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Troppo antifascismo fa male!

Ora basta.

Siamo state due giorni a subirci gli insulti di chi ci ha dato delle “infami”, “fasciste”, finanche presunte mandanti di persecuzioni fisiche. Perché? Perché abbiamo pubblicato il post “chi ha sdoganato Casapound“, facendo una rassegna su una serie di link che stavamo raccogliendo e che sono destinati ad un più ampio dossier, e tra quei link, specificato in UN SOLO rigo, era descritto anche l’articolo di Alessandra Di Pietro, pubblicato su Gioia, sulle donne di casapound.

Il giudizio su quell’articolo lo abbiamo espresso a suo tempo, anzi per la cronaca qualcun@ di noi tentò di chiederne conto a lei personalmente, su facebook, e lei si trincerò dietro un no comment vittimista e poi fu fatto un post di analisi, come siamo solite fare, mentre qualcuna le toglieva l’amicizia, come si usa dire per quell’annessione idiota di bacheche che in realtà segna vicinanza tra persone che manco si conoscono.

Ad Alessandra di Pietro, insomma, non è piaciuto che femminismo a sud abbia scritto che lei aveva redatto un articolo sulle donne di casapound, non perché non fosse una cosa vera, ma per una serie di ragioni di “forma” che hanno spostato la discussione da quell’articolo, che giudico orrendo, a quelle gran cattivone delle femministe a sud.

Cosa fin troppo facile da fare perché femminismo a sud è solo femminismo a sud mentre casapound è casapound.

Ha pubblicato un post, senza linkarci e dunque senza sottoporre a chi la legge il fatto che tutto ciò che la riguarda sta in un rigo, e in quel post in cui ci accusa di ogni nefandezza e raccogliendo la solidarietà degli amici de Gli Altri, citati anch’essi nel nostro post perché firmarono l’appello per la libertà di manifestazione del Blocco Studentesco, ha dato il via ad una campagna denigratoria contro di noi. Sicchè è partita la gara a chi butta più fango sulle compagne di femminismo a sud che non si è fermata, anzi, il flame è accesissimo e ora stiamo alla fase del linciaggio pubblico. Il nostro.

La campagna di denigrazione iniziata da Alessandra di Pietro & company ci colloca irresponsabilmente tra le “estremiste” dell’antifascismo, al pari dell’opinione di un Tassinari e di qualche altro elemento di destra che sfruttano l’onda per spingerci ai margini dei confronti “democratici” tra persone capaci di cotanta civiltà e disponibilità al “dialogo”, mentre lei si dice critica giusto ora, dopo la strage di Firenze, di fronte alla richiesta di chiusura delle sedi di Casapound così come rileva il più che condivisibile post di Uomoinpolvere.

Noi facciamo gratis un lavoro enorme su mille questioni fondamentali rischiando un po’ di tutto dato che Femminismo a Sud non è allineata, non ha padroni, non fa branco, semmai fa rete, sulla base di idee e principi.

A questo punto la domanda è d’obbligo: C’è qualcuno che vuole distruggere un luogo di resistenza critica come Femminismo a Sud?  E se si, a chi giova? Se Femminismo a Sud, denigrata, massacrata, indebolita, non ha più forza per veicolare il lavoro che fa, a chi giova?

NB: da leggere anche, cortesemente, l’estrema destra e la centrifuga dei media. E se volete anche questo magnifico articolo dal titolo Casapound & Friends. Poi un post di uomoinpolvere che si pone in modo critico rispetto alla posizione di Alessandra di Pietro che si dice critica di fronte alla richiesta di chiusura delle sedi di Casapound, poi anche un post di Staffetta.

—>>>Grazie per la Solidarietà! Ringrazio tutte le persone che divulgano i nostri contenuti, il che ci ripaga dello sforzo militante di mettere a disposizione di tutt* risorse importanti. Ringrazio tutte le persone che – criticamente – ci sostengono!

