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Fenomenologia del Travaglismo

di Serena Ganzarolli

Premessa: a natale mi è stato regalato un abbonamento di sei mesi al Fatto Quotidiano. Ne sono stata felice, tramite il Fatto mi informo e vengo a conoscenza di notizie di cui altrimenti non potrei usufruire.

Piccola Riflessione sul travaglismo.

In queste settimane, anche grazie al mio appoggio a “Il Popolo Viola”, ho potuto notare come in un periodo di tempo estremamente breve il giornalista Marco Travaglio venisse elevato a paladino della giustizia e del giornalismo italiano.

Premettendo, di nuovo, che al signor Travaglio vanno riconosciute qualità quali la chiarezza espositiva, la passione per giustizia, e molte altre che tutti/e voi conoscete benissimo, altresì temo fortemente che così come si è diffuso in maniera incondizionata il berlusconismo, si possa diffondere in maniera altrettando più forte, se non ancor più dirompente, il travaglismo.

In realtà noi (dove con “noi” intendo Il Popolo Viola e in generale tutti coloro che sono contro un certo leccaculismo abbastanza presente attualmente in Italia) ci siamo sempre voluti distinguere dal berlusconismo. Abbiamo dato vita a quest’onda pacifica, culminata con la manifestazione del 5. A questo corteo hanno dato voce poche testate, tra cui quella del gruppo Repubblica/Espresso, e ovviamente, dell Fatto.

Attualmente il quotidiano di cui sopra è una delle poche voci indipendenti nel nostro Paese, e si poggia sulla figura di questo personaggio, Marco Travaglio. Figura di cui io non posso non considerare anche il lato meno popolare ai più: Travaglio lavora come giornalista dagli anni ’80, ha collaborato con testate di destra (a proposito: io non nascondo di essere comunista in particolare, e più in generale soggetto pensante, come il Travaglio non nasconde di essere di destra) e cattoliche, si è occupato della vicenda “Mani Pulite” e poi se vi interessa tutto quello che ha fatto potete leggerlo tranquillamente su Wikipedia, come ho fatto io. 😉

Dicevo (chiedo venia, soffro di logorrea) che quest’uomo è diventato famoso con Grillo, se ricordate bene: quando c’era un malcontento da cavalcare (i Vaffanculo Day e roba del genere). Non sto dicendo che è bene o male: sto enumerando dei fatti. Ogni lunedi, presso il blog di Grillo, Travaglio spiegava varie vicende che succedevano nel nostro Paese: subito divenne popolarissimo. Con La manifestazione per le dimissioni di B., e in seguito ad essa, si può parlare di Travaglio Super Star.

Non mi ricordo se vi ho precisato che oltre ad essere comunista sono pure femminista (tutte io, ce le ho!), e che quindi ho deciso di andarmi a spulciare un po’ ciò che faceva in passato Grillo.

Ecco, il signore di cui sopra, a prescindere dalle sue vicende private di cui poco mi importa, lavorava con Antonio Ricci, quello di Striscia La Notizia, e tra le molte cose che fece, ci fu un programma sugli USA e sul Brasile: Grillo misurava, con tanto di centimetro alla mano, i culi delle brasiliane durante il Carnevale di Rio, viaggiava su limousine per le strade dei centri (mentre a pochi metri ci sono delle favelas che lui stesso ora denuncia). Ma non c’è bisogno che continuo: sapete benissimo il calibro intellettivo dei programmi di Ricci. Dopo un po’ iniziò ad interessarsi di politica. Recentemente si aggiunge alla Band della Denuncia anche il signor Travaglio.

Entrambi diventano popolarissimi. Di entrambi si scorda completamente il passato, vengono acclamati, rispettivamente, Grillo come il miglior politico, Travaglio come il miglior giornalista d’Italia.
Con questo cosa voglio dire?
Che probabilmente, ma è solo una mia opinione, il problema non ce l’ha chi sta con Berlusconi a prescindere dalle stronzate che dice, o dalle figuracce che fa.
Un idolo diventa tale perché ha una risposta dal pubblico, quindi da noi. Dunque il berlusconismo può essere interscambiabile con altri –ismi: il risulato non cambierebbe.
E, ripeto, con questo non voglio sminuire il lavoro che fa il giornalista Travaglio.

Voglio invitare tutti a riflettere sul fatto che non è normale che il primo personaggio che denuncia delle vicende che potevano essere note a tutti (bastava solo informarsi meglio e di più), diventi un idolo.

