di Feminoska
E mentre le nostre vite vanno avanti come possono, cercando
di dare un senso alle lotte che ci coinvolgono nelle menti e nei cuori… questo
stato padrone, questo stato sordo, e cieco e ingordo, questo stato che si cura
solo del proprio benessere fatto di azioni, appalti, denaro da fagocitare
schiaccia sotto il suo peso questo nostro paese, che una volta, ormai troppo
tempo fa, potevamo osare definire “bel”.
Non si cura dei delicati equilibri ambientali. Non si cura
della felicità di chi ci abita. Non si cura delle necessità impellenti delle
persone, che resteranno inascoltate. I soldi non servono per le persone. Le
coccole sono tutte per le merci, che devono muoversi in fretta per partorire
altri soldi, deturpando il paesaggio in maniera irreparabile, passando sopra i
cuori, le menti, le vite delle persone che in quei luoghi ci abitano, che quei
luoghi intimamente conoscono e difendono.
Violenza di stato. Violenza patriarcale a tutti gli effetti,
condita di nostalgie di potenza che echeggiano passati futuristi che solo pochi
anni fa suonavano ridicolmente sorpassati. Di nuovo invece, ecco omuncoli
insignificanti, privati di anima, buon senso, di un cuore che possa chiamarsi
tale, ergere enormi monumenti alla propria immane miopia e avidità, al proprio
incontenibile egocentrismo.
Le trivelle violano ancora questa nostra terra già
maltrattata, umiliata, continuamente ferita. Gli uomini passano sopra alle vite
degli altri uomini con il cervello vuoto e il cuore sgonfio come un palloncino
scoppiato. Rimbecilliti di parole vuote e culi in vendita, somministrati 24 ore
al giorno da matrigna tivù, non vedono nemmeno più le persone che hanno
davanti: non vedono i vecchi, che ricordano gli errori passati e raccolgono le
loro poche forze per resistere; non vedono gli adulti, che lottano come
minuscoli Davide di fronte ad un immenso Golia assetato di sangue, per se
stessi sicuramente, ma anche per i propri figli/e, e per un ambiente che resti
– per quel che si può – intatto, per una culla ancora accogliente di cuccioli
umani e non. Non vedono i bambini, che giocano alla lotta con mamma e papà, e
che per fortuna, forse non comprendono l’enormità del disastro che li attende.
Sorelle, lo dico a voi prima che a tutti/e: la TAV è affar
nostro, sia che viviamo a Torino che ad Agrigento. Oggi è la TAV, domani il
Ponte sullo Stretto, dopodomani la cancellazione dei centri antiviolenza,
l’espulsione di massa di tutti gli immigrati, clandestini o no, anzi meglio, l’attrezzare i CIE in modo
che si riducano anche i costi di trasporto eliminando sul posto i problemi.
Questo non è il mondo in cui vogliamo vivere, e lo sappiamo bene, e allora
lottiamo, parliamone, lottiamo fino all’ultimo sangue, con le azioni, con le
parole, con le nostre idee frutto del dolore che sentiamo nei nostri cuori per
questo scempio organizzato.
Restiamo umane, mentre le trivelle cominciano a violentare
la Val di Susa.
Iniziative e aggiornamenti No Tav
Poi vennero
per me
e allora non
era rimasto nessuno
ad alzare la
voce per me.
—>>>Il "Treno" è un opera del futurista Depero