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Facebook cecchino di chi discrimina le donne?

Chi gestisce Facebook Italia?

La domanda che le ragazze defraudate delle loro pagine si pongono diventa questa. Chi raccoglie le segnalazioni? Chi le valuta? Ci sarà pure una società che ha in appalto questa cosa.

Una volta una delle fanciulle che gestivano la defunta pagina “femminismo” scrisse ad una serie di indirizzi di supporto per avvisarli nel caso in cui avrebbero ricevuto segnalazioni e spiegare che la pagina era gestita in modo corretto, non c’era l’ombra di un solo errore. Stavano attente a tutto, non si bestemmiava, non si linciava, non si diceva nulla di più se non cose argomentate. Sembrava una chiesa. Faceva proprio schifo a pensarci bene. Ma sembrava necessario dato che i maschilisti passavano il tempo a fare notare che tu in quanto donna eri lì a odiare il maschio.

Se dunque si condivideva una notizia che parlava di un pedofilo che aveva massacrato una bambina di quattro anni guai a dire qualcosa di sconcio. Tutto giusto. Tutto perfetto. Tutto, tutto ma proprio tutto.

Lo dissero a quelli di facebook e rispose un tale Francesco che secco rispose “ne terremo conto”.
E deve essere stato così perchè quella pagina alla fine fu semplicemente suicidata e ad onor del vero non ci fu accanimento di segnalazioni. Anzi ci fu perfino chi si ribellò in fase di chiusura perché era stato così bello intrufolarsi tra le femministe, piazzare una scorreggia maschilista e poi scappare sghignazzando. Un giochino proprio tanto divertente.

Quello che accadde dopo è già storia. Tante donne che erano rimaste in quella chiesa a rispettare l’ordine per non perdersi di vista e per non perdere quel punto di riferimento alla fine si sono liberate e ora sono libere e dicono e fanno e sfanno per facebook gruppi e pagine che vengono segnalate, poi richiuse, e loro ricominciano e via così.

Alcune si chiedono se ne vale la pena. Altre si dicono che non bisogna lasciare quel posto in mano ai maschilisti. Altre pensano che quel posto comunque non appartenga a nessuno. Altre semplicemente non pensano.

Noi che vediamo le cose a distanza prendiamo con interesse quella domanda: chi gestisce facebook italia?
Dov’è la trasparenza aziendale? Bilanci? Appalti? Società in subappalto? Chi sono gli operatori e le operatrici che fanno funzionare quel meccanismo? Chi ha accesso ai dati di milioni di utenti?

E ci viene anche da pensare quale sia effettivamente la filosofia di base di facebook. In fondo è un posto che automatizza dei gesti e ti educa.
Per prima cosa, come suggeriva un nostro amico, educa alla delazione. C’è quel “segnala” che diventa automatico.
Poi ti educa al “mi piace” che fa tanto elezioni elettroniche all’americana. E già vediamo uno scenario italiano con le prossime presidenziali populiste in cui il concetto di “partecipazione” sarà ampliato da “televoto” a “facebook voto”.
Ed è un “mi piace” senza qualità perché spesso non si guarda neppure il contenuto di quello per cui si clicca. Leggi un titolo simpatico e dici ok. Tutto qui.

Ma la questione vera rimane: chi gestisce gli account in italia? Chi raccoglie le segnalazioni? Chi decide quale gruppo chiudere e quale no?
Davvero tutto è su base numerica? Tante segnalazioni e tante possibilità in più di ottenere una chiusura? Altrimenti come è possibile?

In due casi, per quanto ci riferiscono, i maschilisti hanno clonato pagine di donne contro la violenza maschile sulle donne e in due casi sono riuscite a farle chiudere. Perché?

Perché le loro pagine false sono rimaste aperte e quelle VERE, attivate in data precedente, sono state chiuse? Perché?

Chi lavora per facebook? Chi decide quali segnalazioni raccogliere e quali no? Quali sono i criteri che vengono usati?

Non sono domande casuali in special modo nel caso in cui si verifica una vera e propria discriminazione nei confronti delle donne.

Ci sono pagine in cui si giustifica l’odio, la violenza sulle donne, si fa perfino apologia del femminicidio e per quanto a noi non interessi il meccanismo della chiusura comunque pare che in molti casi siano state segnalate. Eppure sono ancora lì.

In quelle delle donne invece basta non essere d’accordo con i maschilisti. Loro chiamano tutti gli iscritti a segnalare le pagine e quelle pagine vengono chiuse. Perché?

A noi importa il giusto, restiamo sempre osservatrici del sessismo in web e studiamo le dinamiche sociali dei vari strumenti che la rete mette a disposizione.

Però ci piace andare a fondo delle questioni e allora chiediamo ancora: perché facebook diventa il cecchino su commissione di persone che discriminano le donne? Perché?

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.