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Mi piacerebbe una piazza di donne “scostumate” e di disertori

Di ritorno da un raduno amicale femminista in lingua tedesca, la prima cosa che mi hanno chiesto: “ma perché in italia non fanno come in tunisia e in egitto?”. La seconda “ma perché in italia se la prendono con le prostitute invece di prendersela con quelli che usano le donne per rappresentare il proprio potere?”.

Alla prima domanda ho risposto “perché in italia si illudono di fare parte dell’europa democratica e civilizzata”. Alla seconda “perché in italia anche le donne sembrano cresciute con l’invidia della tonaca”.

Mi sono resa conto che per declinare il femminismo, per parlare di problemi di donne, femministe, lesbiche che stanno in tutto il mondo talvolta bisogna varcare la frontiera. Dove non c’è un signor Berlusconi che diventa alibi della incapacità di uomini e donne di vedere quanto poco fanno per difendere i propri diritti o rivendicarne altri.

Dove non c’è necessità di operare una distinzione tra donne perbene e donne permale. Dove il concetto di “donne reali” è stato accolto con una risata e molte perplessità. Perché non capiscono quale donna possa essere considerata “irreale” dato che tutte le donne, a prescindere dal modo in cui hanno scelto di vivere, sono assolutamente reali. Purchè noi siamo in grado di accettarle e vederle senza giudicarle o negarne l’esistenza perché non somigliano ai modelli di cultura patriarcale che tante interpretano in modo più o meno complice.

Abbiamo parlato di donne migranti, di precarietà, di neomaschilismo, quello che seduce e recluta manodopera tra nazionalisti/machisti della peggiore specie, quella piaga che sta affliggendo tante donne, di regressi culturali che valgono per tutte, perché quello che accade a noi non riguarda solo noi. Con la piena coscienza che le lotte delle donne in qualunque punto del mondo siano indispensabili per dare fiato alle lotte di altre sorelle che sono distanti mille miglia.

Esistono delle parole d’ordine comuni attorno alle quali le femministe d’europa si radunano, dalle quali si sentono rappresentate, che esprimono senza timore ben sapendo che si tratta di una lotta difficile, che apre una nuova fase storica che somiglia troppo ai periodi di nazionalismo fascista vissuti ovunque.

Torno in Italia senza essere davvero riuscita a ignorare quello che in Italia succede perché dappertutto non si fa altro che parlare del fallimento di questo governo, delle modalità dittatoriali usate per reprimere il dissenso, delle donne private di ogni diritto e usate per giustificare qualunque cosa.

Torno con le idee ancora più chiare perché con un minimo di distanza si capisce ancora meglio che i temi dei quali ci stiamo occupando sono fondamentali e che quelle che non se ne occupano stanno perdendo l’occasione storica di essere parte attiva di una lotta contro un processo regressivo che ci sottrae diritti senza che vi sia una forte opposizione “reale” che mostri attivamente un minimo di dissenso.

Dall’esterno si coglie perfettamente come tutto quello di cui in italia si sta parlando sia una “distrazione”. Un modo come un altro per amplificare lo sguardo diretto al dito mentre in poche tentano di dire che bisogna scardinare la questione prestando attenzione a quello che avviene sulla luna.

Quando ho raccontato dei girotondi di donne perbene che puntavano il dito contro le prostitute, una amica, con una ironia tipica della sua terra che io non saprei tradurre in modo adeguato, mi ha semplicemente detto che molti anni prima in alcuni villaggi a lei familiari esistevano dei comitati di dame per il pudore che andavano a fare azioni dimostrative e mettevano i sigilli nelle case dei quartieri a luci rosse. Fintanto che quelle donne non furono multate per interruzione dell’esercizio di una professione legale. Oggi quelle dame rischierebbero la denuncia per stalking per persecuzione nei confronti di sorelle che nessuno deve molestare in alcun modo.

L’abbondanza di mail ricevuta dopo la mia assenza mi racconta di tanti entusiasmi attorno a questa manifestazione chiamata per il 13 febbraio, con evidente strumentalizzazione da parte di pd e idv, futuro e libertà, varie ed eventuali, tutte schierate in rappresentanza della salvaguardia del pudore, in difesa della morale delle bindi e delle binetti, con un femminismo nel quale non mi riconosco e che non mi rappresenta.

Perciò mi piacerebbe sapere, da quelle che parteciperanno, quali sono i temi “politici” che porranno alla piazza. Dove sta un programma di azioni reali che questi partiti proporranno in difesa delle donne. Perché da quel che vedo pd e idv, concretamente, fino ad ora hanno fatto ben poco per le donne né leggo dai manifesti per i quali si chiede l’adesione una sorta di cambio di rotta.

Io non aderisco all’antiberlusconismo tout court. Non mi interessa per niente la difesa della morale femminina e del pudore delle figlie. Non mi interessa fare la guerra contro le prostitute.

