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Angela Davis e il rifiuto di Judith Butler

Angela Davis, intervistata da un attivista di SUSPECT, esprime la propria opinione sul rifiuto di Judith Butler che pubblicamente non ha accettato il premio per il coraggio
civile durante la parata del Christopher Street Day a Berlino.

I certainly hope Judith Butler’s refusal of the civil courage award
will act as a catalyst for more discussion about the impact of racism,
even within groups that are considered to be progressive. The
assumption that.. somehow people from the Global South, people of
colour are more homophobic, is a racist assumption. .. If you consider
the extent to which the ideological structures of homophobia, of
transphobia, or heteropatriarchy are embedded in a our institutions,
the assumption that one group of people is going to be more homophobic
than another group of people misses the mark. Because we not only have
to address issues of attitudes, but we have to address the institutions
that perpetuate those attitudes and that cause, that inflict real
violence on human beings. And I was going to say in answer to the last
question about the urgency of the late 60s, is that had people not
acted with that urgency, that we would not perhaps have the expanded
notion of social justice that we have, that we wouldn’t perhaps have
the vocabulary, and there’s always been a struggle over language, over
vocabulary. And I’ve come to believe that when we win victories in
movements, struggles, that what we do is change the whole terrain of
struggle. So we don’t simply add on. We don’t add on women to black
people, we don’t add on LGBT people to women and to black people, we
don’t add on trans people, and so forth. Each time we win a significant
victory, it requires us to revisit the whole terrain of struggle. And
so therefore we have to ask questions about the impact of racism in gay
and lesbian movements, we have to ask questions about the impact of
racism in the women’s movements, we have to ask questions about the
impact of sexism or misogyny in black communities, we have to ask
questions about the influence of homophobia in black communities or
communities of colour. This notion of intersecting or crosspatched or
overlaying categories of oppression is one that has come to us thanks
to the work of women of colour feminists.

Traduzione:

"Senza dubbio spero che il rifiuto del premio per il coraggio civile di
Judith Butler fungerà da catalizzatore per una maggior discussione
sull’impatto del razzismo, anche all’interno di quei gruppi che sono
considerati progressisti.
L’ipotesi che.. in qualche modo le persone del Sud del mondo, le persone
di colore siano più omofobe, è un presupposto razzista…
Se si considera la misura in cui le strutture ideologiche della
omofobia, della transfobia, o dell’eteropatriarcato sono inserite in una
qualsiasi delle nostre istituzioni, l’ipotesi che un gruppo di persone
sia più omofobo di un altro gruppo di persone è fuorviante.
Perché non solo dobbiamo affrontare le questioni che riguardano gli
atteggiamenti, ma dobbiamo rivolgerci alle istituzioni che perpetuano
tali atteggiamenti e che causano, che infliggono violenza reale sugli
esseri umani.
E stavo per dire in risposta all’ultima domanda circa l’urgenza che si
viveva alla fine degli anni ’60, che se la gente non avesse agito con
tale urgenza, forse non avremmo il concetto esteso di giustizia sociale
che abbiamo, che non avremmo forse questo vocabolario, e c’è sempre
stata una lotta sulla lingua, sul vocabolario.
E ho cominciato a credere che quando otteniamo vittorie nei movimenti,
nelle lotte, quello che facciamo è cambiare l’intero terreno di lotta.
Non è che semplicemente aggiungiamo. Non aggiungiamo le donne alle
persone di colore, non aggiungiamo le persone LGBT alle donne e alle
persone di colore, non aggiungiamo le persone trans, e così via.
Ogni volta che conquistiamo una vittoria significativa, questa ci impone
di rivisitare l’intero terreno di lotta. E così dobbiamo quindi porci
domande sull’impatto del razzismo all’interno movimenti di gay e
lesbiche, dobbiamo farci domande sull’impatto del razzismo nei movimenti
delle donne, dobbiamo farci domande sull’impatto del sessismo e della
misoginia nelle comunità nere, dobbiamo porci domande sull’influenza
della omofobia nelle comunità nere o comunità di colore. Questa nozione
di intersezione o mescolamento o sovrapposizione delle categorie di
oppressione è una cosa che è arrivata a noi grazie al lavoro delle
donne femministe di colore.
"

Fonte: Angela Davis’s supportive statement after the screening of Angela: Portrait of a Revolutionary at Hackesche Hoefe

Posted in Anticlero/Antifa, fasintranslation, Fem/Activism, Iniziative, Personale/Politico.


3 Responses

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  1. paola says

    “This notion of intersecting or crosspatched or overlaying categories of oppression is one that has come to us thanks to the work of women of colour feminists.” Judith Butler non poteva essere più chiara: gli oppressi non sono solidali tra loro, ovvero, ognuno, se può, opprime qualcun altro, o almeno una categoria di esseri umani al suo interno. E però le donne mi sembrano la categoria in cui si concentra il maggior numero di azioni oppressive.

  2. m. says

    viviana 🙂
    la sorella che l’ha postata probabilmente non ha avuto tempo o pensava fosse comprensibile.
    se qualcuno volesse può contribuire con la traduzione e postarla qui tra i commenti o gira la tua richiesta in mailing list e magari lì facciamo insieme una sintesi.

  3. viviana says

    donne meravigliose, lo sò che l’inglese è la lingua più parlata, più studiata e etccc… però io non riesco a capirlo, mi sforzo ma questa lingua non vuole collaborare… quindi gentilmente e quando avete tempo, potete postarne la traduzione? Se c’è in spagnolo lo riesco a capire, quindi potrei tradurlo io in italiano… ma l’inglese no… sob!!! è una tragedia ;_;