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L’immigrat@ seriale

In quel di Milano pare ci sia un tizio che si ostina ad essere un immigrato. Ma proprio uno di quelli con tutti i cosi degli immigrati. Ha la faccia dell’immigrato, la bocca dell’immigrato, gli occhi dell’immigrato. E le mani? Vogliamo dire qualcosa anche sulle mani dell’immigrato?

Essere un immigrato a tempo pieno è un vizio che certa gente non si toglie mai e dire che c’è chi perde tempo a dirglielo che dovrebbero provare ad essere qualcos’altro. Potrebbero essere, che so, dei canarini. Così carini e poi cinguettano a comando appena vedono il padrone. Cip cip cip. E che teneri con quelle alucce che tentano di spiccare il volo ma non ci riescono. Perchè il canarino, si sa, è una cosa decorativa. Infatti non ne ho mai visto nessuno che non stesse in gabbia. E’ quello il suo ambiente naturale.

Quando a scuola chiedono a tuo figlio dove nasce e cresce un canarino quello dirà: in gabbia. Che altro potrebbe rispondere? Così per l’immigrato che fino a quando non si decide a essere qualcosa di diverso non si potrà mai dire che viene dalla groenlandia, dalle fantastiche terre orientali, dalle calde regioni dell’america latina, dai meravigliosi paesi dell’africa del nord est. No. Se chiedono a tuo figlio dove nasce e cresce un immigrato egli dirà: in un Cie (centro di identificazione ed espulsione).

Noi persone per bene siamo dei naturalisti, combattiamo il colonialismo e siamo veramente stufi di vedere queste creature strappate dal loro habitat naturale, perciò facciamo di tutto per togliere l’immigrato dallo zoo cittadino in cui vive per riportarlo a casa. Aiutiamo l’immigrato in casa sua a meno che non smetta di essere un immigrato.

Quale vezzo assurdo per questi esemplari insistere a fare gli immigrati in mezzo alle persone per bene. E vi assicuro che tutti e dico tutti fanno a gara a chi prova a portarsene a casa uno per farlo almeno diventare un immigrato domestico. L’amministrazione di Milano è stata così gentile da avviare anche la campagna: non abbandonare l’immigrato. E se lo abbandoni non può che finire dentro un Cie. 

Dovreste vedere come diventano rabbiosi, poverini, quelli che si rifiutano di essere rinchiusi. Vaglielo a dire che lo facciamo per il loro bene: Gli diamo un letto e del cibo. Cosa vogliono di più?

Selvaggi, sono selvaggi, queste creature che si ostinano ad essere immigrati senza un collare. Bastardi che se ne vanno in giro per la città a rovistare tra l’immondizia per trovare qualcosa da mangiare. Ingrati che se gli dai un pezzo di pane poi mordono la mano del padrone. E poi sono furbi, aspettano che sei sola e zac, ti rubano il portafoglio e tu urli e urli e urli e lui si spaventa e scappa e tu poi puoi dire che lui ha anche cercato di violentarti così uno scippo diventa uno stupro e quel bastardo peggio di un cane può fare la fine che merita. 

Siamo disposte a tutto per il loro bene. Vogliamo che tornino a casa e se dobbiamo inventarci un motivo per scatenare l’accalappia-immigrato noi lo faremo conscie di voler restituire a questi esemplari una dignità di cui nessun altro animale ha mai potuto godere.

In giro ci sono tante brutte persone che prendono questi immigrati in casa e provano a travestirli da individui. Gli fanno un gran danno. Li illudono. Ma può mai un ornitorinco diventare una farfalla? Impossibile in natura. Provarci è veramente crudele. Eppure insistono e se la prendono con noi che vogliamo solo il bene di questi esseri viventi.

Li vestono da uomini e vorrebbero insegnargli a parlare e alcune, non posso neanche dirvi quanto facciano impressione, mettono persino a disposizione il proprio corpo e vorrebbero sposarli. Che aberrazione! E noi che tentiamo in tutti i modi di impedirlo veniamo additati come gente cattiva. Proprio noi che pensiamo alla felicità dei nostri simili. Come si può pensare anche solo lontanamente di favorire la riproduzione di una specie aliena, un incrocio tra una italiana e un immigrato o viceversa. Come far nascere un incrocio tra una farfalla e un ornitorinco. Verrebbe fuori una farfalla cornuta o un ornitorinco con le ali. Fenomeni da baraccone, roba da circo.

