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Dov’è la banca dati sulla violenza maschile contro le donne?

Abbiamo scoperto oggi che dal 1998 era prevista una banca dati di monitoraggio per la pedofilia. Ci spiace che non ne sia prevista una per la violenza sulle donne ma possiamo riparlarne.

Lo abbiamo scoperto perchè questa banca dati non si poteva fare senza l’ok del garante della privacy il quale ci tiene a dire che le vittime vanno tutelate. Fin qui siamo certamente d’accordo. Quello che però non si capisce è perchè le vittime finiscano sempre sui giornali, con dettagli privati e gossippari descritti per screditarle e giustificare i carnefici, mentre i carnefici se ne stanno comodamente a fare la bella vita come se nulla fosse stato.

Ci viene dunque il dubbio che le banche dati di monitoraggio, quelle che noi siamo costrette a farci da sole per quanto riguarda la violenza sulle donne, per esempio, non ci siano per proteggere la privacy dei carnefici, per permettere ai carnefici di esibirsi in prove di negazionismo che non hanno eguali. Negazionismo che riguarda i numeri enormi dei fenomeni di cui stiamo parlando, fino addirittura a prevederne il capovolgimento.

Così può capitare che condannati di pedofilia distribuiscano su internet dati falsi, come fossero caramelle. Dati misogini per lo più. Lo stesso fanno i condannati per stupro, per violenza sulle donne, maltrattamenti, percosse, stalking, tentato omicidio, forse perfino femminicidio. Da questi dati, fasulli, sembrerebbe che le donne siano carnefici, cattive individue che accusano i loro stupratori, molestatori, maltrattatori chissà per quale ragione. Negano i dati della violenza maschile commessa su donne e bambini e costruiscono tenacemente una menzogna, quella che attribuisce alle donne delitti inesistenti che in realtà dalle percentuali non si vedono affatto.

Sono uomini che arrivano ad immaginare che la ministra alle pari opportunità attuale abbia ordito un complotto con l’istat per gonfiare i dati della violenza sulle donne o che tutti i giudici che emettono condanne, a fronte delle tante disastrose assoluzioni, nel confronti di uomini violenti sono complici delle femministe.

Ridicoli. Di più. Criminali. Sono criminali che gravitano per le strade, per la rete, in libertà, in assenza di banche dati “ufficiali” che possa togliere loro qualunque alibi per continuare a delirare impunemente.

Noi abbiamo un grande rispetto per la privacy di ciascuno. Tuttavia comprendiamo le ragioni delle donne che chiedono un registro pubblico, per esempio. Non un registro delle vittime ma uno dei carnefici.

Senza voler entrare nel merito della questione ma considerando le conseguenze “culturali” gravi che ha il fatto di permettere a dei criminali di “fare opinione” su argomenti quali la pedofilia e la violenza sulle donne, criminali che arrivano perfino a screditare e censurare l’operato delle donne e degli uomini che lottano davvero contro la violenza maschile su donne e bambini, che usano come argomenti a discredito il fatto che le vittime di questi odiosi reati non avrebbero diritto di parola mentre i carnefici possono stare ad occupare gli show televisivi, soprattutto quelli mediaset, per insultare e diffamare le donne o i genitori dei bambini che denunciano uomini violenti, stupratori, stalker, maltrattanti, pedofili.

Considerando tutto questo ci chiediamo se davvero sia possibile che vittime e persone in buona fede debbano avere il dispiacere di incontrare questi criminali, sotto falso nome o con il loro nome reale, senza poter affermare con forza che i criminali non hanno diritto di parola su questi argomenti e che mai e poi mai deve essergli consentito di offendere la dignità delle vittime ogni giorno, manifestando disprezzo per loro e per chi lotta assieme a loro.

D’altronde non permettereste ad un mafioso di fare opinione su cos’è la mafia, giusto? Dunque perchè queste tutele nei confronti dei condannati per pedofilia e per violenza sulle donne?

Perchè questa omertà di Stato? Perchè questa cortina di protezione nei confronti di soggetti che vengono addirittura legittimati a orientare il dibattito politico, perfino le stesse proposte legislative a proposito di depenalizzazioni di pedofili, stupratori, stalker, maltrattanti, a proposito di servizi e luoghi a cui e vittime di violenza maschile devono potersi rivolgere.

Criminali che si permettono di dire che i centri antiviolenza devono chiudere affinchè donne e bambini vittime di violenza maschile restino in balia dei loro carnefici.

Criminali che si permettono di ordinare ai giudici come devono comportarsi in rapporto ai crimini che loro commettono.

Le banche dati sulla pedofilia ci sembrano necessarie e ci sembra necessaria una banca dati sulla violenza sulle donne. Ci sembrano necessari gli strumenti che attribuiscano il giusto valore sociale a chi lo merita.

I carnefici non possono e non devono avere licenza di parola e di aggressione cruenta nei confronti di nessuno. Le vittime sono quelle che vogliamo ascoltare e con le quali vogliamo agire per costruire una società senza violenza e rispettosa di tutti i generi.

Chiedetevelo, voi politici che accogliete le proposte politiche dei carnefici: avete una vaga idea di quali siano gli strumenti di ricatto, minaccia, aggressione, persecuzione, dei criminali che vagano per le strade e per la rete allo scopo di annientare chiunque li classifichi per quello che sono?

Chiediamocelo, tutti quanti: quante sono le persone nel web che sono state condannate e che dovrebbero essere messe in condizione di non nuocere più?

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.