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Donne abusate

Sapete quant’e’ la differenza tra una donna di partito e una femminista che
è tale perchè ci crede? Enorme. Potete constatarlo voi stess* a partire dalla
questione del braccialetto antistupro. Solo quattro mesi fa della stessa
questione ne parlò la lega e le donne a sinistra si fecero una bella risata
ritenendo la proposta, come è giusto, una boiata pazzesca [io stessa nel mio
piccolo avevo formulato una idea più carina: quella dell’anello
vibratore antistupro nella fika
, utile e dilettevole
]. Oggi invece
vediamo che accade
esattamente il contrario
: a sinistra applaudono alla proposta di rutelli e
a destra le donne si incatenano per manifestare un’opinione contraria. Io
continuo a ritenere che un anello vibratore potrebbe essere una soluzione più
piacevole.

La questione del braccialetto si inserisce in un dibattito sulla sicurezza
riacceso, come già sicuramente sapete, a seguito dello stupro avvenuto a roma.
Lei una studentessa straniera, lui uno straniero disoccupato. Un fatto
gravissimo, come tanti ne accadono tra le mura domestiche. Solo che uno stupro
fatto proprio giusto in questo periodo mette a rischio
la elezione di rutelli sindaco e dunque il dibattito diventa anche più
distorsivo di questioni che non vengono mai trattate come si dovrebbe e produce
un ulteriore abuso ai danni delle donne.

Il grande stupro avviene sulla nostra pelle da parecchio e l’ultima campagna
elettorale ci ha veramente spossate. Siamo state usate mentre i candidati si
contendevano i voti della chiesa e continuiamo ad essere abusate mentre i candidati
si giocano a poker la finalissima a roma. Si parla di noi senza che freghi
realmente nulla a nessuno e si continua ad alimentare una cultura paternalista
e patriarcale che mette in campo "eroi difensori dell’onore delle
donne" piuttosto che strumenti, culturali e pratici,che rendano le donne
autosufficienti e in grado di difendersi da sole.

Dopo lo stupro, infatti, la prima pagina è toccata agli uomini
che hanno soccorso la ragazza
. La stampa scritta e televisiva di sicuro
starà fremendo per avere l’esclusiva della prima immagine nella quale la donna
abbraccerà i due uomini. Vi sarà la tentazione a farla diventare una fiction
per coinvolgere la gente, per commuoverla e magari ai due cittadini sarà data
una medaglia. Come se questi due uomini avessero fatto qualcosa di più di
quello che tutti dovremmo fare. Come se la solidarietà fosse diventata qualcosa
di straordinario. Della rumena che fece arrestare l’uomo che seviziò e uccise Giovanna
Reggiani
non mi sembra si sia parlato così tanto.

Comunque, tanto è bastato per riparlare della efficacia delle ronde
di volontari. La
lega ovviamente le promuove
e le sponsorizza nei propri territori.
Dall’altro lato si parla di sceriffi, di far west, di "giustizia fai da
te" e quindi si connota negativamente la proposta. Solo cofferati è
d’accordo, ma che il sindaco di bologna abbia deciso di superare la lega a
destra ci è noto.

Nel bel mezzo di questa storia in cui si dibatte amorevolmente di come
"eliminare" fisicamente gli stranieri, se in maniera blanda, se
facendoli sparire di notte, se cambiando nome ai centri di permanenza
temporanea che potrebbero diventare persino temporaneamente più permanenti, la
questione sulla quale continua ad essere indispensabile riflettere è quella che
riguarda la differente maniera in cui uno stupro viene trattato a seconda della
nazionalità dello stupratore.

Gli stupri denunciati in italia, lo abbiamo saputo da poco, sarebbero circa 4663 in un anno (parliamo del 2007 – il dettaglio sulle città è: di 517 a Milano e di 320 a Roma). Mi piacerebbe sapere quanti sono stati commessi da stranieri e
quanti da italiani. Mi piacerebbe sapere poi quanti sono stati commessi per
strada ad opera di estranei e quanti da familiari. Le statistiche sulle
violenze ci parlavano di una assoluta maggioranza di abusi commessi dentro
casa, dove braccialetti, ronde, più polizia non servono assolutamente a nulla.
Ma di questo abbiamo parlato tante volte e non a caso le donne proprio su
questo punto sono scese in piazza il 24 novembre.

