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La violenza maschile si nasconde soprattutto in famiglia

Il motivo non è chiaro ma è molto probabile quello sessuale“, diceva repubblica a proposito del femminicidio che ha prodotto una ulteriore morta.

Sarah Scazzi, in una buca piena d’acqua, e il pensiero corre inevitabilmente a Lorena Cultraro, altra ragazzina ammazzata da tre ignobili ragazzetti dopo averla stuprata, massacrata di botte, strangolata, bruciata e buttata in un pozzo.

Sarah Scazzi, una bambina che aveva tutta la vita davanti e che ha fruttato tante vendite di giornali, tanti introiti pubblicitari per le pagine online che sono pronte a non bucare lo scoop, con una stampa che al solito ha fatto un lavoro pessimo, rafforzando stereotipi, concentrandosi su pettegolezzi, facendo gossip sul cadavere di una ragazzina.

Quante sciocchezze sono state dette. Il cattivo è sempre quello che viene da fuori, eh? Le terribili chat. I mostri di internet. Invece la verità stava lì a due passi, in famiglia, come sempre.

Una verità orribile, di quelle che tante famiglie inconsapevoli ignorano e che altre famiglie custodiscono in un clima di omertà e complicità che protegge questi santi padri di famiglia che alla prima occasione si fanno venire il vezzo della molestia alla nipotina, la figlia della cognata, e chissà come e chissà perchè poi le mette le mani al collo e la uccide seppellendola dentro un fosso qualunque, fingendo perfino preoccupazione, fingendo di cercarla, simulando ritrovamenti di oggetti per depistare.

La stessa faccia tosta di Mario Alessi, accusato poi dell’omicidio del piccolo Tommy. Persone che non hanno alcun pudore a rilasciare interviste e a utilizzare i media, come sempre più spesso avviene, per una difesa ad oltranza di qualcosa di indifendibile.

Primo trucco: negare. Come fanno in tanti. Come fanno tutti.

Proviamo a pensare al caso in cui Sarah fosse rimasta viva, alla difficoltà di denunciare una molestia dello zio. Chi l’avrebbe creduta? Quanto l’avrebbero fatta sentire in colpa? Era già accaduto che lo zio non si era comportato bene con lei? Perchè non l’ha detto?

Se è accaduto il perchè lo sappiamo tutte. Quante sono le piccole Sarah che non possono denunciare o che quando denunciano si ritrovano processate, accusate, colpevolizzate. Quante sono le figlie, giovani, piccole, innocenti, che non hanno nessuno sul quale contare perchè tutti i riferimenti che dovrebbero aiutarla non le credono o fanno di tutto per difendere l’accusato.

Quanti sono gli accusati di molestie di ragazzine che vengono difesi, in una campagna negazionista di denigrazione costante delle vittime e di difesa degli accusati. Finchè non spunta il cadavere. Finchè altre giovani vite non vengono spezzate. Finchè non avviene l’inevitabile. E allora, per ogni morte di questo genere, tutti sono complici, omertosi, negazionisti, filopedofili, banalizzatori delle violenze alle ragazzine.

Tutta la compagnia dei falsabusisti che per pararsi la reputazione distruggono la vita di donne e bambini, protetti da professionisti e da circuiti del dolore che quel dolore lo alimentano e lo usano come strumento di ricatto affinchè le vittime rimangano vittime. Per sempre.

Quanti sono i padri, i nonni, gli zii che con le loro mani lercie sporcano la giovane pelle di bambini e bambine che non sanno dove trovare riparo. Quante sono le situazioni in cui le famiglie diventano i luoghi di protezione di pedofili e violenti, stupratori dei corpi e della mente, tutelati da persone che non sono certo meno responsabili delle azioni che gli assassini finiscono per compiere.

Quali mostruosità custodisce la “famiglia”, quali inclinazioni tutela la parte politica che proponeva la depenalizzazione per gli abusi sessuali di “lieve entità” sui minori. Quali devastanti prospettive riservano tutti coloro che difendono a spada tratta i pedofili e gli stupratori sostenendo che le vittime, donne e bambine/i, sarebbero sempre bugiardi.