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


17 Responses

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  1. Alessandra says

    Cara, le associazioni, le parole pesanti (qualcuna la seguo, altre no, non sono su quell’altra trappola che è twitter) stanno volando come pugnali e ognuna/o è imbastardita/o da una logora paura di ri-mettersi in discussione. Anni di perseveranza missione per diventare una donna consapevole, mi hanno messa sul binario dell’autocoscienza, del costante esame interiore, e ho capito che è lì che si sciolgono i nodi, è lì che cresco, che cambio, che vado avanti. Le donne sono dotate di quest’attitudine, una rara capacità di rimettersi in discussione. E allora mi dico, forti di qust’attitudine, forti di questa consapevolezza, proviamoci fino all’ultimo a ritessere le tele. Prima che il conflitto sfoci nella crisi. Perché la crisi, prima che alla lotta, porta alle fazioni, alle divisioni, alle separazioni, ai confini.
    Non è mai troppo tardi per rimettersi in discussione, per ritentare un confronto, non ci sono limiti temporali a un gesto così lungimirante.
    Perdona il discorso da zia. E’ un discorso non di testa, né di pancia, ma di cuore.

  2. cybergrrlz says

    @Alessandra
    te lo dico con il cuore, se un ragionamento si fosse fatto prima, senza problemi. ora mi pare impraticabile riuscire a discutere senza ribadire differenze. io non ho molto da dire a chi mi dice che una ricerca antifascista è fatta per far menare qualcuno e a chi associa un nostro post alle “pallottole”, dimenticando che solo pochi giorni fa a firenze c’è stata una strage, un uomo ha speso pallottole per ammazzare uomini per il loro colore della pelle. dimenticando che tanti compagni e compagne in questo momento subiscono repressione, processi, per la militanza antifascista, mentre i fascisti stanno comodamente ad occupare poltrone nei dibattiti televisivi. se chi discute con me non ha minimamente idea di quello che avviene nel nostro paese io cosa posso dire? se sono incuriositi, interessati e indaganti del fenomeno neofascista e poi indicano me come nemic@? cos’altro c’è da dire?

  3. Alessandra says

    Sì, forse ci voleva, da parte sua, un’immediata presa di posizione su quanto aveva scritto. Se solo aveste scritto, nel pezzo sullo sdoganamento, che al vostro post sul suo pezzo di Gioia del 2009 lei non aveva dato alcuna risposta, forse, dico forse, le cose sarebbero andate diversamente. Ritorniamo al discorso della forma. Forma che significano qualità di comunicazione con una persona come Alessandra, una donna che ha costruito, ha lavorato in maniera perseverante in una direzione che vi (ci) avvicina. Ecco, trattandosi di una persona così, sarei stata più accorta. L’avrei, eventualmente, rinvitata a un dibattito, a una posizione, a una risposta… avrei se non altro motivato il suo inserimento nello sdoganamento con il fatto che, al precedente appello (il post sul pezzo di Gioia), non aveva risposto. Forme, parole, parole dovute a una donna che si è spesa, negli anni. Tutto qui.
    Adesso mi chiedo: quanto gioverebbe un chiarimento, da parte di entrambe le parti, e un successivo invito a tirare le somme su una serie di cappelle a catena? La risposta è: tanto. Soprattutto al succo del dibattito, ingiustamente allontanato. E mi/vi dico: siamo femmine, ce la possiamo fare.
    Alessandra Amitrano

  4. cybergrrlz says

    Dal suo blog, @Lalipperini (http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2011/12/21/occhi-aperti-per-favore/comment-page-1/#comment-257172):

    “Il grave errore è stata la personalizzazione della vicenda. Aver interpretato il post di Femminismo a Sud come “contro” Alessandra Di Pietro come individuo, addirittura, come ho letto, come “bersaglio” indicato a possibili aggressori. Qui non è in discussione la persona: così come non è in discussione l’entità web Femminismo a Sud. E’ in discussione una pratica utilizzata da molti, fra cui, *per una volta* *anche* Alessandra Di Pietro (ma chissà, può essere capitato anche a me: non lo escludo, in anni e anni di web, giornali e radio: ho già detto che distrarsi è fatale, in questi frangenti. E noi tendiamo a distrarci, purtroppo).
    Ora, quel che io trovo davvero grave, invece, è aver riassunto la questione in termini: sono stata indicata come una fiancheggiatrice e un bersaglio. Non solo, trovo grave aver invitato migliaia di persone – persone che spesso hanno solidarizzato per amicizia e simpatia, e senza approfondire – su Facebook a condividere “per solidarietà”, innescando il solito processo venefico per cui tutti non solo condividono ma insultano, deridono, vanificano il lavoro altrui.
    Bastava discutere, non chiamare alle armi.
    Come vedi, anche tu stai interpretando questo post e i commenti come un attacco ad Alessandra Di Pietro. Errore. Errore grave. Melassa, appunto.”

