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Controllo dei corpi, aborto illegale e sterilizzazioni forzate. Il caso del Perù

Da Incroci De-Generi di La PantaFika:

Apoyando la lucha de las mujeres andinas, las que me recibieron amables.

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Tutte le informazioni, documenti,  materiali audio e video su  forzadas.pe

Nei paesi in cui ci sono state lotte per l’accesso delle donne alla contraccezione e alla pianificazione delle nascite, il poter disporre più o meno liberamente del proprio corpo è in linea di massima ritenuto un diritto, costantemente in pericolo, ma comunque un diritto per qualche verso acquisito e, al limite, da difendere. Ma a fronte della sovrappopolazione, della povertà crescente e della finitezza delle risorse disponibili sul pianeta, in molti casi il controllo delle nascite è diventato un dovere, prima ancora che della persona, dello Stato, che riserva a se stesso il diritto di stabilire chi, come, quanto debba riprodursi. Così, in Perù, in un passato non troppo remoto, cioè dal 1995 al 2000, circa 300.000 donne e 20.000 uomini sono stati sottoposti a sterilizzazioni forzate, mentre l’aborto era, e continua ad essere, illegale e dunque proibito, eccezion fatta per i casi in cui sia riscontrato un pericolo per la salute o la vita della donna e per quelli in cui la stessa abbia i soldi per pagare l’intervento, clandestino, in una clinica privata. In Perù, dunque, il controllo biopolitico dei corpi è passato attraverso due dispositivi apparentemente in contraddizione tra loro, perché se da un lato abortire era – ed è – illegale, da un altro migliaia di donne e uomini sono stati privati forzatamente, e senza alcun consenso, del diritto di riprodursi.

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Novembre: il mese dell’antiviolenza sulle donne!

tumblr_mprp4lP11e1ql2z9ro1_500da Abbatto i Muri:

Grandi operazioni di marketing istituzionale e produzione commerciale di spot a tutto campo per caldeggiare l’attenzione sul fenomeno.

Oramai è come halloween. Basta che le celebrazioni arrivino dall’america e ci sentiamo tutti molto occidentalizzati, colonizzati ed evolute. Perciò le redazioni dei giornali preparano paginoni in cui si fa il riassunto dei cadaveri, poi statistiche su quanto siamo soggetti deboli nella società, poi ci saranno le sfilate istituzionali e di partito fatte da donne che diranno che “ci hanno messe in sicurezza” con un decreto legge di stampo repressivo.

E vedrete che anche le fasciste non avranno alcun problema, all’improvviso, a indossare il rosso. Rosso come il sangue, come l’amore, come il cuore, come la rosa rossa dedicata alle fanciulle. Ed ecco che il colore della rivolta ci viene scippato, perfino quello, perché il rosso non sia più ribellione, forza e passione ma diventi simbolo di fragilità e vittimismo. Chiamatelo revisionismo se volete.

Poi c’è chi va in tour tra sagrestie, convegni organizzati e sfilate dedicate al martirio con un cero in una mano e un forcone giustizialista nell’altra. Ragazzini e ragazzine nelle scuole scriveranno che le donne non si toccano neanche con un fiore. Poi torneranno a casa e diranno alla mamma che sono egoiste perché non hanno preparato da mangiare e osano perfino lavorare fuori.

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Di babypulle, madri mostruose e sfruttamento legalizzato

Da Abbatto i Muri:

E’ narrazione tossica. Quando racconti sempre la stessa versione della storia e su quella costruisci un teorema.

Le ragazzine non si sentono sufficientemente colpevoli. I loro corpi sono sfuggiti al controllo sociale. Il sacro valore della famiglia è venuto meno. I genitori hanno fallito nel compito di moralizzare le loro vite e dunque si erge un enorme tutore mediatico che tra un talent show e una chiacchiera televisiva le bacchetta a dovere e le riconduce agli scopi originari per cui una adolescente si deve allenare.

La madre della babyprostituta bisogna appaia poco madre, anomala, disumana, mostruosa, perché la madre in santità, si sa, è quasi perfetta. Le mamme che usano i figli per trarne status sociale, mantenimento, quelle che “i figli devono stare sempre con le madri che sono la mejo cosa”, invece sono ok. Perché è proprio vero, si. I figli che stanno con le madri sono al sicuro. Sempre e comunque. Senza mai fare distinzioni tra persone. E che gran balla. Che sorpresona scoprire che fanno cazzate tanto quanto. Ed ecco lo spot in cui la bambina di 5 anni prepara il pranzo al fratellino fingendo di essere una felice e borbottona sposa.

Credi nell’amore, trova un uomo, sposalo, fai dei figli, prenditi cura di loro. Stacco pubblicitario in cui la ragazzina erotizzata dalla bocca carnosa promuove un prodotto per l’infanzia.

E’ il degrado dei valori, signora mia, ai miei tempi non c’era internet e arrivavamo vergini al matrimonio. Parte lo spot per il casting del noto talent show che prende le fanciulle dalla culla.

Non c’è più il valore dell’obbedienza. Ci vuole ordine e disciplina, con i figli. Perciò servono i padri, troppo assenti, da sempre addestrati a fare rigare dritte anche le formiche. Se invece i padri vogliono essere presenti, non vogliono essere addetti al controllo ma soltanto punti di riferimento affettivi allora la loro attenzione è sospetta. Perché o sei un tutore e un controllore sociale oppure ti vedono come minimo come un pedofilo. E leggi l’annuncio per la sfilata delle miss alla quale puoi accedere a 16 anni.

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