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La vita è nostra: nessuno può togliercela!

Oggi solito elenco di atti di violenza maschile contro donne e bambini. Vi segnaliamo il racconto di una vittima di violenza domestica pubblicato sul secolo XIX. Una donna che ha subito di tutto e che per salvarsi la vita si è dovuta rifugiare con il suo bambino in un centro antiviolenza.

Pensate che in italia, per casi del genere, in cui esiste una accusa di violenza contro l’uomo, non solo lui immagina di poter rivendicare l’accesso alla ex moglie, ma pretende anche di imbastire una serie di procedimenti per ottenere l’affido della figlia o del figlio. In america l’hanno chiamata "violenza domestica per procura" e si serve delle leggi sull’affido condiviso per insistere nella persecuzione nei confronti della ex. All’occorrenza viene chiesta l’ammissibilità della Pas, falsa sindrome inventata per offrire argomenti agli abusatori e mettere in discussione la credibilità delle vittime, che non gode di nessun riconoscimento scientifico e che è fortemente contestata da moltissimi avvocati e procure degli statiuniti e d’europa.

Altro suggerimento di lettura è questa intervista che suggerisce quali sono i modi per opporsi allo stalker. Dato che anche qualcuna di noi non è stata risparmiata potremo dirvi se l’intervista dice il vero oppure no.

– prendere appunti, screenshottare, segnare, documentare, ogni atto di stalking; (vero)

– non imbastire con lo stalker o gli stalker nessun tipo di comunicazione, mai; (vero)

– denunciare, rendere pubbliche le azioni di stalking, non aspettare che tutto "passi" o che si risolva da se’. Non si risolve niente. (vero)

Le donne devono sapere che alla prima denuncia lo stalker viene ammonito. Se continua con gli atti persecutori allora si procede d’ufficio, le donne non hanno più neppure bisogno di denunciare.

E dopo gli ultimi gravi episodi di femminicidio avvenuti in seguito allo stalking bisogna tenere conto della sentenza di cassazione che stabilisce che le donne devono essere immadiatamente protette dopo DUE soli casi di stalking atti a generare ansia e paura.

Quindi sorelle, teniamoci strette, confidiamoci tra noi, non lasciamo nulla di intentato. Non permettiamo a nessuno di terrorizzarci, minacciarci, intimidirci, perseguitarci, molestarci in ogni modo possibile, internet incluso.

La vita è nostra. Nessuno può togliercela.

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. evasin says

    E i bruttini, bruttine, che fanno?? scherzo. anche se poco da scherzare.

    http://www.net1news.org/…i-opportunit%C3%A0.html