  5. cybergrrlz says

    @alessandra
    il nocciolo della questione è che quella somma di link è una rassegna di argomenti già trattati in precedenza, messi lì per sviluppare un dossier. la lamentela, per usare un eufemismo, è arrivata solo dalla di pietro e dal suo entourage di riferimento che putacaso sono gli stessi che comunque continuano a propugnare la libertà di espressione e di manifestazione per quelli di casapound. alla critica fatta alla di pietro lei non ha mai risposto e lo psicodramma che ha messo in atto ora e che ha sollecitato presumo anche il tuo intervento oltrechè la corsa al nostro linciaggio per vari social network altro non è che un modo per allontanare la discussione dalla operazione di cosmesi di cui parli. noi non abbiamo problemi a motivare le ragioni per cui il suo articolo non ci piace. lei può motivare il perché ha scelto di scriverlo in quel modo? se vuoi fare rete tra compagne antifasciste e poi non spieghi due o tre cose e quando qualcuna te ne chiede conto – e per intenderci noi non la conosciamo – reagisci offesa come se t’avessero fatto chissacchè io capisco che ti trovi in una posizione scomoda. detto ciò in questi giorni a partire dal suo twitter e dal suo facebook ci sono arrivati gli insulti e le calunnie più feroci. e qui non si tratta di ripensamenti o difficoltà a rivedersi ma di linciaggio allo stato puro. e se noi indebolite e screditate da chi legittima i neofascisti non abbiamo più la forza per veicolare il nostro lavoro a chi giova?

  6. Alessandra says

    Cybergrrlz, non ci siamo capite. Non parlo dell’elenco dei firmatari dell’appello, su quello non ho niente da ridire, l’oggetto del mio discorrere è la parte precedente, quella dopo l’intro, dove viene citata Alessandra Di Pietro. Lì, liquidate il suo inserimento con due righe due. Due righe due che contengono un link, certo, ma sarebbe stato corretto spendersi, in quella sede, in una meno circoscritta argomentazione. Magari ricitando pezzi del vostro post sul suo articolo su Gioia e non limitandovi a rimandare a un link.
    La modalità di questo inserimento ha scatenato una serie di reazioni che, come disgraziatamente spesso accade in queste circostanze, hanno sviato dal nocciolo della questione, ossia dall’aprirsi di un sano dibattito sulla “cosmesi”. C’è difficoltà, da entrambe le parti, a rivedere quanto scritto, detto. Mi piacerebbe leggere un vostro ripensamento sulla modalità dell’inserimento dei nomi (quelli tra la intro e l’elenco dei firmatari), ripensamento che, per esempio, ha avuto una del vostro gruppo (forse Siber Furiosa, ma forse mi sbaglio, e mi perdoni se mi sbaglio! Ho letto troppe cose sull’argomento in questi giorni) quando ha ammesso che la gogna non giova a nessuno, come mi piacerebbe leggere un ripensamento della Di Pietro sul suo pezzo.
    Alessandra Amitrano

  7. Lorenzo Gasparrini says

    http://www.treccani.it/vocabolario/lista/

    Leggo qui cos’è una lista; ne deduco che il post pubblicato da FaSud non lo è. Non lo è perché non contiene solo nomi: contiene motivi, indicazioni, link, possibilità di approfondire. Quindi non viene da un dispotico provvedimento autoritario (e quale mai potrebbe essere? FaSud che potere ha?) ma da una critica ben documentata. Quindi non è certo una “lista di proscrizione”.
    Io ho espresso personalmente i miei dubbi su quanto scritto per due motivi: mi sarebbe piaciuto una divisione tra diversi tipi di “sdoganamento”, in modo anche da evitare di usare questa parola forse troppo strumentalizzata e strumentalizzabile (esattamente come “lista di proscrizione”); e mi sarebbe piaciuto andare più indietro nel tempo, ricordando altri episodi del genere a favore di formazioni neofasciste esistenti ben prima di CPI e che io ricordo ancora benissimo. Tanto per far vedere, in entrambi i casi, che il problema non è né recente né circoscritto. Insomma: secondo me quella non-lista è anche troppo piccola.
    Dovrebbe bastare saper leggere.