Il punto che vorrei focalizzare invece riguarda proprio la filosofia dei due
pesi e delle due misure [Su questo vi invito anche a leggere questo interessante contributo di Anna Picciolini]. Se una donna viene stuprata da un uomo straniero
allora nessuno si permette di mettere in discussione l’abbigliamento della
donna, il suo look, il suo comportamento, le sue abitudini personali e
sessuali. Sembrerebbe dunque che gli uomini italiani siano tutti
improvvisamente diventati rispettosissimi dei diritti delle donne. Come se
nessuno più si chiedesse cose insinuanti e calunniose come: "ma che ci
faceva lei lì a quell’ora? perchè mai è uscita da sola?" oppure, come nel
caso della ragazza stuprata a milano da un egiziano "lei perchè l’ha
seguito fuori? se l’ha seguito avrebbe dovuto aspettarsi che lui avrebbe
preteso qualcosa…".

Non dico nulla di nuovo, vi basta leggere i commenti che arrivano in
questo blog ogni volta che si parla di stupro commesso da un italiano: potete
verificare QUI
e QUI, solo per farvi due esempi.

Quando
una donna viene stuprata da uno straniero quindi ogni allusione
sessista cessa di colpo. Le donne ricominciano ad avere il diritto ad
esistere e attraversare le città quando e come vogliono. Questi stessi
diritti vengono rimessi immediatamente in discussione quando a stuprare
è un italiano. In quel caso è lei che provocava, che ci stava, che ha
denunciato per vendetta, che si è inventata tutto, che in realtà non è
ne più e ne meno che una puttana.

La schizofrenia di
comportamenti in relazione agli stupri può disorientare non poco le
donne che sicuramente non capiranno perchè mai ci sia uno squilibrio
così enorme tra i John Wayne senza macchia e senza paura che accorrono
in difesa della fanciulla dall’uomo brutto, cattivo e nero (o rumeno) e gli
stronzi che ancora oggi insistono con moralismi e esprimono giudizi
sulla vita delle donne che vengono sempre trattate come fossero delle
deficienti, non in grado di scegliere, facili nelle relazioni, un po’
puttane se esigono di desiderare e di realizzare i propri desideri
sessuali. Le donne che decidono, scelgono, sono indipendenti, vogliono
avere il diritto di dire di no quando e come vogliono non sono poi così
attraenti. Invece vanno a ruba quelle donne fragili e indifese, che
hanno tanto bisogno di aiuto e che si lasciano soccorrere dall’eroe di
turno.

Insomma le donne vanno bene e ogni cosa che fanno è più
che giusta se la figura dominante, maschile, paternalista dell’eroe
patriota viene valorizzata. Se una donna invece pensa a fare corsi di
autodifesa e chiede risorse economiche e concrete per essere
autosufficiente e in grado di non dipendere da un uomo ed eventualmente
di sottrarsi a situazioni di violenza allora perde di fascino.

Il
mito
dell’uomo che deve sentirsi importante e valorizzato invade da
sempre la nostra vita di relazione. In sicilia ad esempio accade spesso
di trovare donne che risolvono ogni problema familiare e che poi però
fanno di tutto per rilevare quanto sia stato fondamentale che il marito
abbia spostato, che so, una pentola dal tavolo al lavello. Sono donne
che trattano spesso i loro mariti come bambini da compatire. Li
incoraggiano, li applaudono, li esaltano per inezie. Molte lo fanno per
comodità, per evitare discussioni, perchè il modello della donna anni
cinquanta che veniva fuori da certa cinematografia americana
trasmetteva proprio quel genere di valori.

