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#Aborto e #CimiteroFeti: la scelta di una non sia “giudizio” contro l’altra!

Da Abbatto i Muri:

Vorrei che leggeste questo post di Loredana Lipperini, perché racconta il suo dolore senza metterlo a servizio di chi ne farebbe un uso che a lei non piace. Io so perfettamente cosa intende, a cosa si riferisce, perché in un certo senso è quello che faccio anch’io.

Vorrei comunque parlare di questa cosa. Parlarne per raccontare quanto può essere invasivo il giudizio, esasperante, di chi si sostituisce, come spesso accade, alla narrazione di chi vive un dolore, una esperienza, per ammantarla di prova provata che possa accreditare una ideologia che mira al controllo del mio corpo.

Sono dell’idea che gli autoritarismi che vogliono dettare legge sulle mie scelte e sul mio corpo vadano combattuti. Tutti quanti. Ovunque essi si annidino e in qualunque modo si presentino. Che si ammantino di purezza morale o si nascondano dietro una diffusa e fiorente industria del salvataggio di soggetti deboli, non importa. Perché in qualunque caso si parla sempre di violazione di diritti, controllo sociale, sovradeterminazione, con l’alibi più frequente di questi tempi: “è per il tuo bene”.

Questa cosa vale sia che qualcun@ voglia impormi che uso fare del mio corpo in relazione ad un mestiere, che qualcun@ voglia usare la questione dell’aborto per farne tema di diffusione di una idea, come di chi vorrebbe impormi l’aborto o la sterilizzazione forzata come deterrente alla povertà. Nessuna istituzione paternalista, maternalista, può dire a me “io sol@ so cosa è bene per me!”, perché io sono adulta e so cosa voglio.

Io credo fermamente nel fatto che ogni scelta che passi sul mio corpo debba essere autodeterminata. Che gli autoritarismi si somiglino tutti e non mi permetto di dire a una donna cosa dovrà fare né la giudicherò per la maniera in cui vivrà il proprio lutto.

Come ho già scritto: solo una istituzione che vuole imporre una ideologia può lasciare che la faccenda del cimitero dei feti diventi una lotta tra due sensibilità ferite, in cui per raccontare il mio stupore e la mia amarezza devo inevitabilmente ferire quella che ha suo malgrado abortito e invece proprio non voleva.

Continued…

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#Francia: crociata anti/prostituzione esclude dal dibattito attivisti per i diritti dei/delle sex workers

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da Abbatto i Muri:

Già pubblicato in sintesi su Il Fatto Quotidiano. Qui invece la traduzione per esteso di tutto l’articolo della Augustìn.

I governi socialisteggianti, patriarcali, su spinta di femminismi maggioritari e autoritari non si smentiscono: in Italia hanno fatto una legge sul femminicidio, in nome delle donne, senza coinvolgere le donne. In Francia fanno una legge sulla prostituzione senza coinvolgere le prostitute. Impongono una narrazione tossica reagendo in modo atroce, censorio e repressivo contro ogni voce differente. Approfittano di interventi di altre persone (uomini di destra e sottoscrittori di un manifesto ritenuto sessista) per criminalizzare e screditare la voce dei e delle sex workers che si oppongono al disegno di legge che intende punire i clienti.

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L’opinione delle sexworkers non conta: sono “solo” puttane!

Fascismi. Squadrismi. Infamie. Mistificazioni. Disonestà intellettuale. Autoritarismi. C’è questo e molto di più nella discussione che solitamente coinvolge abolizionisti/e, fanatici, contro i/le sex workers che chiedono regolarizzazione del proprio lavoro. E’ sistematica la delegittimazione dei soggetti, i/le sex workers, e di chi esprime i contenuti invece che una discussione che entra nel merito.

Si cercano ombre, fantasmi, si agisce esattamente come agirebbe un movimento per la Purezza Morale o un tribunale dell’inquisizione. Si cercano porno-mostruosità per porno-indignazione, come direbbe Eretica, per dare il via a linciaggi, roghi, con gogne permanenti dedicate e insulti all’intelligenza di chiunque.

Non sono militanti ma entità virtuali poco laiche che lanciano anatemi, come farebbero quelli del movimento per la vita o di forza nuova brandendo bambolotti insanguinati per raccontare che l’aborto è un assassinio.

Potrebbero serenamente essere alleati di qualunque soggetto titolare di un Ministero della Paura. Oggi racconti che i no/tav sono terroristi, domani che i centri sociali sono violenti, dopodomani che le sex workers sono addirittura filo/pedofile, poi che chiunque non sia d’accordo con il Comitato per la Purezza dell’Orgasmo sia “maschilista”. E’ estrema destra. O stalinismo. Chiamatelo come vi pare. A seconda di dove si collochi. Comunque sia stanno facendo una crociata che avvelena di intolleranza e fanatismo il dibattito e rende la discussione tra femminismi impraticabile.

Ci saranno quelle che non hanno diritto di parola perché così e cosà, quelle altre perché boh, i francesi non possono parlare di quel che succede in Francia perché ve la raccontano meglio le femministe radicali abolizioniste “italiane”. C’è chi chiede di ledere la privacy delle sex workers antiabolizioniste che non amano presentarsi in piazza, pur esistendo in tante, perché non hanno un permesso di soggiorno o non vogliono pesi su di loro lo stigma che le abolizioniste contribuiscono a creare.

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