L’idolo c’è, perché ha carisma. Vi rimando a Weber e alla sua teoria sul potere carismatico, per questo.
E allora forse noi abbiamo bisogno di una persona che si informi al posto nostro. Noi, in realtà, non vogliamo cambiare il sistema: vogliamo mettere un altro Berlusconi al suo posto, forse palesemente meno peggio. Ma che sia un po’ forcaiolo, che sappia sfoderare un certo linguaggio forbito, che abbia sempre la risposta giusta, e anche un po’ acida.

A noi piacciono i programmi dove la gente si parla sopra, dove c’è il buono da divinizzare e il cattivo da condannare, perché ci sentiamo tutti meglio. Poi però lo show finisce, e non si può non vedere che le differenze tra Porta a Porta e Annozero, ormai, non ci sono più. I contenuti, ma certo, mi direte voi, sono diversi. Forse è vero. Ma lo schema archetipico “buono/cattivo-giusto/sbagliato” è sempre lo stesso. Porta a Porta ha forse contribuito al cambiamento di noi stessi?

La risposta alla domanda su un programma come Annozero, è la stessa.

Posted in Fem/Activism, Pensatoio.


8 Responses

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  1. Serena says

    Bene, sono lieta che di voi abbiano risposto sia uomini che donne, con idee differenti tra loro.

    Avete proposte? Secondo voi la politica si può continuare a fare negli schemi, oppure bisognerebbe rivederne gli strumenti? Es: meno leaderismo, più politica di massa, meno rappresentativismo.

  2. jo says

    Incredibile: proprio l’altro giorno parlavo con delle compagne della caduta dei miti, del fatto che in questi anni di nulla non potevano mai esserci dei “leader”, e qualcuna si chiedeva “ma sono caduti veramente, dappertutto?”, pensando appunto ai vari berlusconi, travaglio… qualcun’altra “minchia io ho l’idea che i nuovi leader in realtà siano dei fantocci leader solo di sè stessi, nessuno può riconoscersi realmente in loro, è solo lo Spettacolo che li crea e li distrugge…. eppure se è così… fa molta più paura…”

    Mi sono illusa per molto tempo che il femminismo mettesse al centro in maniera così radicale la questione dei generi da superarla quasi automaticamente. E quando
    dico al centro intendo al centro del dibattito politico, soprattutto di sinistra – parlamentare o no non conta, perchè se siamo fuori dal parlamento deve esserci un motivo. Per fortuna la parola “sinistra” si riferisce a un significante dinamico che può anche decidere che “parlamento” non è più compatibile con “sinistra”… comunque, evidentemente è tutto diverso da come pensassi.. pensassimo…

    Occorre maggiore tenacia, il patriarcato ha mille sfumature e contro l’una o l’altra ti troverai accanto l’uno o l’altro compagno. Di questo devi essere contenta, ma occorre non perdere di vista che il problema non è, appunto, Berlusconi in sè o Travaglio in sè, ma tutto un sistema complesso che richiede tenacia e forza per essere decostruito….

  3. cosmo says

    ok, però, secondo me, qui state facendo un sacco di confusione. Se mi permettete, chiarisco a me stesso e a voi alcune cose.

    1. Nè Travaglio, nè Grillo, nè DiPietro sono comunisti, e credo non si possano neanche dire socialdemocratici. Non uso i termini “di destra” e “di sinistra” perchè sono parole vuote, termini senza significato. Chi crede o credeva che le tre persone di cui sopra sono comunisti o giù di lì, lo deve al genio pubblicitario di Berlusconi che dà del comunista a chiunque non fa parte del suo serraglio. Leggendo ciò che scive Travaglio, credo lo si possa dire essere un liberale, che se non sbaglio è anche il modo in cui si autodefinisce.

    2. Leaderismo, culto della personalità, e personalizzazione della politica, non sono un monopolio di una parte politica. Tra i più grandi leader politici carismatici non possiamo non ricordare Lenin e Stalin. Anche il partito comunista italiano ha prodotto nel suo piccolo alcune importanti personalità carismatiche. Se vogliamo trovare un movimento politico in cui le personalità carismatiche non abbiano trovato spazio bisogna andare dove obbedienza e organizzazione sono considerate riprovevoli: credo che l’unico caso (e forse pure con qualche eccezione) sia l’anarchismo.

    3. Per quanto ho capito, il movimento de “il popolo viola” non ha, o non ha avuto, nei suoi scopi quello di fare la rivoluzione del proletariato, nè tanto meno di superare ed eliminare nè lo stato, nè la famiglia, nè la proprietà privata. Quella del “popolo viola”, e dei cosìdetti “amici di beppe grillo”, è una battaglia che forse potremmo di tipo socialdemocratico-ecologista-liberale. E’ una battaglia che del tutto legittima, ma non bisogna fare con confusione con il comunismo, che è altra cosa.

