Stiamo contando e dando un nome alle vittime di violenza maschile (quelle morte) dell’anno trascorso. Da maggio 2009 a maggio 2010. Tutto quello che è documentato sul "Bollettino di Guerra" verrà in parte analizzato.
Le donne morte ammazzate dagli uomini (i quali spesso uccidono anche i figli prima di tentare il suicidio) sono davvero troppe. Lo sapevamo ma abbiamo la pelle d’oca a rileggere e ricordare una per una le donne delle quali abbiamo parlato provando con tutte le nostre forze a dire che ciascuna di quelle morti forse poteva essere evitata. E’ una strage infinita e non ci serve davvero che sia la comunità europea a dirci che l’italia è IL PRIMO stato d’europa per crimini da violenza domestica.
Quello che poi ci fa abbastanza senso è il fatto che questi annunci vengono accompagnati puntualmente da varie dichiarazioni tra cui quelle dell’associazione avvocati matrimonialisti italiani i quali, a nostro avviso, forzano l’interpretazione dei delitti attribuendoli ad un unica ragione che riteniamo facilmente assimilabile al progetto sulla legge dell’affido condiviso.
Lo avevamo già detto anche in occasione delle cinque donne morte in due giorni. Alcuni fecero dichiarazioni simili e noi parlammo di rivendicazioni giornalistiche e chiamammo il fenomeno "terrorismo a domicilio".
Non è vero che le donne muoiono in sede di separazione per mano degli ex mariti per questioni economiche. Fosse così semplice allora non dovrebbero esserci episodi di violenza, percosse, stupri, delitti – che invece ci sono e sono numerosissimi – quando le coppie sono tutt’altro che separate. Se gli avvocati matrimonialisti vogliono così suggerire un elemento e orientare il dibattito come fosse utile a prevenire le morti delle donne non giungeranno a questo scopo bensì, riteniamo, a promuovere l’aspetto della legge sull’affido condiviso, in discussione al senato e appoggiata da lega e pdl, che sottrae alle donne separate la proprietà di casa e beni in favore dell’ex marito [Leggi: qui e qui].
Parlare di motivi così biechi come fossero argomenti cui è urgente trovare una soluzione è sintomo di un dibattito equivoco e ambiguo nel quale sembra quasi trovarsi una giustificazione ai delitti e si lascia dedurre che pagare una tangente agli uomini potrebbe servire a farli essere meno violenti con le donne.
Non si può analizzare la quantità enorme di delitti con gli argomenti che userebbe un qualunque estortore. Non si può mettere in discussione uno spunto che suggerisce di cedere ad un ricatto.
Le donne non devono essere uccise mai. Questo è un punto dal quale partire. Il dato reale è poi di donne che più spesso si separano e vanno a vivere dai familiari. Ci sono di mezzo appostamenti nelle case dei familiari della ex. Spesso vengono feriti e uccisi parenti che difendono la donna. Muoiono tante donne che con il loro assassino avevano forse solo convissuto o avuto una relazione e non avevano beni in comune di nessun tipo. Muoiono donne adulte, molto adulte, per mano di uomini che vanno dai 60 anni in su, fino ad arrivare ad ottanta anni. Le questioni economiche non c’entrano niente.
Gli avvocati matrimonialisti dovrebbero sapere che la spinta principale di tutto ciò è il possesso ma che l’unica proprietà della quale gli assassini non vogliono essere privati è rappresentata dalle loro stesse vittime.
Gli avvocati matrimonialisti potrebbero prevedere che ogni volta che si mette in circolazione un concetto come quello che loro esprimono diventa automaticamente argomento che in bocca d’altri istiga al femminicidio. Diventa una scusa, un alibi. Perchè la violenza viene innanzitutto legittimata socialmente prima di manifestarsi.
