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Pubblichiamo, nella traduzione di Leonora [dalla mailing list del movimento femminista e lesbico nazionale, Sommosse], questa nota critica (diffusa anche tramite la mailing list NextGENDERation) alla scelta della data del 17 ottobre per la manifestazione unitaria "Osez le féminisme" a Parigi.
Il prossimo 17 ottobre il CNDF (Collettivo nazionale per idiritti delle donne) e l’associazione Femmes Solidaires (Donne Solidali), con ilsostegno di più di una cinquantina di associazioni e di partiti politici, hannoscelto di organizzare una manifestazione nazionale per i diritti delle donne.Noi, che siamo delle donne e delle lesbiche che hanno attraversato e militatonegli spazi femministi, riteniamo che la scelta di questa data sia fortemente inappropriata,per non dire offensiva. Pensiamo che sia politicamente necessario prendereposizione e fare notare, insieme alle persone ed alle associazioni che se nericordano, che la Repubblica Francese si è costruita storicamente sul proprio impero coloniale, e che la datadel 17 ottobre non è scindibile dall’anno 1961. E noi ci ricordiamo del 17 ottobre 1961.
Quel giorno, all’appello del FLN (FronteNazionale di Liberazione algerino, NdT), in risposta al divieto per tutti icittadini e le cittadine algerini/e presenti nella capitale di circolare lanotte, ragazze e donne scesero in strada con i loro compagni di lotta:padri,fratelli, sorelle, madri e mariti. Quel giorno, per la prima volta, ragazze edonne algerine manifestarono la propria resistenza anticoloniale “nellametropoli”. Quel giorno, nelle strade di Parigi, più di trecento algerini ealgerine furono uccisi dalla polizia francese, su ordine del prefetto MauricePapon (ex collaborazionista e responsabile della deportazione di migliaia diebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, NdT). Dal 1991, il 17 ottobre 1961 è oggettodi commemorazione. Ma non solo. Perché quel giorno simboleggi anche ladifficoltà di far conoscere e riconoscere quanto è successo, di costringere leautorità ad ammettere pubblicamente la realtà del massacro perpetrato dalloStato. Simbolo dell’invisibilità della lotta anticoloniale, di una storiascritta solo in parte, questa data ci ricorda che la repressione colonialeperdura ancora oggi, sotto altre forme ma con una brutalità altrettantointollerabile.
Scegliendo questa data, le organizzazioniche fanno appello alla manifestazione per i diritti delle donne sidesolidarizzano da tutte quelle donne issues de l’immigration coloniale etpostcoloniale (ovverodiscendenti da coloro che provengono dalle colonie ed ex colonie francesi, NdT) forzandole a scegliere tra duelotte, mentre per loro queste due lotte essendo riconducibili alla stessamedesima oppressione non possono essere scisse. Scegliendo questa data lepromotrici della manifestazione dissociano le lotte femministe dalle lotteanticoloniali e in questo modo non solo le donne issues de l’immigration coloniale e post-coloniale, matutte le donne, sono costrette a scegliere tra le due.Dobbiamo forse precisare che in tutte lepubblicazioni inerenti alla manifestazione per i diritti delle donne non si faalcun accenno alla repressione del 1961? Niente di niente, né sui volantini, nésul web. Non una parola in risposta alle domande che alcune di noi hanno postosu una scelta così singolare.
Manifestare a un’ora diversa rispetto allacommemorazione annuale delle vittime del 17 ottobre non è sufficiente alegittimare questa scelta, perché appropriarsi di questa data ha comunque unvalore simbolico. La copertura mediatica che sarà dedicata all’iniziativa dellaCNDF, per quanto possa essere limitata, impedirà di fatto che il 17 ottobre del61 risuoni nelle memorie. Anche se dominate tra i dominanti, le organizzatricidella manifestazione colonizzeranno questa data storica. La violenza di questoapproccio è per noi insopportabile. Se, nel costruire una manifestazione per idiritti delle donne, si fosse tenuto conto degli avvenimenti del 17 ottobre 61,allora l’‘unità’ politica invocata avrebbe avuto tutt’altro effetto. Ma leorganizzatrici e gli organizzatori non hanno considerato politicamentenecessario questo gesto. Ma la necessità di questo gesto si impone a noi contale evidenza che ci meravigliamo di come l’insieme delle associazionicoinvolte non l’abbia sentita come propria.La memoria collettiva agisce sul presentepolitico.
Certi avvenimenti non possono essere cancellati o nascosti. L’unitàdella lotta femminista può esistere soltanto tenendo conto degli aspettimultipli della dominazione, e senza cancellare le lotte passate. Noi nonvogliamo un femminismo dell’oblio e delle parentesi, ma un femminismo checombatte l’insieme delle oppressioni.Scegliere il 17 ottobre per unamanifestazione, senza alcun collegamento o rimando agli avvenimenti del 1961,vuol dire partecipare al rifiuto generalizzato verso la storia della resistenzaanticoloniale. Significa ignorare la lotta per la restituzione della memoriaportata avanti dalle generazioni issues de l’immigration coloniale e post-coloniale.Scegliere questa data significa occultare le resistenze passate e odierne conla violenza sorda che caratterizza i dominanti. Per questo motivo, è anche unaforma di razzismo.
Voi che prenderete posizione a favore diquesta lettera, noi che l’abbiamo scritta, non parteciperemo passivamente, colpretesto dell’unità, a questa manifestazione del CNDF – Femmes Solidaires,perché questa giornata è stata rubata ad altri e ad altre… Speriamo di esserein molte ad articolare la molteplicità delle lotte e ad esprimere il nostrodisaccordo nei confronti di questa grande amnesia selettiva, attraverso azionicreative e prese di parola. Marceremo in altri giorni, in altre notti, controle violenze perpetrate nei confronti delle donne, siano esse coloniali,razziste, lesbofobiche, sessiste, dovute alla posizione sociale ed alla classe.
Frink, Inès, Isabelle Laetitia, Sabine, Shirine…