Da Incroci De-Generi di La PantaFika:
Apoyando la lucha de las mujeres andinas, las que me recibieron amables.
Tutte le informazioni, documenti, materiali audio e video su forzadas.pe
Nei paesi in cui ci sono state lotte per l’accesso delle donne alla contraccezione e alla pianificazione delle nascite, il poter disporre più o meno liberamente del proprio corpo è in linea di massima ritenuto un diritto, costantemente in pericolo, ma comunque un diritto per qualche verso acquisito e, al limite, da difendere. Ma a fronte della sovrappopolazione, della povertà crescente e della finitezza delle risorse disponibili sul pianeta, in molti casi il controllo delle nascite è diventato un dovere, prima ancora che della persona, dello Stato, che riserva a se stesso il diritto di stabilire chi, come, quanto debba riprodursi. Così, in Perù, in un passato non troppo remoto, cioè dal 1995 al 2000, circa 300.000 donne e 20.000 uomini sono stati sottoposti a sterilizzazioni forzate, mentre l’aborto era, e continua ad essere, illegale e dunque proibito, eccezion fatta per i casi in cui sia riscontrato un pericolo per la salute o la vita della donna e per quelli in cui la stessa abbia i soldi per pagare l’intervento, clandestino, in una clinica privata. In Perù, dunque, il controllo biopolitico dei corpi è passato attraverso due dispositivi apparentemente in contraddizione tra loro, perché se da un lato abortire era – ed è – illegale, da un altro migliaia di donne e uomini sono stati privati forzatamente, e senza alcun consenso, del diritto di riprodursi.