Una storia, tra le tante di prevaricazione sui bisogni, proprio quando avresti bisogno di consultare una professionista o un professionista che dovrebbe avere il buon gusto di non approfittare del tuo bisogno per importi il suo modello di vita. In italia le donne sono sotto ricatto in ogni occasione. Perfino quando vanno a chiedere consiglio ad una semplice nutrizionista, come dimostra lo sfogo che una nostra amica ha voluto condividere con noi e con voi. Abbracciamo con grandissimo affetto lei e invitiamo tutte voi ad avere la sua stessa determinazione nel non accettare mai alcuna forma di prevaricazione da parte di persone che dovrebbero offrirvi un servizio (peraltro retribuito) e dovrebbero esimersi dal mischiare le loro convinzioni (poco laiche) con le vostre reali esigenze. Per rivolgersi a medici di qualunque genere alle donne viene sempre chiesto di cambiare vita, parere, perfino religione. Pensate se fra i rivenditori di automobili ci fossero obiettori di coscienza e individui ultraortodossi. Pensateci. Buona lettura!
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Carissime
Causa problemi di salute, debbo dimagrire. Dove con problemi di salute intendo il fatto che sono epilettica e il dosaggio di medicine è dato in base al peso del corpo, di conseguenza essendo ingrassata di 10 kg devo perderli per non farmi aumentare la dose di farmaci giornalieri che già ora è molto alta.
Entro insieme a mia madre, nello studio della dottoressa X., nutrizionista, una donna magra e alta che mi invita a sedermi. Mi fa qualche domanda personale, mi guarda gli esami del sangue, e afferma che gli altri tre dottori che li avevano controllati non ci avevano capito niente. La cosa mi lascia un po’ stupita ma siccome quei dieci chili li devo perdere, nonostante a me piaccia veramente tanto mangiare e il mio corpo mi va bene così com’è,più o meno, continuo ad ascoltarla. Mi pesa: sessantacinque kg e mezzo, per centocinquanta centimetri.
Mi esplora la pelle delle gambe, guarda le mie smagliature, frutto del fatto che durante la pubertà sono ingrassata, e mi dice che "lei ha avuto un exploit notevole".
Alla fine mi dice: "ma smettiamola di parlare d’altro. Noi siamo qui per levarci la pancia". Io alla mia "pancia" ci tengo, mi piace, certo, la devo accettare, tuttavia se il problema è di salute va benissimo. Però non fatemi a fettine. Non voglio pesare dieci chili.
Mi inizia a scrivere il suo "programma in cinque giorni": oggi ti mangi un chilo di banane con un chilo di latte! Io rimango allibita: come, le rispondo, ma non si può iniziare in modo meno drastico?
Non potete capire come s’è arrabbiata. Mi ha detto che non sono mentalmente predisposta a perdere i chili, che lei l’ha capito sin da quando mi ero seduta, e col carattere che c’ho (e qui parlava guardando solo mia madre), aggressivo!, non avrei mai cambiato stile di vita, perché dieta in greco vuol dire stile di vita. È vero, non nascondo che il mio rapporto col cibo è d’amore, che spesso mangio molto, ma tu, nutrizionista dei miei stivali, non puoi giudicare la mia vita. Ho fatto una cosa che mi dispiace, ma dovevo.
Mi sono messa a piangere, perché sentivo che si stava intrufolando in una vita chenon conosceva, fatta di violenze, in cui ho sempre dovuto prendere decisioni drastiche, in cui mi è sempre stato fatto il processo, e in cui mi sono fatta un culo così. Vedendomi piangere, mi ha detto: "sono contenta che piangi, la vita è fatta di cambiamenti, un giorno diventarai madre e…"
BASTA.
Io non voglio diventare madre, non voglio essere magra, voglio essere felice. Voglio essere sana, e quindi mi troverò un’altra nutrizionista, uomo o donna che sia. Ma da lì, mi sono alzata e me ne sono andata. Mia madre non ha capito, come al solito, non una parola di solidarietà, niente. Mi ha rincorso per un pezzo, lei è tornata dalla dottoressa, io sono scappata a casa, ed è finita così.
Basta veramente poco, a volte, per far traboccare il vaso.
Scusate lo sfogo.
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un chilo di banane con un chilo di latte?
a parte l’assoluta incapacità di relazionarsi, la tua nutrizionista non mi sembra granché neanche professionalmente. Va’ da una brava dietologa, ti sentirai meglio e, comunque, buon appetitio ;D
Hai tutta la mia solidarietà. Sul serio.
Hai fatto benissimo ad andartene, vorrei che le avessi detto quello che hai scritto qui, e magari anche un bel vaffa…
“Un giorno diventerai madre”… ma chi te l’ha detto???
mah.
Dottori e genitori. Sempre ad esercitare il potere. Più bisogni abbiamo più loro si fanno aggressivi e autoritari. Aiutano di più i libri:
Alice Miller – la rivolta del corpo (2005)