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A scuola di femminismo da un paternalista (come accreditare patriarcato buono dando addosso all’Eretica)

Ovvero quando essere anti/pas accredita il patriarcato (buono).

C’è un paternalismo che si traveste da femminismo (istituzionale) per sdoganare patriarcato (buono) con tanto di legittimazione delle donne. Si chiama backlash gender e produce mille danni al giorno. Uno degli impegni di codesti soggetti è quello di delegittimare i femminismi autodeterminati che non vogliono tutele, non tollerano paternalismi e dunque che non tollerano che un uomo possa dire a qualcuna “io so cosa è bene per te“.

Lo sapete: c’è un tale che si accredita presso mondi femministi dichiarandosi anti/pas e polarizzando lo scontro contro Eretica su tutto il web. Questa la chiave di volta per vivere di (micro)fama riflessa. Non un suo ragionamento critico. Non una sua analisi personale. Nulla di suo. Niente. Dall’alto del suo pulpito lui rilascia e toglie patentini femministi, si è autonominato guardiano del tempio, assegna etichette a quest@ e quell@ e sostanzialmente fa scuola di femminismo crocifiggendo femministe e pratiche che non gli piacciono.

Di me scrive che sono una specie di demone a due teste, parlo perfino con gli antifemministi e con i padri separati, non mi piace ragionare di violenza sulle donne vittimizzando le donne, non legittimo i tutori, i paternalisti, i patriarcati (buoni), dunque neppure lui, non sono schierata acriticamente con il movimento pro/madri, appoggio la lotta per la regolarizzazione del sex working per scelta, le slut walk, il pornofemminismo, l’antiautoritarismo, l’anarchia, non resto in adorazione dei tutori dell’ordine che dovrebbero salvarmi dall’uomo violento, non amo la galera, non sono forcaiola e giustizialista, non mi piace affatto il decreto sicurezza sul femminicidio, non penso che si debba fare oggi marketing istituzionale per legittimare il patriarcato buono, non ho parole tenere verso l’industria del salvataggio che rende tutori e istituzioni gli utilizzatori finali di quei corpi delle donne da “salvare” per legittimare governi, repressione, neoliberismi, non mi piacciono i femminismi istituzionali, moralisti, versione Snoq/Pd che dividono donne per bene e donne per male e che hanno reso il dibattito femminista in Italia una specie di guerra di religione tra quelle che vogliono “salvare” e rivestire il corpo per rispetto della “dignità” delle donne e le altre, me compresa, che parlano di autodeterminazione e di altre cose un minimo più complesse.

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Sulla prostituzione in Francia: Una svolta reazionaria e nazionalista

1382806240-french-prostitutes-protest-against-new-law-penalizing-clients_3058907da Incroci De-Generi:

La Francia è attualmente attraversata da un forte dibattito sulla prostituzione che, sviluppatosi a seguito della proposta di legge di riforma del système prostitutionnelha oltrepassato i confini nazionali. L’articolo più controverso, quello che punisce i clienti con multe da 1500 euro fino a 3750 euro per i casi di recidiva, è già stato approvato, mentre l’intera legge verrà votata il 4 dicembre. Dalle aule dell’Assemblea generale la discussione è arrivata nelle piazze, dove accese sono state le contestazioni ad una legge che si inscrive nella tendenza abolizionista e reazionaria, espressione di una elitè di sinistra non incline ad ascoltare le ragioni delle prostitute, organizzate nel Syndacat du Travail Sexuel, Strass

L’articolo che segue è stato scritto da Morgane Merteul, sex worker e militante della Strass, e Rokhaya Diallo, giornalista e scrittrice, e pubblicato da Le Monde.

Traduzione di Cinzia Biscarini, Joe Equidad e Maroua

Una svolta reazionaria e nazionalista

Da qualche anno, stranamente in un Paese ancora dominato da un forte sessismo, la questione delle violenze perpetrate nei confronti delle donne è diventata oggetto di particolare attenzione; il loro corpo non ha mai fatto parlare tanto. Dalle varie leggi che proibiscono l’uso del velo da parte delle donne musulmane, alla volontà di abolire la prostituzione, raramente la necessità di proteggere la dignità delle donne ha monopolizzato tanto il dibattito pubblico.

Ma, se osserviamo più da vicino, notiamo che è solo la condizione di alcune donne ad attirare tutte queste attenzioni: donne generalmente non bianche e provenienti dagli strati più poveri della società.

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#Palermo e #sexworking: sindaco, perché un servizio di “spionaggio” con i soldi pubblici?

UnknownAnche a Palermo il sindaco Leoluca Orlando, come altri sindaci già prima di lui, punta lo sguardo sulle prostitute e intende adottare un provvedimento che le sex workers non gradiscono.

Ecco il comunicato stampa del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute:

Comunicato Stampa

“Il sindaco della quinta città d’italia, Palermo, nel corso di un forum web annuncia che intende adoperare lo street control per identificare e fotografare i clienti delle sexworkers che esercitano nel Parco della Favorita. La foto verrà spedita a casa con tanto di multa per sosta vietata e quant’altro. Relativamente alle sexworkers, il Sindaco sostiene che il numero è in aumento e lancia l’allarme rispetto alla presunta presenza di minorenni. Leoluca Orlando, classe ’47, sindaco di Palermo per la quarta volta, sostiene (a ragion veduta) di conoscere bene la propria città.

Sorge, quindi, qualche dubbio su dove, il Primo Cittadino, voglia puntare l’obiettivo dello street control per perseguire quale risultato e in favore di chi. Nulla vieta a due adulti consenzienti di consumare rapporti sessuali, concordando una transazione economica. La prostituzione, ad oggi, non costituisce reato, non lede diritti a terzi, a meno che i “terzi” non si approprino indebitamente della transazione economica delle due parti, di cui una diventerà parte lesa. I clienti, definiti dal Sindaco “farabutti”, sono cittadini prevalentemente di sesso maschile, mariti, fratelli, cugini, figli delle cittadine della città medesima, che deliberatamente scelgono di consumare rapporti sessuali a pagamento. Se l’iniziativa vuole essere un servizio di spionaggio o di fascicolaggio per informare l’ignara popolazione femminile (comodamente seduta attorno al focolaio domestico) sui giri notturni dei propri cari fratelli, mariti, figli, cugini, nonni, allora si invita codesta popolazione femminile a ricorrere alle agenzie di investigazione privata e a non attingere ai fondi pubblici amministrati dal Sindaco.

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