Mi interesserebbe invece una piazza di donne unite a dichiarare che tutte le donne sono reali, che le donne migranti sono reali, che le donne prostitute sono reali, che le madri che lottano contro i padri separati pro affido condiviso ai violenti e pro sindrome inventata (pas) sono reali, che le donne che vogliono parlare di sesso senza quel rigurgito sessuofobico che viene fuori dalla critica alle “donne facili” sono reali, che le precarie sono reali, che le donne che lottano contro la violenza maschile sono reali, che le lesbiche sono reali, le trans sono reali, che quelle che vogliono consultori laici, centri antiviolenza finanziati, servizi e strutture, lavoro, reddito, casa, tutto ciò che serve a sgravare le donne dai lavori di cura e a renderle autonome sul piano economico sono donne reali.

Mi piacerebbe vedere una piazza che pone delle scadenze, che impone una propria agenda politica invece che scimmiottare quella che recitano i tanti santoro, travaglio, di pietro, bersani, a riproporre interessi maschili, obiettivi maschili, che chiamano le donne a scendere in piazza e poi le rimandano a casa a mani vuote senza riconoscere alcun merito storico come è stato fatto con le partigiane.

Perché le donne sono capaci di una resistenza e di un coraggio che certi uomini sanno solo sfruttare quando non hanno argomenti per inventarsi il futuro.

Perché le donne sono intelligenze spesso immiserite dal contatto con grigi rappresentanti di partito che non vedono più in là del proprio naso.

Sono donne e uomini reali, perché di certo io non sono nessuno per dire cosa sia reale e cosa non lo è, ma sono sicura quando dico che non sono donne e uomini che mi rappresentano.

Allora chiedo: da qualche parte, in qualche piazza, in qualche città d’italia, esiste la possibilità di mostrare un dissenso di donne perbene e permale e di uomini che vogliono parlare del proprio futuro assieme e in modo differente?

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Disertori, Fem/Activism, Pensatoio, R-esistenze, Scritti critici.


14 Responses

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  1. enrica says

    speriamo che quanto sta accadendo possa servire!

  2. enrica says

    quando si arriverà a poter camminare di sera senza paura?

  3. Margherita says

    Brava!!!

  4. Pralina says

    Vi ho linkate sulla mia pagina fb e ho visto che alcuni hanno preso il link per passarselo, quoto al 100%… =)

  5. Lorenzo Gasparrini says

    Oh, era ora!
    Io verrò con tutta la mia famiglia (moglie e due maschietti) perché ho notato che nel mio paese le battaglie politiche – dopo averne fatte molte – sono alla completa mercé di comunicatori grandi e piccoli che cercano di trarne vantaggio, interessandosi ai problemi senza preoccuparsi di approfondire le questioni e passando velocemente di palo in frasca solo per seguire il vento più favorevole. E’ ora di occuparci, facendo un passo indietro, a qualcosa che viene “prima” della politica. Mettimi pure nel tuo numero, giornalista o politico; i miei figli, i miei amici, verranno a vedere cosa succede davvero e le tue chiacchiere non varranno nulla per loro.
    Verrò anche perché non ne posso più dei soloni (maschi e femmine) che ne sanno sempre di più e criticano senza proporre, dicendo che certe cose sono vecchie – dimenticando colpevolmente chi OGGI quelle cose se le sente sulla propria pelle – e dicendo quali argomenti invece dovrebbero essere importanti – senza documentarsi sul fatto che ANCHE quelli sono stati, per esempio proprio qui, affrontati, e come! Questa gente non me la filo proprio, ma ammetto che esserci alla faccia della loro crassa ignoranza mi dà un certo gusto in più.
    Verrò perché ci saranno degli amici, di tutti i sessi, con in quali sto bene. Una sensazione che in Italia provo sempre meno spesso in giro, e che invece voglio estendere il più possibile nello spazio e nel tempo.

  6. Guido says

    Un articolo interessante ma un po’ fuori fase.
    Per prima cosa il nodo centrale della manifestazione, ma più in generale del momento politico in cui viviamo, non è la strumentalizzazione della donna, che pure c’entra, ma piuttosto il rapporto tra il governo e la magistratura, tra due poteri che dovrebbero essere separati ma ormai non lo sono più.
    Proseguendo, mi pare poi che vengano fraintesi sia il senso che la genesi della manifestazione del 13, che è sicuramente discutibile da molti punti di vista, ma non da quelli indicati nel commento qui sopra.
    Detto questo, se posso permettermi, credo che fare un discorso anche genericamente “femminista” in questa fase di tramonto dell’era berlusconiana non possa prescindere dall’interrogarsi sui motivi per cui, nonostante tutto, la base elettorale del presidente del consiglio continui ad essere composta in maggioranza da donne. Mi rendo conto che è un argomento difficile e delicato, ma non può essere ignorato.
    Poi vabè che coi tempi che corrono un po’ di retorica non è certo un problema, ma certi slogan da quattro soldi si potevano anche evitare eh… mi riferisco per esempio a “Perché le donne sono capaci di una resistenza e di un coraggio che certi uomini sanno solo sfruttare quando non hanno argomenti per inventarsi il futuro.”, oppure “Perché le donne sono intelligenze spesso immiserite dal contatto con grigi rappresentanti di partito che non vedono più in là del proprio naso.”
    Si può fare di meglio, dai.

