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Adolescenti in branco

http://www.youtube.com/watch?v=S3OTx4wN1zc

Io non so esattamente cos’e’ una ragazza truzza, nonostante vi siano tanti video su youtube, tante parodie, una canzone dedicata e persino battaglie metallari vs truzzi. Immagino sia l’evoluzione delle paninare degli anni ’80. In realtà non lo so. Quello che so è che se io avessi una figlia così sarei autorizzata a spararmi. Non con un proiettile semplice. Con un bazooka.

La suddivisione delle ragazze (e dei ragazzi) per casta e branco comunque c’e’ anche da noi a sud. A palermo fino a un po’ d’anni fa vedevi ragazze dai 15 ai 17/18 anni stare in prossimità del tempietto di piazza politeama.

C’erano i medio borghesi, figli di commercianti, insegnanti, pensionati. C’erano i fighetti, figli di costruttori, avvocati e professionisti. C’erano i piccolo borghesi con contesti familiari comunque benestanti. Poi c’erano i poveri che venivano dallo zen, dal brancaccio, da baida, da borgovecchio, da borgonuovo, da bonagia.

Molti disconoscevano la scuola e altri andavano nei vari licei. Qualche volta si intrufolava qualcun@ dell’università. Le ragazze studiavano tutte.

Le situazioni familiari di provenienza erano differenti. C’erano contesti in cui i genitori litigavano, quelli in cui erano assenti o divorziati. Il dialetto non era utilizzatissimo.

Le categorie di riconoscimento variavano dagli "sfasciati" agli "emulatori". 

Gli "sfasciati" sarebbero quelli che costituivano un ceppo trasgressivo fatto di metallari, rappusi, skater, hardcore, punkabbestia, frikkettoni. Nel linguaggio degli sfasciati contava l’aggaddu (la lite).

I "gargioni" sarebbero i tasci pesanti, tamarri brutti, che non parlano italiano, usavano un linguaggio strascicato, pensavano di essere vestiti bene e dovevano adeguarsi a conversioni o andarsene.

Gli "scrausi" sarebbero quelli finti. Il ragazzino ultimo arrivato che vestiva da sfasciato ma non interpretava la filosofia dello sfasciato. Dopo un po’ venivano accettati. "Tutti siamo stati scrausi all’inizio" mi disse una volta una bella persona che mi spiegò molto seriamente ma anche con tanta autoironia il fenomeno.

I "fighetti" si caratterizzavano per il suffisso "ini". L’apoteosi del fighettume era rappresentato da chi portava la scarpa Prada. Sarebbero figli di ricchi che vestivano di marca e sfoggiavano ricchezza. Fondamentale la loro caratteristica linguistica. Parlavano con la "u" finale. Esempio: prontciu, pronuncia "pronziu" (invece che "pronto"). Una frase tipica poteva essere: "ci sono rimastu troppiu malu" (la loro tragedia più grande si svolgeva quando restavano senza soldi). Altra frase tipica: "mi si vede la panciu? (pancia scoperta e petto in fuori) No perchè ieri sera ho mangiato il paniu. Ora sono gonfiatiu. Si vede che sono gonfiu? Non ridere perchè per me è importanciu."

Questa categoria sociale teneva all’aspetto e spesso le ragazze vomitavano per anoressia e bulimia o facevano molta ginnastica per compensare (forse sollecitate da qualche programma televisivo come l’attuale Academy che detta regole di adeguatezza fisica femminile sulla tivu’ pubblica). Un po’ truzze alla maniera sicula.

I "rappusi" erano quelli che si vestivano e che seguivano la cultura rap e hip hop, per quanto alla fine non ne capissero un tubo. Molti di loro non ascoltavano quel genere di musica ma ascoltavano cross/over (nu metal) e altre cose. Nel vestire si portavano dietro la cultura dei pantaloni smessi dai fratelli grandi che in soldoni significa che la cintura arrivava alle ginocchia e che andavano in giro a culo scoperto (rivestito di mutande ben visibili).

