Secondo voi che cos’é’? Che sta facendo la donna piegata a quell’altezza mentre regge saldamente i glutei dell’uomo? Perchè mai i due hanno la pelle scura?
Dal sito Dissapore, l’autrice dice di aver beccato questa immagine in un depliant diffuso durante un concorso internazionale per istituti alberghieri frequentati in genere anche da minorenni.
La pubblicità è dell’azienda Dodaro che produce salumi tipici calabresi e ha prodotto anche una cremina di ‘nduja che *“light your fire” e che provoca gli “italian effects”*.
La cosa interessante è la breve descrizione che l’azienda fa a proposito della “comunicazione”. Ve la screenshottiamo così com’è. Giudicate voi.
L’organo di controllo della pubblicità esiste in Italia e si chiama IAP (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria). Rispondono alle persone, ma i loro parametri non soddisfano chi, come tanti di noi, vede che quando ci sono le donne gli spot sono quasi sempre sessisti, che si tratti di oggetto erotico o di casalinga stereotipata ossessionata dallo sporco. Si può scrivere allo IAP usando il loro modulo online http://www.iap.it/it/modulo.htm. O ci si può iscrivere al gruppo di uomini e donne che ho fondato su facebook, che fa una campagna sistematica di mail bombing scegliendo uno spot al mese. Ci si mette un minuto a farlo. Lascio il link. A destra della pagina c’è il documento introduttivo con le finalità dell’azione.
http://www.facebook.com/home.php?sk=group#!/home.php?sk=group_139046259478883&ap=1
Faccio cortesemente notare che immagini di questo tipo descrivono scene che si possono
tranquillamente vedere negli spettacoli degli spogliarelli maschili ove le donne convenute
in piena libertà e senza alcuna inibizione fanno a uomini nudi convocati e pagati per essere
oggetto delle attenzioni femminili servizietti del tipo descritto dalla pubblicità in oggetto. Ciò
che è “legittima espressione” della nuova libertà della donna non può in diversi contesti essere definito sessista. Mi pare.
Carissime, la pubblicità sessista ha una peculiarità, ossia quella di sfruttare l’immagine femminile in sostituzione dellì’oggetto reclamizzato. Questa qua sopra è solo volgare. Ma intendiamoci volgare non per via della metafora sessuale ma per la qualità della realizzazione. La metafora sessuale è un classico della pubblicità di ogni tempo. Si tratta solo di saperci fare e non dar sfogo al trogloditismo creativo più becero. E’ un problema di cultura etica ed estetica. Se ci si accanisce contro pubblicità come questa con azioni e campagne proibizioniste (cosa che sta accadendo) si peggiora solo la situazione. Mi spiegherò meglio altrove (imho siamo in “allarme rosso”)… Au revoir.
sinceramente, con lui che fa “il culatello” non mi pare sessista questa immagine
beh si direi che è una pubblicità pessima..io non lo so se queste persone sanno che la pubblicità serve per attirare la clientela e non per disgustarla….qui si tratta proprio di mancanza di intelligenza….mi sa che in certe cose bisogna rivolgersi a persone competenti, visto la pubblicità non credo che lo siano…..qualcuno spieghi a queste persone a cosa servono i segni distintivi (insegna, ditta e marchio)…
Nessuno li blocca perché in Italia non esiste un organismo di controllo preventivo della comunicazione pubblicitaria, che esiste invece in Spagna, paradiso del gender-friendly mediterraneo.
per fortuna noi calabresi non siamo tutti uguali
Mah…io non so se è sessista questa pubblicità, so che è di una volgarità da lasciare senza fiato. Ma come accidenti possono avere la faccia non solo di concepire simili campagne, ma di realizzarle anche per davvero? E nessuno li blocca?
Doppia tristezza, per la squallido sessismo e per la pubblicità di animali morti (i salami).
Mostruosa!
http://suddegenere.wordpress.com/2010/09/16/dal-peperoncino-alla-nduja-sapori-piccanti/
al peggio non c’è fine!