che punta al linciaggio di per se’, nei confronti di tutti e tutte, di troppe persone, dove non esiste una sola discussione “politica” che non si trasformi in una caccia alle streghe, in una forma più o meno oppressiva di “militanza” che corrode l’esistenza di qualcun@ giusto perché non la pensa come te e pretende comunque di poter esprimere la propria opinione, dunque: perché tirare fuori l’aggravante stabilendo che di questo particolare reato, ancora, siano vittime le donne?

E che per di più lo siano per sola mano di uomini? Non c’è scritto ma così è interpretabile.

Continued…

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Il sessismo di alcune campagne contro il #femminicidio

1229806_604092379654015_268830667_nDa Abbatto i Muri:

Il Partito Nuova Democrazia, di cui leggo qui, potrebbe essere una riedizione del partito di centro destra che porta lo stesso nome in Grecia. Potrebbe, non so. In rete immagino possiate trovare info e approfondimenti. Quello che so (grazie a Ettore che me l’ha segnalata!) è che sta facendo una campagna promozionale contro la violenza sulle donne basata sullo slogan:

Chi tocca una donna, tocca tua madre, tocca la vita, quindi tocca tutti noi, basta con la violenza sulle donne! Una legge severa immediata per fermare il femminicidio!“.

Il marketing sta sul sito, sulla pagina facebook, compare come inserzione sul social network.

1391927_10202297633064544_1168735846_nEd è uno dei tanti modi, legittimi, di pubblicizzare un partito nuovo che vuole imporsi al grande pubblico e suscitare interesse.

Dunque la lotta alla violenza sulle donne come brand in definitiva vende tutto, inclusi i nuovi partiti. Non fosse così chi ha promosso la campagna si sarebbe occupat@ di quel che significa ogni singola parola espressa e di quanto sia sessista dire di voler lottare contro la violenza sulle donne e allo stesso tempo identificarle in un ruolo stereotipato veicolando la stessa, identica, radice culturale che della violenza di genere è causa.

Continued…

Posted in Comunicazione, Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze, Scritti critici, Sessismo.