Se vuoi vivere da persona non puoi ostinarti a fare l’immigrato. Devi innanzitutto assicurarti di avere delle qualità. Che so: una immigrata che ha degli accessori apparentemente simili a quelli di una donna vera e propria può essere utile per le faccende domestiche, è un ottimo utensile e sa intrattenere anche vecchi e bambini e all’occorrenza sa farvi anche un pompino. Basta che smetta di vestirsi in quel modo "etnico" e indossi abiti civili e può essere un ottimo prodotto casalingo. Basta che non abbia mai la pretesa di mettere al mondo dei figli perchè le utensili vanno sterilizzate, come ebbe a dire una kapo’ di una associazione "umanitaria" che impegava le immigrate in lavori di "pubblica utilità". Non è meraviglioso tutto ciò? Oppure: un immigrato che sa fare goal è una specie di prodigio, come l’asino che conta con gli zoccoli o il pappagallo che invece che dire cose senza senso parla autonomamente e proferisce veri e propri discorsi. Quell’immigrato lì può stare tra gli umani purchè nella vita privata se ne rimanga tra i suoi simili. Gli altri che si aggirano per le strade con la loro aria triste e stanca, bisognosi di aiuto, con quegli occhioni che chiedono pietà e quegli altri, più dignitosi, che rivendicano e non si vergognano a guardare gli umani dritto negli occhi per fare sentire il loro disprezzo. Creature che seminano odio, che diventano motivo di scontro tra gli umani. Giocattoli che tutti dicono "è mio, è mio" e non va mica bene che loro mettano su il dito medio per dire "mio, un cazzo" mentre prendono la via per mettere su casa autonomamente in città.

L’immigrato che si ostina a voler essere un immigrato, diciamolo, è un immigrato seriale e non si può ammettere che esista nelle nostre città ordinate e pulite niente che gli somigli. Creeremo una task force per rintracciarlo, ne faremo un profilo criminale, affiggeremo la sua foto su tutte le superfici esistenti e non importa se la gente entrerà in confusione perchè un immigrato vale l’altro. A noi interessa che li portino tutti qui in un modo o nell’altro e in futuro ci ringrazieranno per quello che abbiamo fatto. 

Non è forse questa la differenza che c’è tra un essere umano e un immigrato? Noi ci preoccupiamo anche per loro. Loro si preoccupano solo per se stessi e nelle nostre città la legge della giungla non è ammissibile.

Ecco il profilo dell’immigrat@ seriale:

negro, rom, sinti, arabo, trans brasiliana, disoccupat@, tendente alla prostituzione, a volte prova a ingannarvi mostrandovi un documento che attesta la loro cittadinanza italiana. Non lasciatevi ingannare. Loro sono furbi ma noi lo siamo di più. Si nascondono dappertutto: nelle case, in città, per le campagne, nelle baracche, dentro chiese e moschee. Ci sono sindaci incoscienti che gli costruiscono apposta dei rifugi e altri cittadini avidi che per riscuotere l’affitto non badano quale animale si mettono in casa. Alcuni tra loro sono rapaci, bastardi che girano in branco. Cercano tra i resti dei vostri pranzi e delle vostre cene, spargono immondizia dappertutto, dove ci sono loro c’è puzza e bisogna ristabilire un minimo di igiene. Quando vanno in automobile possiedono carcasse di decima mano, rumorose e pericolose, e se gliele togli si ribellano. Non capiscono che proviamo semplicemente a fare venire fuori la loro vera natura, a recuperare il senso della giungla affinchè capiscano che la città non è posto per loro.

Bisogna innanzitutto sterilizzarli per impedire che si riproducano. Bisogna favorire il recupero della loro vera identità, forgiare il loro carattere, farli abituare di nuovo alle intemperie. Dunque se li vedete a nord ben coperti, rifugiati in baracche di fortuna per sfuggire al freddo e al gelo, accendete un falò, buttate giù tutto e godetevi la rinascita dei leoni.

E’ proprio bello vederli diventare animali nella foresta e se tanto non dovesse bastare li terremo chiusi nei Cie quanto basta per fargli rimpiangere casa loro. Saranno essi stessi a chiedere in ginocchio di potervi tornare e a ringraziarci perchè grazie a noi hanno ritrovato la loro vera natura.

Questa è la nostra missione. Questo sarà il nostro obiettivo anche per il 2010.

Ps: non dite a nessuno che nel mio salotto ho un esemplare di quella specie completamente imbalsamato. Fa la sua porca figura e non potrei mai rinunciarci. Ed è l’unico modo di far restare in città uno di quei cosi.

Buon 2010 a tutti e a tutte! 

—>>>nelle immagini alcune Black panther women, angela davis inclusa [1] [2] [3] [4] [5]

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Stupri utili

Stupro di Stato

Decalogo per donne stuprate

Guarda:

Quando mi toccano il culo – di Ascanio Celestini

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.


One Response

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  1. Rosy says

    “…e se tanto non dovesse bastare li terremo chiusi nei Cie quanto basta per fargli rimpiangere casa loro. Saranno essi stessi a chiedere in ginocchio di potervi tornare…”
    Ho iniziato a piangere come una bambina quando ho letto questo passo. Ancora una volta avete colto nel segno.
    Buon 2010!!