E sta tutta lì la “bugia”, in questi corpi morti sepolti qua e là, lasciati senza vita, massacrati in ogni senso, per chissà quale capriccio o intenzione.

Eccola la bugia, fatta di carne e sangue e miseria degli umani che convivono con violenti, stupratori e pedofili perdonandogli tutto e, anzi, consentendogli di fare ancora del male.

Eccola la bugia, di una società che culturalmente ha permesso che una ragazzina non potesse sfuggire ad uno zio assassino per un motivo “non chiaro ma molto probabile sia quello sessuale“.

Eccola la verità da sputare in faccia a quelli che si nascondono dietro mistificazioni esagerate come quel male che arriverebbe da internet (su internet ci sono gli stessi uomini violenti che sono violenti nella vita, ne più e ne meno e se sono perdonati e giustificati nella vita reale è la società che permette loro di fare del male su internet e non il contrario), quelli che si nascondono dietro l’alibi dello straniero, delle altre culture, come se la nostra cultura, familista, omertosa, complice di mille violenze maschili su donne e bambini, fosse meno disastrosa di quelle altre che tanto fanno storcere il naso ai razzisti.

Sta tutto qui il problema, in un costante ricatto che riguarda i corpi di donne e bambini, di tutte le età e di tutte le proporzioni. Altro che mediazione familiare, altro che speculazioni di avvocati che si rifanno lo stipendio sui divorzi mentre difendono gli uomini violenti.

Non c’è niente da mediare quando il problema è che gli uomini trattano donne e bambini come corpi di loro esclusiva proprietà. Ne fanno quello che vogliono. Se qualcuno lo impedisce allora ammazzano, stuprano, perseguitano, e mentono spudoratamente così come mentono tutti quelli che fanno squadra con assassini e stupratori per rappresentarli nelle stanze dei colletti bianchi.

L’italia è il primo paese in europa in cui muoiono più vittime di violenza domestica e interfamiliare. Muoiono quasi sempre perchè l’uomo non vuole perdere il diritto proprietario sul corpo di una donna, di qualunque età. Bambina/bambino (per pedofili di varia natura), adolescente, ragazza, donna, adulta, anziana.

Il corpo delle vittime è l’affare del secolo. I carnefici non vogliono mollarlo e gli avvocati difendono il principio di proprietà sui corpi quando gli assassini vengono chiamati in tribunale.

In italia si muore di schiavitù dei corpi. Si muore di tentativi di ribellione. Si muore perchè si spera che si possa dire di NO. Perchè si spera di poter essere libere di andarsene, denunciare. Si muore per vendetta e punizione. Si muore di colpevolizzazione delle vittime, di subcultura propedofili e prostupratori.

Le donne muoiono in quanto donne. I corpi desiderabili, bambini inclusi per i pedofili, muoiono perchè c’è una intera cultura e una intera società che tutela, incoraggia, giudica “naturale” quel desiderio univoco, non consensuale, quello stupro costante.

Le vittime di violenza maschile in italia muoiono di umiliazione, delegittimazione, solitudine personale e sociale, con gli stupratori in libertà e gli stalkers a fare i bulli dappertutto per mostrare il proprio potere e schiacciare all’infinito le vittime prescelte.

Sarah Scazzi è morta di tutto questo. E’ morta di schiavitù dei corpi alla quale ogni bambina e donna viene costretta. E’ morta di violenza maschile. E’ morta di femminicidio. E’ morta di omertà e cultura sessista.

E se solo penso alle mani di quel suo zio sul suo corpo mi viene davvero da vomitare…

Ps: leggo molte ore dopo aver scritto questo post che lo zio ha confessato di averla lungamente molestata, che Sarah voleva dirlo anzi l’aveva già detto e che è morta perchè lo zio voleva che custodisse il segreto. L’ha ammazzata e violentata prima di seppellirla. Nausea.