Le donne venivano
descritte come manipolatrici, come quelle che non avevano mai con i
mariti un rapporto paritario. Se le donne volevano sopravvivere e
andare avanti non dovevano mostrare tutte le loro qualità. Le donne
dovevano soccombere al gioco della competizione e stare sempre in ombra
e solo dall’ombra potevano fare delle cose attribuendone poi il merito
al marito.

Di quel tipo di donna c’e’ una gran nostalgia. Quel
tipo di donna è ancora molto presente nella nostra società. Quando si
parla di crisi della coppia e si colpevolizza la donna perchè non è più
una geisha in realtà si intende proprio questo. A noi è dato il compito
di dare fiducia agli uomini e di farli sentire importanti, utili. Non
sanno essere tali se non schiacciando le personalità femminili. Non
sanno ritagliarsi un ruolo sociale se le altre, le donne, acquisiscono
indipendenza, orgoglio, aggressività. Non sanno reinventarsi e invece
che parlare di crisi della mascolinità parlano di ribaltamento di ruoli
e di crisi dei valori. Perciò le donne, secondo alcuni, dovrebbero smettere di lavorare e
tornare a casa a fare figli.

Quello che emerge poi dal confronto
dei due diversi modi in cui un uomo reagisce di fronte allo stupro
commesso da uno straniero o da un italiano è anche immediatamente
riconducibile al "valore della proprietà".

Un uomo ama difendere
ciò che gli appartiene. La donna italiana o che attraversa il suolo
italiano fa parte di questo schema ed è funzionale alla retorica utile
alla formulazione di provvedimenti razziali. Lo stesso schema si ripete
però nelle loro case dove le donne che si rifiutano di essere una
"proprietà" vengono atrocemente punite in ogni modo possibile. La
parola d’ordine è dunque "appartenere". In questo senso sembra quasi
normale mettere un antistupro addosso alle donne così come si mettono
gli antifurti nelle case. Come se le donne fossero un bene acquisito,
una merce, un oggetto. Di noi tutto appartiene agli uomini: i nostri
corpi, le nostre vite, il nostro utero. Non mi sorprenderebbe se
qualcuno proponesse un microchip uterino che da l’allarme ad una
speciale caserma di salva-embrioni nel caso in cui le donne decidessero
di abortire [è terribile sapere che gli obiettori sono raddoppiati].

Il
punto
è che le donne non contano. Conta solo l’uso che di noi si può
fare, in ogni senso. Per questo tipo di stupro non c’e’ braccialetto
che tenga.

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


16 Responses

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  1. Valerio says

    Mah… scusate ma questa dell’uomo che si indigna solo se una donna viene stuprata da uno straniero mi sembra retorica bella e buona.
    Il problema qui è la strumentalizzazione che si fa di queste cose da parte di una “certa” parte politica, che siccome non sa risolvere i problemi, punta il dito e accusa, oggi sono gli stranieri, se eliminassimo gli stranieri sarebbero gli ebrei, se non fossero gli ebrei sarebbero i comunisti e via dicendo.
    Poi co-fattore di tutto ciò è la nostra “grandiosa” stampa, che da un lato è totalmente asservita, quindi fa da gran cassa mediatica alle stronzate dette da un cerebroleso (si, Bossi, sei tu!) e dal suo entourage di idioti, dall’altro è schiava del problema che non è un cane che morde il padrone che fa notizia, ma se il padrone morde il cane si…

    Dalla grancassa mediatica poi derivano i discorsi del piccolo popolo (non le fate eh!!!) “eehhh signora mia, si stava meglio quando si stava peggio… Eeeee si, sti albanesi/marocchini sono terribili.. eee l’altro giorno il cugino del fratello del cognato della sorella della ragazza di mio figlio ha visto uno di questi che pisciava per strada! io li farei bruciare tutti! ehhhh… saluti signora, torno a casa che mio marito torna fra un po’, e se non trova la pasta in tavola si arrabbia, poi chi lo sente quello…” etc etc.

