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Gli zombi e il respingimento

Zombi è il famoso film di Romero degli anni ’70. Descriveva una vera e propria situazione di "respingimento" divertendosi a definire i ricchi come dei soggetti terrorizzati dalla fame di poveri cadaveri ambulanti ai quali bastava sparare per toglierseli di torno.

Gli zombi venivano immaginati come soggetti lenti, che faticavano parecchio per arrivare a nutrirsi, e continuavano nonostante gli impedimenti, gli sforzi sovrumani. Avevano un chiodo fisso e lo perseguivano fino a far sentire i ricchi in condizione di assedio.

C’e’ un gioco online – uno tra i tanti – che ispirandosi al film costruisce proprio una dimensione dove c’e’ un signore, proprietario di villa, che è asserragliato dentro la sua casa. Ad ogni fase superata può farla diventare una vera e propria fortezza e ogni zombi ucciso vale una somma di soldi risparmiata che egli può accumulare e utilizzare per innalzare muri e per comprare armi sempre più devastanti.

Il principio che svela il meccanismo del gioco è abbastanza semplice. Ogni zombi ucciso vale a seconda dell’età, del sesso, del ruolo, della funzione sociale. Un bambino vale pochino, un uomo un po’ di più, la donna (chi ha fatto il gioco deve avere una coscienza ironica del gender) ancora di più e va in giro tutta sexy e via via così l’anziano, il soldato di guerriglia, etc etc.

Chi gioca deve mirare e sparare. Semplice. Anzi deve "respingere" gli "attacchi" degli zombi. Vince chi ha protetto la sua fortezza e ha ucciso tutti gli zombi. Perdi se li fai entrare nella casa e fai diventare il proprietario uno di loro.

Cosa ci faccia un signore tutto solo in cima al tetto della sua casa a fare sparatutto su personaggi che pronunciano ad alta voce le parole "friends" (amici) e "hungry" (fame) potete capirlo se considerate quanto poco divertente debba essere per i nostri militari difendere la "fortezza europa" dagli affamati che arrivano in massa a cercare un po’ di futuro anche per loro.

E’ una condizione triste quella di chi "respinge" uomini, donne e bambini affamati, di qualunque razza (giacchè i poveri europei non sono trattati meglio). Per quanto ci sia chi si affatichi a farli apparire minacciosi, come fa la lega nord cui fa da specchio Romero che catarticamente li descrive, si tratta sempre e soltanto di persone affamate.

L’idea del respingimento diventa disumana a partire da questo dato. Si respingono gli attacchi dei nemici. Si ha facoltà di difesa delle frontiere in caso di guerra ma non mi risulta che siamo in guerra contro i poveri (o si?) e non mi pare che loro stiano attaccando l’europa per "conquistarla". 

Si fa una gran confusione tra colonizzatori e colonizzati, tra imperialisti e schiavi. Tra persecutori e vittime.

Le persone che hanno bisogno di aiuto vanno accolte, non respinte. Respingere chi ha bisogno vale il disprezzo, la disistima, di tutti noi.

A me piacerebbe ci fosse un altro Romero che inventasse un’altra storia. Un film con zombi impoveriti dallo sfruttamento delle società occidentali e ricchi egoisti che non vogliono spartire neppure le briciole. Un film dove vi sia una forza di interposizione, una catena umana che impedisca ai ricchi di respingere, sparare, bombardare, riaccompagnare nella tomba i poveri che marciano verso l’illusione di una umanità buona. Una storia semplice, fatta di brave persone, che si oppongono a questo scempio e lo chiamino per quello che è: sterminio di massa. 

Perchè anche se la gente viene mandata a morire lontano da noi sempre di morte si tratta.

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio, Precarietà.