I "dark" sarebbero quelli che per emulazione e trasgressione si vestivano seguendo la cultura del gotico. Per loro era una moda. Crocifissi capovolti, simboli dell’anticristo, stelle a cinque punte al contrario (con la punta verso il basso), ornamenti gotici vari, abbigliamento solo nero, aria truce o ridicola. C’era un’altra categoria di "dark" che impersonava un soggetto senza simboli gotici e satanisti. Finchè c’era bisogno di mantenere un certo tipo di aspetto comunque vestivano in un modo preciso. Dovevano infatti provare a spaventare gli altri e nascondere le proprie insicurezze. Incutere timore per paura della gente.

I "punk" indossavano jeans stretti, borchie ovunque. Il gruppo racchiudeva qualunque ceto sociale. La sottocategoria era di "spasciato normale". Ci tenevano a precisare che non c’era nessuna affinità politica con la corrente punk da green day (uno gruppo musicale). Erano perciò in grande contrasto con l’idolo punk delle ragazzine e della gente terra terra.

I "metallari" erano tipi dai capelli lunghi che indossavano magliette raffiguranti gruppi metal. Il loro linguaggio si componeva di versacci sguaiati, da rasentare il vomito. Abbigliamento riassumibile in pantaloni neri, catene e giacche di pelle.

Gli "hard core" erano la estremizzazione del punk senza vivere per strada. In realtà il loro stile si distingueva solo per l’abbigliamento.

I "punkabbestia": stesso abbigliamento degli hard core. Persa per sempre la caratura politica dei soggetti generalmente restavano semplicemente sporchi, ubriachi, scrocconi, con molti pearcing e tatuaggi, accompagnati da tanti cani.

Gli "emulatori" seguivano l’idolo del momento imitando il  loro stile. In quel periodo andavano di moda le emule di avril lavigne. Erano uguali in tutto.

I vari gruppi transitavano per quei luoghi e qualche volta capitava che si scontrassero in veri e propri "aggaddi". Scontri verbali, fisici. C’erano regole precise. Donne contro altre donne che commettevano l’errore di "inquietare" il fidanzato di un’altra. Donne assieme ad altre donne contro uomini che le avevano molestate. Donne contro donne che si massacravano senza che vi fosse nessuno a fermarle. Anzi c’era chi incitava allo scontro. Una regola diceva che se c’era una lite tra donne gli uomini non potevano intervenire. Se invece c’era di mezzo un uomo allora potevano. Quando una donna veniva picchiata (da un uomo) capitava che vi fosse una specie di richiesta di protezione. La fratellanza era una sorta di cameratismo paternalista che difendeva le proprie donne.

Branchi, per l’appunto.

Perciò truzza o non truzza, nulla di nuovo sotto questo sole. A questo punto sarei davvero curiosa di sapere come sono i signori truzzi. 

Posted in Narrazioni: Assaggi, Pensatoio, Racconti Palermitani.


5 Responses

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  1. Truzza says

    è uscita la CANZONE UFFICIALE!
    http://www.youtube.com/watch?v=bXdSYxDW5Hk

    ed ecco il VIDEO UFFICIALE!
    http://www.youtube.com/watch?v=YbM_lGI7C98

  2. kieppa says

    ma chi la sciolta??

    mammammama mia……..

  3. Zillah says

    Io spererei solo che almeno qualche adolescente sfuggisse alla logica dei branchi, qualunque sia il branco in questione. Ne sto sperimentando gli effetti, in questi giorni…

  4. Valerio says

    Ma siamo sicuri che non sia solo stupida?
    Oppure che non sia una raffinata presa per il culo (si può dire culo su NoBlogs?) (ooops, l’ho ridetto!!!) della teenager cresciuta ad MTV, Lucignolo e Avril Lavigne?

    P.S. Citazione che potrebbe far instaurare una discussione interessante fra voi e il doKtor Fastidio: Non vi ricorda Laura Panerai?

  5. lameduck says

    Spararsi?
    Molto meglio correre a farsi sterilizzare e farsi consegnare le ovaie da tenere sul comò in un vasetto di formalina.

    Tra le varie specie di intruppati tennagers ora pare vadano molto gli “emo”, quelli vestiti di nero, depressi un casino.