  8. Jo says

    @marina.terragni: la lista di nomi (credo ti riferisca a quella) che tanto ti spaventa circola in rete da un anno e mezzo. E’ stata pubblicata a maggio 2010 e da allora ha fatto un saaaacco di giri rimbalzando di qua e di là nell’etere.
    E’ stata esaminata, spulciata, commentata e sezionata fin nei minimi dettagli, da siti antifascisti e non , contestualizzandola oppure no.
    Cosa ci sia di terribile e di violento in una lista di nomi proprio non capisco.
    O forse sì, ora mi viene in mente: il fatto che altr* possano pubblicarla liberamente e Femminismo a Sud invece non ne ha il minimo diritto.

  9. cybergrrlz says

    Ancora da un commento sul blog di Loredana Lipperini:

    “l’antifascismo lo abbiamo coniugato in mille momenti differenti. il fascismo lo abbiamo letto nella legittimazione dei gruppi di estrema destra così come nella maniera di strumentalizzare le battaglie sui corpi delle donne intendendo quelle battaglie come pretesto per la censura. L’abbiamo “diagnosticato” nella riproposizione di un welfare tutto ritagliato su ruoli costrittivi e normati per donne e uomini e nella strumentalizzazione di episodi di cronaca attraverso i quali la destra ha fatto passare provvedimenti securitari razzisti e ragionamenti fascisteggianti. Non ci fermiamo un attimo da anni e i pochi momenti che ci concediamo è per andare alla toilette.
    Quando all’inizio ci siamo propost* come collettivo femminista, antifascista etc etc ci hanno detto che il fascismo non esiste più, che oramai è una cosa superata, che siamo vetero e tutta la serie di atroci sciocchezze che si dicono in queste occasioni. Poi, via via, siamo riuscit* a contaminare con i fatti, con la condivisione di strumenti critici, con pazienza, con tutto ciò che abbiamo potuto mettere in campo, perché l’antifascismo va raccontato, va tradotto, e abbiamo decostruito, analizzato, fino a ragionare di un possibile antifascismo che è quello che parte dalla consapevolezza del fatto che il fascismo è un brand e che come tale viene alimentato anche dalla propaganda, ecco perchè è così importante che si sappia che il ruolo dei media in questo non è per nulla secondario. […]
    in generale la nostra è resistenza in un contesto in cui tutto ci spinge alla moderazione, a destra, ché tanto ci vogliamo tutti bene e che problema c’è se poi io faccio un metro di corteo con te e il giorno dopo tu presenti un disegno di legge in cui dici che l’obiettivo fondamentale della mia vita deve essere quello di riprodurmi per dare figli alla patria. […] direi che ci sarebbe tanto da discutere ma l’antifascismo non è solo l’opposizione ai movimenti di estrema destra. è una pratica costante in cui tu scegli che vita fare, con chi farla, tentando, dal personale al politico, di essere intanto antifascista a casa tua e poi anche altrove.”

  10. cybergrrlz says

    da un nostro commento al post di Loredana Lipperini:
    “quello che intendevamo a proposito del brutto lavoro che hanno fatto i media su casapound l’abbiamo scritto tante volte e per ultimo l’abbiamo scritto qui: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/12/18/lestrema-destra-e-la-centrifuga-dei-media/
    come dice Loredana è una operazione di cosmesi. c’è banalizzazione e c’è la responsabilità di chi ha presentato ’sta gente quasi che fosse un gruppo rock. i cameratismi e le idee virgolettate in quanto stranezze. e in particolare se vuoi soffermarti al gruppo di firmatari che si sono opposti alla revoca per la manifestazione del blocco studentesco io ricordo solo che in ogni campagna revisionista ci sono dei soggetti con determinati ruoli. la gara è a chi legittima chi. da sinistra che legittimano le parole che arrivano da destra e così via e in qual caso la campagna fu bella tosta e tutta contro quegli estremisti, anacronistici e bla bla bla degli antifascisti che dicevano tutt’altro. uguale a quello che subiamo noi in questi giorni. ma il punto non sono quelli lì che tra le cose che noi abbiamo citato occupano poche righe, perchè come abbiamo detto in più occasioni in questi giorni la nostra è una rassegna stampa (che poteva stare in un wiki, con tanto di link di riferimento) che dà il via ad un dossier che stiamo tentando di fare e siccome da sempre verifichiamo come quotidiani e giornalisti abbiano da più parti legittimato la violenza sulle donne, l’omofobia, il razzismo, dunque anche il fascismo, da lì noi partiamo. saremo ingenu* o siamo solo lì a provare di fare tentativi di ragionamento dove di ragionamenti non se ne vogliono fare. e non è semplice tenere la barra dritta mentre tutti, come dice Wu Ming1, si lasciano aFASCInare e non vedono più quanto sia rischioso tutto quello che succede.”

