Riportiamo, dalle Degeneri:
Leggiamo quanto di calunnioso nei nostri confronti è stato scritto in
questi giorni dai circoli napoletani di Iken, ArciLesbica e Arcigay a
seguito del Napoli Pride 09 e siamo costrett@ a tornare su una vicenda
che sarebbe stato più dignitoso, proprio per queste organizzazioni,
dimenticare.
Non ci stiamo ad apparire come quell@ che "sfasciano" i movimenti
perchè la verità è ben diversa dalla ricostruzione falsificata dei
fatti.
Punto 1) Alla faccia del confronto!…
Premettendo che un confronto, per essere tale, non può svilupparsi
verticalmente, facciamo notare che i collettivi femministi Degeneri e
Pachamama, a cui fa riferimento la lettera aperta, non sono mai stati
invitati alle riunioni organizzative del Pride pur lavorando da anni
(come i firmatari della lettera ben sanno) sul territorio napoletano
sui temi di genere, dei diritti, della laicità e dell’antifascismo.
Inoltre un confronto non può avere come premessa l’ appropriazione
indebita di una scadenza di cui invece nessun@ è proprietari@! Siamo
rimaste esterrefatte quando abbiamo letto la notizia sul sito di Iken
della diffida all’utilizzo del nome "Pride" per l’organizzazione di
feste ed altro. E’ molto difficile equivocare la minaccia ad adire vie
legali, pensiamo più che altro che Iken si sia reso conto solo
successivamente del gravissimo autogol su un campo da noi sempre
contestato, quello della mercificazione di tutto ciò che gravita
intorno alla lotta lgbtiq. Noi al contrario siamo quell@ che sin dal
primo momento hanno parlato di COPYLEFT PRIDE come soggetti
autodeterminati fuori dalle logiche del mercato e sulla base di questo
rivendichiamo che il protagonismo di tutt@ vada preso senza chiedere il
permesso!
Punto 2) L’organizzazione…
Malgrado queste premesse i collettivi Tiresi@, Degeneri e Pachamama
hanno lavorato alla preparazione del Pride con un lavoro capillare e
reticolare di informazione e costruzione. Infatti non solo questi tre
collettivi hanno partecipato alla costruzione del Pride ma numerose
altre realtà sociali e tante altre lesbiche, gay, trans, bi e soggetti
queer hanno reso questo solo l’inizio di un’importante percorso, forse
del tutto nuovo a Napoli…. Quello che sfugge ad IKen e soci@ che
continuano a chiamarci "collettivi studenteschi" (come a voler
sottolineare una nostra estraneità dal movimento lgbtiq) è che loro in
quanto associazioni non hanno il monopolio a Napoli e in nessun altro
posto del "movimento lgbtiq", chi si proclama tale ha piu’
probabilmente una difficoltà a decifrare la realtà oltre se stess@.
Abbiamo costruito un’assemblea molto partecipata sui temi del genere,
della razza e dell’antifascismo, nonché una festa enorme, bella,
divertente. Senza queste iniziative il Pride non sarebbe stato visibile
a Napoli perchè, dopo essersi appropriati della sigla, IKen,
ArciLesbica e ArciGay hanno fatto poco o nulla perchè la manifestazione
riuscisse (non un manifesto ma nemmeno un’iniziativa che potesse dare
il giusto risalto a quello che doveva essere il primo pride a Napoli
degli ultimi quindici anni). Abbiamo deciso di partecipare ugualmente
con uno spezzone e una piattaforma nostra perchè convinte che, malgrado
le premesse, il settarismo non aggrega e non informa.
Punto 3) Il Corteo…
A) Arrivati in piazza Matteotti gli organizzatori ci avvisano che il
corteo subirà la sosta di 1 ora in cui sono stati pensati degli
interventi dal loro camioncino per sottolineare il valore antifascista
della città… La verità invece la scopriamo solo poco dopo proprio da
Iken: bisogna aspettare che una congregazione di gesuiti finisca di
celebrare messa…insomma, oltre al danno la beffa!!!
B) Il camioncino che doveva servire come microfono per interventi
liberi in realtà non è altro che il luogo dei vari interventi di
candidati di partiti politici, collocando in questo modo lo stesso
Pride all’interno delle scadenze elettorali. Non abbiamo nulla contro
la partecipazione di partiti o gruppi politici alla battaglia contro il
sessismo, l’omo-lesbo-trans fobia e il razzismo, ma non accettiamo che
il movimento sia strumentalizzato da forze politiche, soprattutto in
occasione di scadenze elettorali e non possiamo non denunciarne
l’ambiguità!
C) Iken, ArciLesbica e Arcigay hanno mantenuto in tutta la vicenda un
atteggiamento aggressivo, maschilista e fuori da ogni possibilità di
confronto politico: oltre all’epiteto "fascista" più volte
indirizzatoci, alcune di noi si sono sentite rifiutare l’interlocuzione
da Iken con l’argomento che le donne parlano con le donne e gli uomini
con gli uomini.
D) Alla fine di tutto questo percorso è normale e comprensibile che il
nostro spezzone di corteo abbia voluto continuare a comunicare con
propri interventi e non si sia voluto piegare alle richieste assurde di
tacere e di consentire solo ad un camion (quello degli organizzatori e
dei candidati) di poter intervenire. Le voci si sono ovviamente
sovrapposte ma non al punto da non poter ciascuno dire ciò che voleva
alla sua parte di corteo, in cui il nostro spezzone rappresentava una
parte significativamente numerosa e attiva.
E) Nella più generosa delle ipotesi possiamo attribuire ad inesperienza
o pochezza politica la reazione del servizio d’ordine del Pride nei
confronti del nostro spezzone. Coloro che ricostruiscono questo falso
racconto non dicono la cosa più importante, che con metodi a metà tra
buttafuori di locali notturni e corvi sulla spalla, dopo esserci stati
addosso con un atteggiamento volutamente ostile, hanno strappato il nostro striscione in piazza Matteotti
determinando così (loro!) uno strappo con il movimento e con uno
spezzone che fino alla fine ha cercato in tutti i modi di non
raccogliere provocazioni.
Non vogliamo più prestare il fianco a sterili botta e risposta.
Chiariamo un’ unica volta la nostra posizione e andiamo avanti, sempre
in direzione ostinata e contraria convint@ del buon lavoro che abbiamo
prodotto e di tutto quello che c’è ancora da fare.
SPEZZONE ORGOGLIOSAMENTE ANTIRAZZIST@ ANTISESSIST@ ANTIFASCIST@