    Il fatto è che per gli stranieri, non valgono le “attenuanti generiche” che ognuno mette in campo quando si parla di italiani (e rispetto a qualsiasi reato… furto, corruzione, QUALUNQUISMO… etc etc)

  2. Rosa says

    Concetta, hai afferrato il concetto :…è proprio così la mentalità italiana, e poi noi occidentali vogliamo insegnare agli islamici cosa vuol dire rispetto delle donne..ke vergogna!!!

  3. concetta says

    Per quel che riguarda il braccialetto,io penso che sia ancora una volta la prova che in Italia di fatto e ora anche in parlamento domini una cultura fascista e di conseguenza razzista e sessista eil PD avendo capito questo e essendo interessato solo al potere ha capito che aria tira in Italia e rincorre la destra su questi argomenti con la convinzione di racimolare qualche voto.I maschi italiani poi le loro donne molte volte,tante le picchiano oppure infliggono loro tante umiliazioni psicologiche ma poi si offendono e si indignano se per caso qualche donna viene stuprata da uno straniero ma non perchè sono dispiaciuti per lei ma perchè un altro,uno straniero ha osato “sciupare” una “merce” di loro proprietà
    Concetta Melchiorre

  4. Giulia says

    Che bello sentir fare questi discorsi anche a qualche ragazzo… Quando parlavo di queste dinamiche perverse tutti mi prendevano per eccessiva, ora sono in Australia e mi rendo conto ancora meglio (semplicemente perchè sono a contatto con tantissime culture diverse e non con una religione di stato) di quanto spazio vitale sia stato tolto alla persona donna in Italia, con conseguenze drammatiche su tutta la società. C’è un libro, che apparteneva a mio padre 20 anni fa, “Dalla parte delle bambine” in cui si fa un esempio straordinario: provate a scambiare la donna con un rappresentante maschile di una minoranza razziale, e vedrete che si griderà allo sfruttamento, ma da una donna è considerato normale (e io vengo dalla Romagna, non dal Sud) aspettarsi servizio, reverenza, dipendenza emotiva e di scelte. Finchè la donna verrà mercificata ci dovremo aspettare che molte donne cerchino di vendersi al più alto prezzo possibile. Le cosiddette fighe di legno.

  5. valerio says

    P.S.
    Fra l’altro, questo cazzo di atteggiamento, crea una massa di uomini idioti.
    Semplicemete perchè non vengono educati, ab horiginem, nella famigghia da cui provengono.
    C’è un mio conoscente così.
    Ultimo di cinque figlie, viziato come pochi, stronzo come pochissimi altri.
    E infatti, guarda un po’, un inetto…
    Che a sua volta sposerà un’altra inetta (anzi, si farà sposare…) e metteranno al mondo altri inetti, donne abituate a stare nell’ombra e uomini che si credono il figlio di dio e che la loro mamma sia vergine…

  6. Valerio says

    “Il mito dell’uomo che deve sentirsi importante e valorizzato invade da sempre la nostra vita di relazione. In sicilia ad esempio accade spesso di trovare donne che risolvono ogni problema familiare e che poi però fanno di tutto per rilevare quanto sia stato fondamentale che il marito abbia spostato, che so, una pentola dal tavolo al lavello. Sono donne che trattano spesso i loro mariti come bambini da compatire. Li incoraggiano, li applaudono, li esaltano per inezie. Molte lo fanno per comodità, per evitare discussioni, perchè il modello della donna anni cinquanta che veniva fuori da certa cinematografia americana trasmetteva proprio quel genere di valori.”