    4. A parer mio bisogna sempre stare alla larga dai personalismi e dai leader carismatici. I dettrattori del “popolo viola” accusano questo movimento di essere al seguito di DiPietro, Travaglio, Grillo. Tuttavia un movimento politico è una cosa molto complessa, che direzione prenderà dipende molto dalle scelte delle persone che sentono di farne parte.

  4. sassicaia molotov says

    Siamo alle solite.
    Se prendessimo le cose con la dovuta misura noi per primi il problema non sussisterebbe neanche.
    Travaglio dice delle cose.
    E’ un cronista giudiziario liberale, quindi della destra, diciamo, moderata; è un legalitario, è sionista ed un sacco di altre cose a scelta di chi lo legge.
    Dove sta il problema? Nel vuoto. Il vuoto della sinistra, per la precisione. Il PD ed i suoi cantori non li considero nemmeno, parlo della perdita di credibilità che tutta la sinistra ha scientificamente coltivato dopo la scomparsa del PCI, incapace di produrre e affiancare alle masse UNO, uno solo che avesse la secca chiarezza espositiva di Travaglio e la sua pertinacia nel puntualizzare le cause e gli effetti.
    Giornalista, polemista, corsivista o mezzofondista che fosse.
    A sinistra uno che parli alle masse in questo modo non c’è, metteteci pure un toppino.
    Certo, troppo più importante scannarsi per definire chi sia il più comunista di tutti o il più riformatore di tutti, fare 6/7/8 partiti della mia fava, farsi buttare fuori dal parlamento e ululare alla luna come dei coyote e sputtanare tutto lo sputtanabile di quello che c’era, certo.
    Risultato: avevamo Pasolini, ora dovremmo pupparci Sansonetti.
    E gli orfanelli, chiaramente, non trovano di meglio di un Travaglio, che è di destra.
    Il quale non fa altro che della cronaca giudiziaria.
    Chiedersi il perchè i Grillo, i Travaglio (e i Di Pietro inclusi) hanno tale seguito è un bene, ma sarebbe un bene cominciare a chiedersi perchè Grillo, Travaglio e Di Pietro e non quelli che dovrebbero fare l’opposizione, quella politica, quella vera.
    Se a sinistra si fossero fatti meno seghe allo specchio non ce ne sarebbe stato bisogno.

  5. Mario says

    Di Travaglio ricordo la difesa del diritto di Israele al «Piombo Fuso», un anno fa, per «difendersi» da quattro razzi palestinesi. Di Travaglio ricordo la difesa della polizia anche quando viola le regole (come pure Di Pietro sul G8 di Genova). Io sono di sinistra; uno può essere di destra e essere una persona onesta. Ma le mie posizioni e le sue difficilmente combaceranno; col fatto che Travaglio è stato mitizzato dalla sinistra, queste differenze sembrano passare in secondo piano. E lo stesso con Di Pietro e con Grillo. Per come la vedo io, essere contro Berlusconi non basta: occorre ripensare un progetto alternativo (welfare? decrescita? che cosa?) al paradigma dominante. Certo, con ciò che è rimasto della sinistra a livello partitico c’è poco da fare, ma bisognerà pur ripartire, magari con nuove forme. Altrimenti rimane solo la destra di centro del Pd.

  6. loredana b. says

    Però l abbonamento te lo sei preso??
    :-)))))
    scherzoo dai;
    fatto liberamente scaricabile dopo 72 ore.

    http://www.laltranotizia.net/…fatto%20quotidiano

  7. marcolfo says

    di travaglio ricordo la sua difesa a spada tratta della sentenza d’ambrosio sulla morte per malore di pinelli. Dimenticandosi anche lui come d’ambrosio dell’unico testimone (guarda caso l’unico non poliziotto) che dichiarava la presenza di calabresi nella stanza di pinelli. Di travaglio ricordo il suo essere contrario ad un’amnistia per i reati legati agli anni settanta. Un giustizialista che crede che la storia e lapolitica si faccian solo con i processi

  8. Antonio says

    D’accordissimo con te, anche io sono un anti-berlusconiano, ex di destra fino al suo arrivo e conseguente inciucio con chi, come Bossi, odia l’italia e non si sente italiano(pulendosi il sederino con la bandiera), da anni ormai non credo più nella politica, intesa come le persone che oggi ci rappresentano, ma grillo e travaglio ormai si sono incamminati su questa strada e mi fa piacere che qualcuno inizia a rendersene conto.

    P.S: non sapevo che Travaglio fosse di destra, o sempre pensato il contrario, ma cmq mi piaceva fino a un annetto fa.