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A casa? Neanche un giorno!

Ci mancava solo lei, Mariastella Gelmini, che in occasione della sua gravidanza, dispensa pillole di saggezza su maternità e lavoro.
Frasi pubblicate nell’intervista rilasciata all’edizione online del Corriere della Sera.

L’esordio sembra lo slogan di un mediocre spot ministeriale, e il Corriere lo riporta nel titolo dell’intervista: "A casa neanche un giorno"
Già ci si fa un’idea del tenore dell’intero intervento.
Tenuto conto che concluderà i nove mesi intorno ad aprile, sembra un pò inverosimile che la ministra già sappia di non avere l’esigenza di trascorrere qualche giorno a riposo. La sensazione è che voglia in qualche modo suggerire che coloro che invece devono o scelgono di stare a casa, sono delle perdigiorno che si meritano gli strali di Brunetta.
E infatti, quando le si fa notare che la gestione del binomio lavoro e maternità produce situazioni di stress, risponde disinvoltamente: "(…)io vedo che ci sono milioni di mamme che riescono a fare bene entrambe le cose. Certo, a prezzo di qualche sacrificio, di qualche fatica(…)"

Qualche fatica, qualche sacrificio? Diciamo che ha utilizzato degli eufemismi.
Diciamo anche che le donne non sono felicissime di vedersi assegnare i più disparati impegni e responsabilità, e che lo spirito di sacrificio non è loro congenito, va bene?

Perchè non parla invece di come si dovrebbe intervenire su un intero sistema che delega alle donne compiti e doveri di cura e assistenza che dovrebbero invece essere a carico dello Stato? Perchè non dice che la riduzione del personale e dell’orario nella scuola pubblica, attuato nella SUA "riforma", ha causato difficoltà enormi alle lavoratrici che hanno figli*?
Davvero la Gelmini pensa che le donne siano poste nelle condizioni di poter conciliare genitorialità, vita e professione, nonostante la maternità qui in Italia rimanga la causa principale dell’uscita delle donne dal mondo del lavoro?

La ministra definisce le donne "poliedriche". Ecco, che felicità, siamo poliedriche. Dunque, tu che trascorri l’intera giornata fuori a lavorare, e che poi ricominci a lavorare a casa accudendo chi ti circonda, senza un minuto da dedicare a te stessa, stanca nel corpo, nell’anima e nella mente, vedi di esserne felice, perchè tutto ciò dimostra che sei poliedrica.

Pessimo poi il commento, apprezzato invece dalla Mariastella, di un parlamentare dell’opposizione, Guido Galperti, che le dice a proposito della sua ben sbandierata intenzione: "Finalmente fai una cosa seria!".
Invece se avesse deciso di rimanere a casa sarebbe stata la solita donna che si approfitta della maternità per non andare a lavorare, giusto?

Aggiunge la Gelmini: "Io poi sono tedesca, organizzatissima". Si, eh?

Anche io sarei organizzatissima se lavorassi in un ministero in cui starei pensando di far installare una nursery…
Tedesca? Mariaste’, magari fossimo noi tedesche. Abiteremmo in un Paese che spende per la famiglia tre volte tanto di quel che si fa in Italia, in cui il tasso di occupazione femminile ha raggiunto gli obiettivi del Trattato di Lisbona, in cui ognuno dei genitori può avvalersi di un congedo dal lavoro fino ad un massimo di tre anni nella fascia di età 3-8 del/della bambino/a , in cui riceveremmo il lauto kindergeld (che tra l’altro prescinde dal reddito), e il cui obiettivo è arrivare entro il 2010 a coprire il 33% dei/lle piccoli/e sotto ai 3 anni con la creazione di nuovi asili nido.

—>>>Tutto ciò ovviamente non resta solo nella libera scelta della ministra ma si trasforma in un progetto di "evoluzione" della legge. Vale a dire che presto le madri si ritroveranno ad avere il dovere di essere madri per riprodurre la specie, il divieto a non usare anticoncezionali e ru486 e il dovere di sgravare direttamente sul pavimento dei luoghi di lavoro. Se non ce la fanno saranno fatti loro. E poi dicono che le donne sono infelici per colpa delle femministe…

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


2 Responses

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  1. Anna says

    Contatto con la realta’ e la vita delle persone reali, zero. Ma anche tutti gli interventi di conciliazione, se non sono fatti nell’ambito di redistribuzione del lavoro di cura tra uomini e donne di fatto mettono le donne sempre nella condizione di fare piu’ cose. Io onestamente ne vorrei fare di meno e meglio.

  2. Joel says

    Solo una precisazione: il commento di Galperti sul fatto che finalmente sta facendo una cosa seria penso si riferisse alla maternità in generale e non al fatto che vuole continuare a lavorare. Onestamente, visto i disastri che la Gelmini ha provocato finora, non mi sembra una frase criticabile.