    Da uomo, ti dico che purtroppo questa è una cosa tremendamente diffusa.
    E non si tratta solamente di marito e moglie, si tratta dello stupido ateggiamento condiscendente che hanno molte ragazze (di media quelle che se la “tirano”, atteggiamento direi quasi totalmente maschilsita poi) e tante altre cose insite nella morale femminile.
    Immagina un ragazzo di vent’anni, in preda allo sconvolgimento ormonale che cerca di conoscere qualche ragazza (in maniera rispettosa… senza fischi e pacche inappopriate, ma con parole, non mi dichairate guerra per principio 😉 ) che si trova a parlare con tipe stereotipate, che ti trattano come un coglione (ovviamente, hai cercato di attentare a l’unica cosa che una donna di una società pluto-catto-fallo-gerontocratica possiede) e non sanno nemmeno loro il perchè.
    Purtroppo la condizione della donna (e di riflesso dell’uomo) in questa società non cambia, per colpa di uno e dell’altro elemento.
    Quanto mi piacerebbe che ci fosse un po’ di reale parità, non solo di diritti, ma anche culturale, che ne so, trovare il 50 per cento di donne nelle facoltà come ingegneria, oppure trovare il 50 per cento di uomini nella facoltà di lingue…

    Mi piacerebbe poter guardare negli occhi una donna, senza che essa abbassi lo sguardo.

  7. Rosa says

    Condivido pienamente con te Donna Cannone. Io credo fermamente che la violenza in famiglia sia un tabu’ (e tutto cio’ che fa l’uomo italiano) perchè siamo in un paese cattolico dove la donna per dogma è proprietà dell’uomo e quindi purtroppo subordinata (nelle mura domestiche) e indigna il fatto che sia un estraneo a stuprarla. Credo che non ci siano altre spiegazioni se non quelle agguntive della credenza sociale che la donna sia un oggetto di desiderio, un soggetto fisicamente debole e facilmente oggetto di questo, il che determina il verificarsi delle violenze carnali e fisiche.
    Basta vedere come hanno trattato la violenza: in campagna elettorale, (se no non se ne parla mai) da un Rutelli o una Lega Nord che per risolvere la violenza sulle donne propongono di cacciare gli stranieri o dotarci di un braccialetto che ci tratta alla stregua di criminali con libertà vigilata, come se lo stupro fosse quasi colpa nostra, e tutto questo a causa della carenza di donne in politica. Non voglio percio dire che tutti gli uomini sono stupratori ma non sanno affrontare questo tema proprio perchè giustificano. L’italiano non si sente uno stupratore, quindi nn si ricorda k fino al 96 l ostupro era reato contro la morale, non ricorda le sentenze schock della cassazione e che ogni volta che una donna entra in tribunale la stuprano moralmente?
    Questo significa che in italia c’è la mentalità dello stupratore e non è meno grave di chi stupra una donna, anzi è peggio. Dobbiamo ancora sopportare tutto cio’ solo perchè in italia il potere lo detengono gli uomini che decidono loro come dobbiamo essere e quando apparire o quando ignorarci o farne un oggetto per una campagna elettorale, come è successo all’aborto e ora si permettono di toccare il grave tema delle violenze?

  8. La Donna Cannone says

    Ciao. Condivido sostanzialmente tutto quello che sta scritto qui – e credo che dovrebbe essere portato nelle scuole, questo testo!

    Vorrei aggiungere una piccola/grande altra faccia della medaglia, ovvero lo smascheramento di una enorme IPOCRISIA di molti maschi italiani. Sono bravissimi a fare la voce grossa contro lo straniero che abusa delle loro donne (l’immagine è abbastanza cavernicola?), ma non si racconta mai che sono in testa alle CLASSIFICHE MONDIALI DEL TURISMO DEL SESSO, in Paesi come est Europa, Brasile, Thailandia, Cuba, etc?

    E’ un fenomeno diabolicamente perverso, così come quello del numero altissimo di fruizione della prostituzione. Tutto molto ipocrita, fatto di nascosto, tutto connesso a un gioco assolutamente impari nei ruoli uomo-donna.

