Da CortoCircuito:
A Firenze il Consiglio comunale ha approvato un regolamento che consente la sepoltura di feti e di prodotti abortivi nel cimitero di Trespiano. Il testo fu ratificato lo scorso anno, ma dopo un’ondata di proteste venne ritirato, mentre adesso, a sorpresa, viene ripresentato e convalidato, ricordandoci che non si può mai abbassare la guardia quando si tratta di diritti conquistati. Esso di fatto conferisce ai “feti lo status di ‘cittadini morti’” e mira a colpevolizzare sempre più la donna, una “strega” da ardere sul rogo eretto dalla società benpensante.
Ma questo genere di politiche sembrano avere caratteristiche virali, diffondendosi in breve tempo dal nord al sud Italia:
A febbraio, infatti, il Consiglio comunale di Tradate (Lombardia) ha approvato una delibera che prevede la creazione di uno spazio denominato “Area dei bambini mai nati” nel cimitero di Abbiate Guazzone per l’inumazione di embrioni e feti abortiti prelevati presso l’Azienda Ospedaliera locale, su richiesta dell’associazione cattolica integralista “Difendere la vita con Maria”.
Dal loro sito scopriamo che “l’opera del seppellimento si sta svolgendo in quaranta Comuni d’Italia con le relative convenzioni con le Aziende Ospedaliere, le AA.SS.LL. e i servizi Cimiteriali Comunali. L’Associazione dall’anno 2000 ad oggi ha accompagnato alla sepoltura circa 35.000 bambini”, infierendo così su più di 30.000 donne in momenti di scelte non facili e di fragilità fisica e psicologica.