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Cimitero per feti: anche a Firenze il Comune seppellisce la 194

Da CortoCircuito:

A Firenze il Consiglio comunale ha approvato un regolamento che consente la sepoltura di feti e di prodotti abortivi nel cimitero di Trespiano. Il testo fu ratificato lo scorso anno, ma dopo un’ondata di proteste venne ritirato, mentre adesso, a sorpresa, viene ripresentato e convalidato, ricordandoci che non si può mai abbassare la guardia quando si tratta di diritti conquistati. Esso di fatto conferisce ai “feti lo status di ‘cittadini morti’” e mira a colpevolizzare sempre più la donna, una “strega” da ardere sul rogo eretto dalla società benpensante.

Ma questo genere di politiche sembrano avere caratteristiche virali, diffondendosi in breve tempo dal nord al sud Italia:

A febbraio, infatti, il Consiglio comunale di Tradate (Lombardia) ha approvato una delibera che prevede la creazione di uno spazio denominato “Area dei bambini mai nati” nel cimitero di Abbiate Guazzone per l’inumazione di embrioni e feti abortiti prelevati presso l’Azienda Ospedaliera locale, su richiesta dell’associazione cattolica integralista “Difendere la vita con Maria”.

Dal loro sito scopriamo che “l’opera del seppellimento si sta svolgendo in quaranta Comuni d’Italia con le relative convenzioni con le Aziende Ospedaliere, le AA.SS.LL. e i servizi Cimiteriali Comunali. L’Associazione dall’anno 2000 ad oggi ha accompagnato alla sepoltura circa 35.000 bambini”, infierendo così su più di 30.000 donne in momenti di scelte non facili e di fragilità fisica e psicologica.

A Tradate alcuni movimenti si sono organizzati con un presidio davanti al comune, per ottenere il ritiro della delibera.

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Tunisia: FEMINISM ATTACK!

Da Le Ribellule:

pubblichiamo un’intervista fatta al collettivo femminista tunisino Feminism Attack che abbiamo ripreso e tradotto da  qui

feminism attac

La Tunisia, con un forte movimento femminista centenario, è spesso considerato il paese più avanzato in termini di diritti delle donne rispetto ad altri paesi musulmani. Sin dal 1957, il “Personal Status Code” riconosce i diritti delle donne, come l’aborto, la contraccezione e l’istruzione.

Anche se movimenti femministi tunisini hanno contribuito a quest’avanzamento , la condizione delle donne, come in molte parti del mondo, è ancora molto lontana dall’idea degli/delle anarchic*.
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#Vicenza: via le prostitute da tutta la città!

Da Abbatto i Muri:

A Vicenza, così come in altre città, il sindaco/sceriffo fa la guerra alle prostitute. L’ordinanza dice che le prostitute devono sparire dalla città.

Irene Rui del Forum delle donne di Rifondazione Comunista così commenta:

Oggi 29 ottobre il Consiglio Comunale di Vicenza darà una mano di bianco alla Città. Le ordinanze diventeranno regolamento di pulizia urbana, oh scusate polizia urbana. Si spazzerà dal centro storico e abitato tutto ciò che è considerato degradante agli occhi del mondo e dei cittadini.

Sia chiaro non a tutti i cittadini, solo ad alcuni, quelli appartenenti al gruppo clerico-borghese, che da un lato si stracciano le vesti per la solidarietà sociale, per il ravvedimento dal peccato del corpo sfruttato a scopo di lucro, e per la vita, e dall’altro chiudono gli occhi davanti al disagio sociale della povertà crescente, di chi è sbattuto fuori di casa, di chi non ha un lavoro e un giaciglio, di chi soffre di disabilità e si vede chiudere le porte, offrendo la compassione e poche soluzioni sociali, nascondendosi dietro “non ci sono risorse economiche”; da coloro che non accettano che ci sia qualcuno che voglia disporre liberamente del proprio corpo e vivere in modo diverso rispetto la maggioranza.

I poveri, gli accattoni, gli artisti di strada, i sans papier e le puttane di strada, non sono gradite a Vicenza. Queste persone devono ritirarsi ai margini, nascosti, discreti, in luoghi bui, lontani dagli occhi dei cittadini e dei turisti. Luoghi non riparati da intemperie, luoghi insicuri per esercitare un mestiere e diventare bersaglio di mal intenzionati.

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