  7. ophelia says

    grazie per queste parole, che mi aiutano ad argomentare meglio la mia diffidenza rispetto a certi fenomeni

  8. Anais says

    POTERE ALLE SORELLE

  9. ilaria says

    Non ho aderito alla manifestazione di sabato scorso, ma credo che andrò in piazza il 13. Non ci andrò per differenziarmi da altre donne (o meglio, chiaro che politicamente mi differenzio dalla Santanché). Ci andrò perché per me il problema è politico, è politica la questione grave dell’istigazione alla prostituzione mentale di tutto un paese, come lo è il reato di istigazione alla prostituzione – non la prostituzione. Ci andrò contro chi umilia le donne impedendo loro di scegliere. Non giudico nessuna scelta, giudico chi spaccia per scelta quel che non lo è. Ci andrò, soprattutto, perché vorrei arrivare ad avere leggi come certe leggi spagnole, dove non si parla di divieti, si parla di vegliare e fomentare l’uguaglianza, come qui (legge del 2007):
    “Igualdad y medios de comunicación
    Artículo 36. La igualdad en los medios de comunicación
    social de titularidad pública.
    Los medios de comunicación social de titularidad
    pública velarán por la transmisión de una imagen igualitaria,
    plural y no estereotipada de mujeres y hombres
    en la sociedad, y promoverán el conocimiento y la difusión
    del principio de igualdad entre mujeres y hombres.
    Artículo 37. Corporación RTVE.
    1. La Corporación RTVE, en el ejercicio de su función
    de servicio público, perseguirá en su programación los
    siguientes objetivos:
    a) Reflejar adecuadamente la presencia de las mujeres
    en los diversos ámbitos de la vida social.
    BOE núm. 71 Viernes 23 marzo 2007 12619
    b) Utilizar el lenguaje en forma no sexista.
    c) Adoptar, mediante la autorregulación, códigos de
    conducta tendentes a transmitir el contenido del principio
    de igualdad.
    d) Colaborar con las campañas institucionales dirigidas
    a fomentar la igualdad entre mujeres y hombres y a
    erradicar la violencia de género.
    2. La Corporación RTVE promoverá la incorporación
    de las mujeres a puestos de responsabilidad directiva y
    profesional. Asimismo, fomentará la relación con asociaciones
    y grupos de mujeres para identificar sus necesidades
    e intereses en el ámbito de la comunicación.”
    Riflettere donne diverse. Tutte, puttane incluse. Tutte.
    Lavorare con le associazioni di donne.
    Ci sarebbe altro, me le sto studiando per bene. E sono d’accordo con il vostro post, ma non starò a casa il 13, porterò in piazza idee e proposte per cominciare dal modo in cui siamo rappresentate. Non lo farò per porre limiti alla mia o all’altrui sessualità, semmai per il motivo opposto.

  10. cloro says

    STRA-CA-TA-QUOTO

    ciao

  11. gilda says

    brava brava!!!!! urlo di liberazione…
    e splendido claudio

  12. carla says

    le brave ragazze vanno in paradiso, le cattive ovunque. nulla di nuovo sotto il sole. era un pò che non leggevo un elenco di qualunquismi così esteso ed analisi così banali e superficiali.
    certo che è ridicolo impicciarsi di ciò che accade sotto le lenzuola, siamo tutti adulti e vccinati, anche i maniaci che ricoprono cariche pubbliche, e quelle che per soldi tanti vanno con lui. posso parlare conoscendo di lesbismo, di femminismo e d’altro, ma mi son stufata del solito buonismo dele “compagne” banale ed inutile, e del movimento che si sta muovendo di cui si parla qui sopra, davvero non ne vedo nulla, a parte le solite alte autoincensazioni. siamo brave siamo brave, siamo le meglio siamo le meglio.
    più che altro un discorso bobo per chi non crede nel welfare e fa dell’assistenza volontaria alla propria parola un motivo di vita. all’assistenza, meglio ci pensino i professionisti.

  13. Claudio says

    Mi aspetto da un momento all’altro che questo neopuritanesimo reazionar-progressista di concitedegregorio e repubblichepuntoit lanci altre campagne: “No alla fellatio”, “No alla fellatio con eiaculazione facciale”, “No al cunnilingus tenendo la mano sulla nuca di lui”, “No al cunnilingus anche senza mano sulla nuca di lui se non c’è amore”, “No alla pecorina”, “No alla pecorina afferrando i capelli”, “No al sesso di gruppo”, “No al sesso se non c’è sentimento”, “No alla bellezza”, “Sono donna e dico basta con l’orgasmo, sì al matrimonio”, “No alla schiavitù della prostituzione con vagina per scelta, sì alla schiavitù del posto di lavoro con mani, gambe, testa, occhi, orecchie tutti i giorni sei giorni a settimana otto ore al giorno per quarant’anni in cambio di cibo e riparo dalle intemperie”.

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