    x alessandra e marina: l’elenco di nomi è quello di sottoscrittori di un appello a favore del diritto a manifestare per casapound. quell’elenco è presente in tutto il web e noi lo abbiamo semplicemente riportato come appunto per un dossier futuro sul quale stiamo lavorando. dopodiché, care, pensate ciò che volete ma tenete presente che la campagna di istigazione al linciaggio partita da alessandra di pietro e dalle sue amicizie di riferimento evita di rispondere ad una serie di domande che sono state già fatte, e non solo da noi, a suo tempo. e il linciaggio nei nostri confronti, a partire dalle bacheche su facebook e da twitter, con delle autentiche fandonie a rafforzare odio contro di noi, è quello si violento e non ha alcuna giustificazione. la tendenza a marginalizzare il dissenso e a isolare chi non è sufficientemente moderato nei toni è diventata politica attiva. noi siamo antifasciste a tutto tondo e il nostro antifascismo sta ovunque, incluso nella maniera di considerare le donne, le lotte delle donne, i movimenti di donne. dove c’è fascismo non stiamo noi. è molto semplice. questa è la nostra opinione.

  11. cybergrrlz says

    posto qui il post che abbiamo pubblicato tratto dal blog di Loredana Lipperini (http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2011/12/21/occhi-aperti-per-favore/):

    Loredana Lipperini, sul suo blog, apre una discussione difficile e complessa. Vi invitiamo a leggere tutto il suo post, che vale come al solito la pena, e a partecipare alla discussione. Riporto il passaggio su quello che succede a noi:

    In tutto questo, chi esprime critiche, come Femminismo a Sud, sull’operazione di cosmesi fatta negli ultimi anni a proposito di CasaPound, viene demonizzato come estremista. La sento risuonare un po’ troppo spesso, questa parola, e troppo spesso viene attribuita a chi, semplicemente, cerca di raccontare quel che sta avvenendo e ha il coraggio di prendere le distanze da posizioni insostenibili.

    Riceviamo anche la solidarietà di Wu Ming1 che tra le altre cose tra i commenti scrive:

    Su un altro versante della stessa montagna, indicare leggerezze, superficialità e responsabilità di chi in questi anni si è lasciato afFASCInare dall’estrema destra “nuovista”, di chi si è impegnato a “sdoganare” i fascisti del terzo millennio, questo equivarrebbe a compilare “liste di proscrizione”. E certo! In un Paese dove nessuno si prende mai la responsabilità di niente e per niente, qualunque tentativo di indicare e argomentare la responsabilità di qualcuno per qualcosa dev’essere demolito in quanto tale.
    Solidarietà a Femminismo a Sud, ça va sans dire.

  12. angela scarparo says

    per quel che posso vi abbraccio, e vi linko, come ho fatto sempre. siete grandi. (nel senso di brave!)

  13. chiarutz says

    “estremismo dell’antifascismo” fa davvero ridere…

  14. marina.terragni says

    In questione non è il vostro diritto di critica, nè la qualità del vostro lavoro.
    Se voi ritenete che non si debba in alcun modo parlare di Casapound,
    fate benissimo a esprimere anche radicalmente il vostro punto di vista.
    In questione è la pubblicazione di una lista, pratica orribile e violenta in sé.
    L’errore grave è stato questo. E resta grave.

