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AAA uomini da frustare cercasi

A proposito di violenza maschile questa settimana ne abbiamo sentite delle belle. C’è stato quello assolto perchè ha detto di aver stuprato nel sonnoQuelli che avrebbero adescato delle ragazzine – pare siano più di 40 – su facebook per poi stuprarle mentre la madre di una di queste sentiva tutto. Ovviamente negano. Si è persino fatta sentire la madre di uno di loro per dire che è proprio un bravo ragazzo mentre il clou del dibattito è stato dirottato dalle responsabilità individuali e collettive a proposito della violenza alla demonizzazione del mezzo internet. La carlucci non ha perso occasione per rispolverare il suo repertorio di accuse contro chi lotta per difendere i diritti di chi abita la rete e persino d’alia, quello che voleva oscurare l’intero social network, mettendo assieme questa notizia e quell’altra pretestuosa del gruppo che voleva attirare l’attenzione di berlusconi, ha ribadito che l’anonimato in rete è una gran brutta cosa. Così come tutti siamo sotto controllo nella realtà esigono di poterci preventivamente schedare su internet ancor prima che si possa aver pensato qualunque tipo di pensiero.

L’altra faccenda che ha fatto molto parlare di se’ è stata quella della sospensione di pena per gli stupratori di una ragazza di montalto di castro. Una faccenda partita male e finita peggio. Il sindaco Carai (pd – candidato nella lista bersani per le primarie) ha prima stanziato 20.000 euro per finanziare le spese legali degli stupratori e ottenuto poi che a sospensione della pena avvenuta gli stupratori fossero affidati al comune "in prova" prima del giudizio definitivo. Se la prova funziona la pena potrebbe decadere. Quello che sembra anomalo della vicenda, senza voler essere giustizialiste, è che quantomeno questi ragazzi avrebbero dovuto essere assegnati in prova a fare volontariato per un centro antiviolenza altrimenti non si capisce come potranno mai capire la gravità di quello che hanno fatto. Una gravità che non viene percepita da molti in paese dato che in varie interviste sono in tanti a dichiarare che è lei la "puttanella" mentre loro sono bravi ragazzi. C’è chi dice addirittura che trovandosi di fronte alla ragazza avrebbe fatto la stessa cosa.

Tra le file del pd tutto tace. Alcune donne si sono dette indignate e altre, come la serracchiani, dicono che il comportamento del sindaco carai non è un buon motivo per espellerlo dal partito. Nel frattempo dall’esterno è partita una raccolta di adesioni lanciata da Lara Cardella, la gelese di "Volevo i pantaloni", per chiedere le dimissioni di carai dal ruolo di sindaco.

L’unica nota, diciamo così, positiva è rappresentata dalla storia di un tale che adescava ragazzine per farsi frustare. Peccato non abbia trovato noi. Lo avremmo frustato davvero tanto volentieri… 

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. Claudio says

    Te vojo ariccontà ‘n fatto, piuttosto esplicativo su quanto conti l’humus culturale e piuttosto dimostrativo di ciò che vado dicendo da anni sulla scia di Le Bon, Milgram, Zimbardo, Arendt, ovvero che il nemico non è tanto il dittatore, quanto il suo cameriere; il problema non è Hitler: il problema è tuo zio; il carnefice è il tuo vicino di casa.
    Quando giocavo a pallone (avrò avuto sedici, diciassette anni), nessuna squadra andava volentieri in trasferta a Montalto, perché quelli della Maremmana – squadra locale – la buttavano sempre in rissa, compresi gli adulti. I calciatori ti davano ginocchiate a gioco fermo, calci in petto, ti sputavano addosso; persino l’allenatore ed il dirigente, quando passavi vicino alla panchina, dal niente ti tiravano oggetti, ti buttavano via il pallone, ti insultavano e ti minacciavano, così, senza motivo, e gli arbitri non facevano niente perché sapevano che rischiavano di essere linciati da mezzo paese che veniva a vedere la partita. Più il giocatore adolescente faceva qualcosa di indegno, violento e disonesto, più otteneva il plauso soddisfatto di genitori e spettatori adulti. C’era addirittura il centravanti che, quando l’ala sinistra, il povero Ramzi (ancora mi ricordo come si chiamava, da quanto mi stette nel cuore!), marocchino, aveva il pallone fra i piedi, cominciava ad urlargli: “Passala a me, negro de mmerda! Ne li spojatoji t’ammazzo, negro!”. E Ramzi era pure bravo. Massacrato dai suoi stessi compagni.
    Un clima irreale, un’aria pesante, irrespirabile, un’atmosfera parossistica da film di Marco Risi. E pensare che il calcio, il campionato, a cui tenevamo così tanto, doveva essere un divertimento, per noi che eravamo soltanto dei ragazzini.
    Un giorno un mio compagno di squadra disse: “E que’ è gente da riformatorio. Tra qualche anno se li ritrovamo in televisione che hanno commesso qualche stupro”.
    Tant’è…
    Ovviamente Montalto non era, non è, un caso isolato: succedeva in maniera più esagerata esattamente ciò che accadeva in altri campi di altri paesi. Ricordo per esempio quando un anziano tifoso a Civitella d’Agliano, altro borgo minuscolo, mi sventolò una roncola sotto il naso per intimidirmi dopo che avevo rubato alla grande il pallone all’attaccante avversario (ero bravo, sa’ :-D).
    Vengo da una terra dura, rozza, la Tuscia, la cui cultura contadina è tuttora profondamente radicata e profondamente maschilista. Ed in questo, in fondo, non è diversa da qualsiasi altro posto al mondo. L’ignoranza diffusa e la grettezza estrema rendono solo più evidente e palese questo maschilismo insopportabile. Meno taciuto, meno strisciante e più sbandierato. Ecco perché non mi ha particolarmente stupito la vasta parte di Montalto stretta intorno agli stupratori che si espone orgogliosamente in televisione: come dire, conoscendo il carattere locale, me lo aspettavo.