    Saluti,
    La Donna Cannone

  9. Rosa says

    Condivido tutto. Sta anche al centro dei miei pensieri. IO mi chiedo ma un italiano come f aa non sentirsi di cultura uno stupratore (parlo di società non accuso gli uomini) se poi fino a solo 12 anni fa si è fatt auna grande fatica ad accettare che lo stupro passasse da reato contro la morale a reato contro la persona, se poi aggiungo le sentenze schock di cui tutti sanno: http://lasestina.com/…&id=199&Itemid=85, e quell oche fanno ad ogni donna quando entr ain tribunale dopo che ha subito uno stupro, il quadretto dovrebbe completarsi per farsi la domanda..
    Mha…!!!
    quindi si puo pensare che il maschio italiano (senza generalizzare) sia più stupratore di mentalità che non nei fatti (che poi è anche cosi) del rumeno?

  10. Darkaillean says

    Una donna sudafricana ha inventato qusto simpatico aggeggio che si attacca dolorosamente al pene dello stupratore e può essere rimosso solo chirurgicamente… lo ha inventato in un paese in cui il numero degli stupri è altissimo…

    Io proporrei una versione del Rapex con un segnalatore che permetta di individuare lo stupratore… una roba tipo microspia… a metà tra Atto di Forza e James Bond….

    😀

    O forse bisognerebbe proprio cambiare il modo in cui la donna viene presentata, per esempio togliendo tutte le vallette discinte e decerebrate che affiancano aitanti e becerissimi presentatori. Ecco, mettiamo ragazze meno discinte e non facciamole passare per beote sorridenti. Insegnamo il rispetto… Siamo noi stesse le prime a rispettarci e a proteggerci insegnando il rispetto ai nostri figli che saranno gli uomini del domani. E intanto alleiamoci: mettiamoci d’accordo per girare in gruppo! Organizziamo manifestazioni di protesta che blocchino le città pur di farci dare quel lampione in più, quei servizi pubblici più efficienti, più controllo, servizi sociali più decenti che non ci facciano passare tutte per zoccole quando ci capita qualcosa e che non ci sbattano in prima pagina per poi dimenticarci dopo due giorni, ma proteggano prima di tutto la nostra dignità…

    Hmmm…..

    Ok forse l’idea del Rapex con microspia è più realistica… magari col controllo satellitare….

    🙁

    Nella mia prossima vita, o Dei vi prego, voglio essere una spirogira…

  11. anselma says

    mia adorata,
    siamo qui e combattiamo, ma che disastro….

  12. bimbovic says

    Stavo pensando, riproducendo l’eroismo maschile alla imma battaglia ( che non potete sapè le cazzate che ha detto all’auditorium… povera ida dominijanni che doveva “moderare”…) pensavo a una terza proposta:
    ne bracciale, ne anello…
    donna in pericolo: affitta una lella massiccia!
    possessiva più del bracciale,
    vibrante più dell’anello…
    (devo darmi al marketing, altro che critica cinematografica fallita!)

Continuing the Discussion

  1. Il Vento e L'Anima linked to this post on Aprile 27, 2008

    Gli stupri "utili" e le "bonifiche preventive" (da femminismo-a-sud.noblogs.org) Riepiloghiamo: A roma si misura la penetrazione al millimetro, proprio come fanno nelle aule di tribunale, per vedere se lo stupro c’e’ stato oppure n

  2. la conoscenza rende liberi linked to this post on Aprile 27, 2008

    Questo post è per tutte le persone che vogliono vederci chiaro sullo stupro della studentessa universitaria a Roma: la verità potrebbe essere molto diversa da quella che ci hanno propinato. L’articolo che pubblico è tratto da Femmi

  3. Universo Femminile linked to this post on Aprile 27, 2008

    Questo post è per tutte le persone che vogliono vederci chiaro sullo stupro della studentessa universitaria a Roma: la verità potrebbe essere molto diversa da quella che ci hanno propinato. L’articolo che pubblico è tratto da Femmi

  4. BigV niente sarà più come prima linked to this post on Aprile 26, 2008

    Questo articolo è tratto dal blog Femminismo a Sud, vi consiglio di leggerlo e di conoscere la "verità" sullo stupro della studentessa universitaria a Roma… Riepiloghiamo: A roma si misura la penetrazione al millimetro, propri