Sono giorni che i media ci ripetono i dettagli del rubygate dove i protagonisti sono: l’uomo cinquantenne con la panza (nei panni di Berlusconi) e ragazze giovani e belle.
Sono giorni che il dibattito politico viene monopolizzato dalla scandalistica di palazzo, e nasconde ogni altra questione sotto il tappeto della schizofrenia mediatica.
Di Ruby ne parlano tutti e la cosa che spaventa è il modo.
Da una parte sono puntati i fucili di chi si indigna per storie di sesso non taciuto (i ben pensanti fanno e non dicono); dall’altra prende drammaticamente forma una sorta di fronte di liberazione della donna “perbene” che si indigna per l’offesa arrecata all’immagine del paese. In mezzo c’è invece il punto centrale: il machismo, il sessismo, la mancanza di dignità e diritti di cui governi e patriarcato vestono la donna.
Non arrivare al nocciolo del problema è una caratteristica peculiare di questo Sistema: così è stato per le macerie aquilane, per la gestione dell’emergenza rifiuti che ha visto le nostre terre sempre più martoriate, così è per la sottrazione continua di diritti nel mondo del lavoro, per l’incuria nei confronti dei beni artistici e culturali, per le decine di migliaia di insegnanti costrette ad emigrare da Sud a nord in cerca dell’ennesimo contratto precario.
Il 13 febbraio, le donne sono chiamate ad indignarsi… ma ci sarebbe stato un 13 febbraio in assenza di un “caso Ruby”?!
Noi rivendichiamo un 13 febbraio tutti i giorni, perché la dignità e la libertà delle donne è messa in discussione non da scandali sessuali ma da un sistema culturale economico e sociale che in continuazione schiaccia e opprime la donna, irreggimentandola in ruoli preconfezionati di santa o puttana!
Cala una coltre pesantissima di silenzio su tutte le forme di violenza che le donne subiscono in questo paese, in casa, in famiglia, sui luoghi di lavoro, per le strade, nei luoghi di detenzione e reclusione; Viviamo in un paese in cui proprio gli stupri di “strada” sono stati utilizzati dalla propaganda politica come motivazione dell’impellente necessità di approvare pacchetti sicurezza e leggi restrittive che hanno generato tra l’altro l’affollamento di luoghi come i C.I.E.
Se proprio nei C.I.E, continuamente, si consumano da parte di italianissimi sbirri stupri ed abusi sul corpo di donne ritenute “figlie di un dio minore”, ci chiediamo come si possa rivendicare la difesa di una dignità femminile tutta italiana! Viviamo in un paese in cui, anche con il pretesto della crisi economica, assistiamo ad un arretramento costante di diritti e libertà nel mondo del lavoro, giocato principalmente sul corpo delle donne, private della libertà di scegliere se essere madre o non esserlo “grazie” alla cancellazione o alla difficoltà ad accedere a strutture sanitarie o allo smantellamento dello stato sociale, di cui le donne sono diventate sostitute non pagate. Come dimenticare le donne che ancora oggi muoiono di parto, a cui viene negato il diritto di abortire, la somministrazione di farmaci e la possibilità di scegliere la prevenzione?
SE ANCHE TU… NON TI SENTI ITALIANA E NON TI SENTI “X BENE”, TI RIBELLI TUTTI I GIORNI E NON PUNTI IL DITO CONTRO LE ALTRE DONNE SFRUTTATE. SE LA TUA DIGNITA’ NON SI INFIAMMA PER I SEXGATE MA PER LA VIOLENZA SULLE DONNE:
IL 13 PORTA LA TUA RABBIA E IL TUO CORAGGIO PER OPPORTI ALL’ENNESIMA STRUMENTALIZZAZIONE E RIVENDICA LA TUA AUTODETERMINAZIONE!!
Appuntamento ore 10 piazza Dante… SEGUI IL ROSSO… (e porta qualcosa di rosso)
COLLETTIVO FEMMINISTA PACHAMAMA – COLLETTIVO FEMMINISTA DEGENERI – LABORATORIO OCCUPATO SKA -LAbORATORIO OCCUPATO INSURGENCIA- COMMONS – SOTT’E’NCOPPA-SPORTELLO ANTIVIOLENZA LILITH – FEMMINISMO A SUD
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