—>>>Femminicidio. La lista dei colpevoli.

—>>>Non permettiamo che possa esserci un’altra Sarah Scazzi

—>>>Bollettino di guerra

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


13 Responses

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  1. fasse says

    ah si, certo. naturale. se una ragazzina dice NO è chiaro che stuzzica l’approccio. quindi la sua colpa è stata di dire NO?
    se a raiuno stanno facendo una operazione giustificazionista prostupratore si assumono la responsabilità di diffondere cultura che farà altre morte ammazzate.
    sono complici, come tanti altri.

    ps: ma che c’entra il nome della madre?

  2. in nome della madre :) says

    “in passato c’erano stati degli episodi di INTERESSE da parte dello zio”, “tentativo di APPROCCIO stuzzicato dal rifiuto”, “forse l’abuso non c’è stato, lo ha detto per il senso di colpa” se ascoltate ora raiuno vomitate anche stanotte, come me.

  3. fiorenza da rold says

    grazie mille carissime
    l’unione fa la forza

  4. maya says

    Il mostro non è in chat: è in casa. Questo dato di fatto è consolidato da studi e statistiche, eppure anche gli inquirenti lasciano per ultima quella che dovrebbe essere la prima delle piste da seguire.
    Ma in che società dobbiamo continuare a vivere? Come possiamo permetterci di pontificare sul sessismo e sulla violenza di altre culture? E’ questa la Civiltà Avanzata?
    Orrore, rabbia, indignazione.

  5. fikasicula says

    cara fiorenza,
    sei assolutamente autorizzata ad utilizzarlo dove e quando vuoi!

  6. fiorenza da rold says

    vi chiedo per cortesia il permesso di poter utilizzare questo vostro filmato fatto benissimo in occasioni pubbliche
    sto progettando un convegno per fine gennaio a milano
    grazie

  7. nonunadimeno says

    ovviamente la prima cosa che si è pensata di fare in ambito giornalistico e investigatorio è stato frugare nella vita
    della ragazza per andare alla ricerca della causa della sua morte nella sua condotta. si è parlato di vite parallele, di amicizie su fb, di frequentazioni nascoste, insomma come se l’era andata a cercare!?
    questa mistificazione retorica delle donne vittime di femminicidio è una depistazione dalla sistematicità della violenza di genere, frutto di politiche identitarie del biocontrollo.

    e come sempre si cerca fuori, si va a cercare lo straniero, l’estraneo, il diverso, il perverso. il femminicida è invece dentro le case, dentro le nostre relazioni, è il conoscente o il conosciuto, è familiare, è NORMALE. la “familiarità” delle donne con la violenza di genere è uno dei più grandi interdetti.

  8. luziferszorn says

    Dobbiamo fare qualcosa per proteggere queste ragazze, altrimenti ce le avremo sulla coscienza. Basta con le ipocrisie. La famiglia è un inferno allucinante.

  9. Natla says

    Ho appena letto. Non riesco neppure a pensare…
    So solo che questo post DEVE fare il giro della rete per salvare la prossima.

  10. sista says

    Care tutte.
    Stamattina un altro piccolo grande pezzo di me è morto.
    Mi sveglio con l’amarezza di chi sa che tutto questo è più grande di noi.
    Ma anche con la forza di tutte noi che ogni giorno ricordiamo al mondo di essere in guerra.
    Le armi di distruzione di massa ci sono, le vittime pure si chiama FEMMINICIDIO.

  11. Mara D. says

    E ho già sentito dire, durante un’amara colazione, che è stato un omicidio causato da un raptus improvviso…

    Ps: c’è una piccola ripetizione, nel testo: dove c’è scritto “L’europa è il primo paese…”, immagino sia da scrivere “L’Italia”

  12. mary says

    Bel post..sono rimasta shoccata da quello che è successo..Non devono insegnare ai bambini che il mostro è fuori casa.
    C’è un refuso: hai scritto :L’europa è il primo paese in europa.
    Ciao