Skip to content


Alle donne hackers e informatiche

Al nostro indirizzo collettivo fikasicula@grrlz.net ci ha scritto Mi, ponendo l’attenzione sulle donne informatiche, nello specifico sistemiste/amministratrici. Non anticipo altro e vi riporto direttamente le sue parole.

Buona lettura!

Ciao
vi scrivo per questa tematica:
Lavoro come sistemista/amministratore di sistema (adesso h24 ossia faccio i turni) in ambiente informatico da ormai 5/6 anni, un ambiente ancora prettamente maschile.
All’inizio non ho ben realizzato questa cosa (cioè che è prettamente maschile e chiuso) ma piu vado avanti con gli anni piu mi rendo conto che un pò di discriminazione c’è ed è tenuta tra le righe.
Spesso in questi ambienti le donne ricoporono posizioni solo delegate alle aree del marketing che richiedono il culto dell’aspetto e questo non aiuta. Spesso è anche colpa loro perchè si arrendono in fretta.

Pertanto vorrei poter fare qualcosa per :

1) raccogliere pareri relativi questa problematica da donne che fanno il mio stesso lavoro perchè non ne conosco.

2) Capire fino a che punto una donna può tutelarsi e in che modo

3) Far capire che bisogna essere decise e non arrendersi

Personalmente per tanti fattori della vita ho sempre gestito tutto da sola, facendomi le mie ragioni, ma vorrei poter fare di più.

Se sono stata troppo vaga chiedo scusa ma spero di aver reso l’idea.

grazie
Mi

Posted in Comunicazione, Precarietà.


8 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. Anna says

    Purtroppo ha ragione winola e’ capitato credo
    Tutte le donne che lavorano nel settore

  2. Winola says

    la discriminazione c’è: nel privato lavorano le donne che sono sono fidanzate/compagne, le altre vengono licenziate nel momento in cui ci sono da fare tagli, le donne non fanno carriera, nel pubblico anche c’è discriminazione, puoi svolgere il tuo lavoro benissimo, ma anche l’ultimo ……. informatico maschio è considerato sempre superiore ad una donna. 🙁

  3. Mi says

    Furiosa: era quello che pensavo sai

  4. restodelmondo says

    Io sto muovendo i miei primi passi nel campo, ho trovato un mentore (nientepopodimeno che a Google, un progetto per studenti con disability varie) e ora sto facendo un’internship nel progetto GNOME rivolta alle donne – https://live.gnome.org/GnomeWomen/OutreachProgram2012 . I miei mentori (donne e uomini, nel FLOSS e in ambiente “corporate”) non battono ciglio davanti al fatto che sono femmina: guardano il codice, se è buono. Certo, poi c’è stato il pisquano (anonimo, of course) che è venuto sul canale IRC delle donne del progetto GNOME a chiedere “ehi, ma ci sono donne che programmano?”. Ma è stato prontamente istruito all’arte del chiedere scusa da una delle responsabili…

  5. Furiosa says

    ovviamente c’è discriminazione, una donna tecnico non verrà mai chiamata, a me è successo ed al colloquio mi dissero che ero li solo perché erano curiosi!

    se dici che sei una grafica e come se dicessi, sono un’attrice e quoindi poi ti chiedono … a ok e quindi che lavoro fai?…..

    se ti addentri nel mondo delle reti come sto facendo io, aggirandomi nel forum di discussione tecnici trovi ovviamente solo maschietti e nessuna donna con la quale confrontarsi.

    magari sarebbe bello creare un multiblog tecnico e sociale sul mondo delle donne informatiche, che ne dici?

  6. sara says

    Eccomi! beh, un po’ credo si possa definire “problema di categoria”, nel senso che questi lavori sono contrattualizzati mediamente da schifo… e poi già, è doppiamente dura: farsi rispettare e convincerli che ne capisci qualcosa anche tu (e a volte più di loro) è una scalata!

  7. laura says

    ciao! Leggendo questo post mi è venuto in mente una ricerca che ho fatto qualche anno fa. La mia ricerca era sul FLOSS (free libre open source software), e una parte del lavoro era rivolto ai gruppi del movimento. La faccio breve:in quella fase chiesi ai miei contatti di compilare un questionario online. Fra le domande c’era ovviamente anche quella relativa al genere. Ebbene, mi risposero solo 11 donne, e 140 maschi circa… (renderei felicemente pubblici i risultati della ricerca ma è rimasto tutto in bozze, dato che grazie alle scelte del governo in campo culturale sono fra le epurate dall’università). 🙂

  8. nicoletta says

    quando facevo il tecnico informatico un mio collega mi chiese perchè non stavo a casa a fare la calzetta invece di rubare il lavoro a loro, ero basita, ma sono andata avanti. se ti arrendi fai il loro gioco 🙂