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L’aborto, il Corriere e i messaggi subliminali

Segnalato da Elena. L’articolo del Corriere parla di obiettori di coscienza che si attestano all’80% come media nazionale.

Obiettori, aborto, ru486, il solito carico ideologico tra i commenti con gente che nega qualunque forma di autodeterminazione e continua a ritenere che le intrusioni nei consultori da parte dei no-choice siano una cosa buona e giusta, mentre le donne sbattono la testa ai muri per reperire una pillola del giorno dopo e gli antiabortisti, incoerentemente, ti rendono difficile la prevenzione indi per cui l’unico modo di non restare incinte sarebbe quello di non fare sesso (e neppure quello pare essere un buon metodo… Madonna docet).

Insomma tutto abbastanza solito. Ma guardate l’immagine. Si parla di aborto e non di un pre-parto al nono mese di gravidanza. E dunque perché l’immagine è quella di una donna che sta per partorire?

In fondo si, certo, è coerente. Se gli antiabortisti per dirti che hai ammazzato una persona invece che un grumo di sangue ti fanno vedere l’immagine di un feto di sei mesi fatto a pezzi parrebbe corretto che la disinformazione prosegua facendo ritenere che una donna in fase di aborto possa avere un pancione grande come una mongolfiera.

E invece no perché si può abortire entro la 12esima settimana e la pancia non c’è. E se si tratta di un aborto terapeutico al massimo si fa entro le 22 settimane e ancora quella pancia non c’è. Dunque perché imprimere nei lettori e nelle lettrici già sufficientemente ideologizzati e inferociti nei confronti delle donne l’idea che quello che si abortisce è un corpo di cinque chili al netto?

Cioé, caro Corriere, proprio non riesci a parlare di aborto e obiettori di coscienza senza darci in qualche modo delle assassine?

Posted in Anticlero/Antifa, Comunicazione, Corpi, Critica femminista.


2 Responses

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  1. Elena says

    Quello che mi urta più di tutto è la cultura dura a morire che fa da sfondo a questi dibattiti.
    Allora, o mi è sfuggito che in quanto donna posso autofecondarmi oppure mi pare che ci si dimentichi di un soggetto piuttosto importante implicato nel concepimento di un bambino.
    Allora perchè il messaggio deve essere sempre e ancora la totale deresponsabilizzazione maschile – ampiamente sostenuta e giustificata – in materia contraccettiva, perché? Perchè un antiabortista nella sua intollerranza anzichè dare delle assassine alle donne non può dare del cretino all’uomo che non ha usato il preservativo? Perchè fondamentalmente se rimani incinta è colpa tua, devi essere tu a prendere la pillola o a fare meno la puttana in giro. E’ insostenibile.

    Un commento su tutti mi ha colpito <>

    Come non sentirsi disarmati di fronte a questo scempio?!

  2. cloro says

    sinceramente, penso che questa battaglia sull’aborto portato avanti dalle forze cristiane (e reazionarie in genere) altro non sia che la politica familiare corrispondente alla guerra portata avanti praticamente in tutto il pianeta, contro l’uomo “non bianco”. Ricordo un paio di anni fa quando il papa in una visita in un paese africano devastato dall’AIDS e dalla povertà ebbe il coraggio di dire che la chiesa aborriva il preservativo. Ora si potrebbe pensare che questa posizione sia coerente, il papa non vuole i contraccettivi nè laggiu’ nè in casa nostra. Coito “cristiano” e accoglienza del suo frutto in nome di dio, sempre.
    Ma il contesto in cui opera e parla non è lo stesso. Dire che il preservativo è immorale qui non ha la stessa valenza che dirlo in africa. Perchè qui significa “solamente” gravidanze indesiderate, laggiu significa altissima percentuale di morte infantile.
    Non è un caso che le forze reazionarie che sostengono la gravidanza a tutti i costi in europa e in africa (con contesti ed esiti diversi) siano le stesse forze che si battono contro il diritto di adozione da parte di coppie gay. Entrambe le battaglie infatti hanno lo stesso obiettivo: incentivare le nascite di bambini “bianchi” e stoppare il proliferare di bambini “non bianchi” (complemento di quest’operazione sono le guerre imperialiste sostenute da un razzismo che prende volta per volta l’aspetto della xenofobia e della piu’ specifica islamofobia) che si salverebbero con la legalizzazione delle adozioni gay . E’ come se le potenze imperialistiche volessero sfoltire l’umanità ripristinando un tasso di nascite presso “l’uomo bianco” che compensi le nascite molto ma molto piu’ copiose nei paesi del “terzo mondo”. Il capitalismo è bianco, l’imperialismo è bianco. E conseguentemente anche la “purezza della razza” bianca è perseguita attraverso i rapporti di forza di cui le donne fanno le spese. Negare i contraccettivi, renderli di difficile reperimento è equiparabile alle sanzioni comminate ai “paesi canaglia”: si tratta di rapporti di forza instaurati da un sistema patriarcale e militare verso la parte piu’ debole.. Le sanzioni, peraltro, trovano le loro vittime prima di tutto tra i malati, i bambini, gli ospedalizzati e i marginali del “terzo mondo”. Un’operazione di sfoltimento sistematizzata e premeditata, accompagnata dall’incoraggiamento a procreare per gli uomini “civilizzati”, cioè “bianchi”
    Anche i paesi protestanti in realtà sorvegliano strettamente le politiche di contraccezione . Recentemente in GB avevano preso l’iniziativa di distribuire la pillola del giorno dopo come “farmaco di riserva” da tenere in casa per le emergenze. Cio’ ha fatto scattare i puritani, i benpensanti e i reazionari locali , secondo la logica del boicottaggio.
    Non sono scollegate le cose, bensì unificate dalla natura del mercato voluto e sostenuto dal capitalismo razzista e sciovinista. Che prevede un esercito di consumatori cui dirigere messaggi pubblicitari sempre piu’ standardizzati che si identifichino nella famigliola del “mulino bianco” (in ogni senso)
    cloro