Se non ci fosse chi – e parliamo di molte cose che leggiamo sul web, per esempio – sta istigando odio contro le donne fornendo ai maschi argomenti utili a sterminarle in relazione a separazioni, affidi, pas, beni patrimoniali, forse sarebbe più chiaro a tutti gli uomini che NON CI PUO’ E NON DEVE ESSERCI NESSUNA RAGIONE PER CUI UN UOMO POSSA FARE VIOLENZA SU DONNE E BAMBINI.
Lo diciamo in generale e per chi sul web si dedica a questa attività: non si può speculare sulla morte delle donne per accreditare progetti legislativi che fanno male alle donne e ai bambini.
L’analisi di questi fenomeni purtroppo, sia attraverso i quotidiani, sia attraverso la dichiarazione che abbiamo commentato, suggerisce a priori una "risposta legislativa" e realizza una cultura sociale.
Vale lo stesso quando si parla di uomini che ammazzano perchè depressi, in preda a raptus, per gelosia, e così via.
Pensiamo che non si possa offrire una giustificazione agli assassini e non si può immaginare una soluzione legislativa, sociale e culturale che agevoli gli assassini invece di essere, come mai accade, dalla parte delle vittime.
Tutta la costruzione della società ruota attorno agli assassini. Tutto è compresso secondo le loro necessità e richieste. Le donne sono sotto sequestro. Il riscatto viene pagato a quelli che comunque prima o poi le uccideranno.
Pensiamo dunque che una analisi vera e propria debba partire dai dati nudi e crudi, ripuliti da ipotesi falsate, attenuanti e giustificazioni sociali, economiche e morali dell’omicida.
Ci troveremmo altrimenti ad entrare nella dinamica del femminicida. In quel suo delirio mentale che gli fa credere di avere una qualunque ragione per odiare e uccidere una donna.
Proviamo a farvi un esempio per farvi capire: immaginate che quando siamo di fronte a molti episodi di pedofilia la società, gli avvocati, intellettuali e giornalisti, cominciassero a dire che quel genere di abuso è commesso perchè i pedofili sono gay, perchè non hanno moglie, perchè c’è stata la rivoluzione sessuale e dunque erano sessualmente "arrapati". Come dire che la risposta legislativa, culturale e sociale favorevole a costoro dovrebbe essere una fornitura mensile di sacrifici umani (donne e bambini) come atto di pietà verso questi "poveri pedofili" indifesi.
E’ più chiaro ora?
Non si può interpretare un delitto attraverso le ragioni di chi compie quel delitto. Un uomo che uccide una donna usa qualunque scusa per ucciderla. Non c’è una ragione oggettiva, accettabile. Non ci possono essere ragioni accettabili.
Vi facciamo un altro esempio: come se a seguito di molti stupri si analizzasse il fenomeno attribuendolo ai facili costumi delle donne, all’abbigliamento, al fatto che i maschi non possono resistere alle provocazioni. La soluzione legislativa, sociale e culturale dunque diventerebbe quella che va nella direzione di un burqa per tutte le donne.
Non si può interpretare un femminicidio suggerendo le ragioni per cui lo compie. Non si può dare una interpretazione "sociologica" di questo tipo. Altrimenti potremo dire che la mafia uccide perchè ci sono cittadini che non accettano di essere succubi alle loro regole (dunque suggerendo di aderire ad esse) o che il racket delle estorsioni uccide perchè alcuni negozianti non vogliono pagare, dunque suggerendo di farli pagare un tanto al mese.
Le donne non possono essere davvero trattate così male da essere strumentalizzate anche da morte ammazzate, per promuovere una cultura misogina e maschilista.
Ecco perchè nella nostra lunga lista noi tenteremo di trovare altre parole per definire le morti delle donne perchè la prima cosa da fare è imparare parole nuove che non siano mai collegate a questo sistema viziato di interpretazione che ci rende funzionali, sfruttate, ci tiene intrappolate alla cultura patriarcale e femminicida anche da morte.
Bellissimo post.