  15. Solo Con ...io 78 says

    Non mi stupiscono questi attacchi.
    Voi siete libere e non facenti parte di alcuna lobby di potere più o meno occulta e/o salottiera.
    i sansonetti e i vari pusillanimi sinistronzi ‘illuminati’ puzzano di massoneria (in senso lato e non) lontano miglia.
    ora fanno i coccodrilli piangenti, ora ch’è troppo tardi per rimangiarsi le liberali amenità gravemente COLPEVOLI con cui negli ultimi mesi e anni ci hanno catechizzato senza alcuna vergogna o rimorso anzi vantandosi in cuor loro e/o in pubblico della loro tollerante aperta moderna sinistronzità pelosa.
    L’accusa di estremismo comunque io me la terrei ben stretta, poiché non è una brutta parola…e poi evviva l’estremismo se significa agire criticamente lottando nel nome della liberazione da ogni forma di razzismo, discriminazione, violenza inequivocabilmente (nazi)fascista malcelata da maschere bonarie protette e in molti casi coccolate dall’ambientino culturale piddino-radicalchic-liberalpostsessantottino eccetera.
    Siete un facile obiettivo, perché non ammanigliate ad alcun potere, corporazione, lobby, massoneria ovvero mafieria imperanti trasversalmente e più che mai attive in questi casi all’interno delle ambigue ruffiane servili meschine opportuniste vigliacche ipocrite schifosamente autoassolutorie caste politiche e giornalistiche.
    Ripeto che vi ho scoperto da poco, e ribadisco la mia ammirazione per il vostro lavoro, per il vostro coraggio, indipendenza, per le vostre preziose informazioni, per la vostra coerenza battagliera priva di schematismi veteroideologici e nutrita di sana critica e autocritica non impermeabile al confronto anzi sempre pronta a mettersi in discussione pur giustamente senza perdere di vista un preciso orientamento, determinati (in ogni senso) valori forti, una linea politica (nell’accezione nobile e quasi dimenticata) per fortuna anch’essa tanto precisa quanto svincolata da logiche di convenienza invece abituali laddove si scrive continuamente condizionati da partiti e ‘mafieggianti’ organizzazioni sovrapartitiche a cui obbedire a scapito della buona fede e dell’onestà.
    Solidarietà, condivisione, partecipazione, sostegno, intramontabile lotta di liberazione al fianco e assieme a Femminismo a Sud !

    voce isolata d’un rosso terrone triestino,
    che vi abbraccia

  16. Alessandra says

    Ciao Fikasicula, ciao ragazze,
    a me non è arrivato che Alessandra Di Pietro si sia risentita del fatto che, nell’articolo sullo sdoganamento di Casapound, avete scritto che lei ha scritto un pezzo sul Casapound. Mi pare, piuttosto, e perdonate il giro di parole, che si sia risentita per il modo in cui avete scritto che ne ha scritto. D’altronde, voi stesse, in questo pezzo, parlate di forma. Ci trovo una sostanziale differenza. E’ condivisibile, da parte mia, come antifascista, che abbiate fatto una ricerca e scritto una conseguente inchiesta su persone che hanno avuto atteggiamenti solidali con Casapound, meno giusto è stato il modo, un modo che ha evitato di argomentare oggetto per oggetto. Andava scritto, a mio parere, cosa aveva detto chi, come ciascuna/o aveva motivato determinate posizioni, che parole aveva usato (regole basiche della comunicazione)… era su questo che doveva aprirsi un dibattito. Mi sarebbe piaciuto leggere un pezzo dove, a ogni nome, venisse ampiamente e dovutamente annesso il motivo del dissenso. Certo, c’erano i link e, nel caso specifico della Di Pietro, avete linkato il pezzo dove avevate lucidamente argomentato la vostra critica al suo pezzo su Gioia, ma io mi sarei spesa in qualche riga in più nello stesso pezzo sullo sdoganamento (sappiamo bene che la maggioranza delle persone non va ad aprire i link interni a un pezzo). E’ dove si imputa che si deve argomentare, un link non basta. Il vostro post sull’articolo della Di Pietro su Gioa è un pezzo argomentato, ed è esattamente quello che mi sarei aspettata in un’inchiesta come quella sullo sdoganamento di Casapound. Ripeto, i link non sono sufficienti, è doveroso spedersi in argomentazioni nello stesso luogo dove vengono menzionati dei soggetti.
    La lista della seconda parte del pezzo, per quanto ben argomentata da una lunga introduzione, produce brutti effetti, effetti come commenti di quel tale Flavio che, sulla vostra pagina FB, ha scritto che ci vorrebbero pure le foto delle persone oggetto della lista. Mi viene in mente la mossa di Repubblica dopo gli scontri del 15 ottobre, che chiedeva foto dalla rete per segnalare i responsabili degli scontri alla questura.
    Dite che vi sentite attaccate, ma domandatevi anche perché. Personalmente non vi attaccherei mai, apprezzo il vostro lavoro e il vostro impegno, ma vi invito a interrogarvi sulla modalità della vostra inchiesta, una modalità, quella della lista di imputati sui quali poco ci si spende a motivare i perché e i per come, che ha prodotto l’effetto di un boomerang.
    Il mio vuol essere un invito a ragionare su eventuali errori.
    Alessandra Amitrano

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