Skip to content


La solitudine delle donne stuprate

Daniela Valentini, assessore regionale del lazio, dopo aver visto la trasmissione di porta a porta (di cui vi abbiamo parlato) nella quale la ragazza protagonista dello stupro di capodanno è stata giudicata e condannata senza difesa e senza appello, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera pubblicata su repubblica. La ragazza, che stringiamo in un abbraccio solidale, ha risposto con una lettera straziante. Copiamo e incolliamo entrambi gli scritti, non per nutrire il pubblico morboso e assetato di sangue, non per legittimare la logica dei processi mediatici, non perchè riteniamo ci sia nulla da dimostrare e soprattutto non perchè riteniamo che per essere credibili in quanto vittime di stupro bisogna fare l’elenco delle ferite. Lo stupro esiste anche dove non c’e’ sangue. La maggior parte delle vittime di stupro e molestia non possono dire di riportare ferite evidenti. Una discussione che ragioni di questo (fuori dai tribunali) non si può basare su questo grandissimo (e voluto) equivoco. In questo modo si agisce esattamente sullo stesso terreno nel quale vogliono portarci quelli che decidono entro quali limiti uno stupro possa definirsi tale. Riportiamo dunque le due lettere per farvi rendere conto di quello che una donna che denuncia uno stupro è costretta a subire in fase processuale e perchè su questo va fatta una battaglia culturale forte.

Caro direttore, ho avuto modo di conoscere e parlare con Claudia –
chiameremo così la ragazza stuprata a Capodanno – e di sentirla
raccontare l’orrore che ha vissuto che l’ha segnata, ferite di cui non
si libererà facilmente né in breve tempo. Ha subito un’operazione
vaginale per la quale sono occorsi molti punti di sutura, ha visto il
suo stupratore uscire di prigione dopo pochi giorni per concessione
degli arresti domiciliari e ora è soggetta a processi in trasmissioni
televisive senza potersi difendere. Ricominciamo dalla prima lettera
dell’alfabeto: chi è la vittima, lei o lo stupratore? A chi viene
imputato il crimine, a lei o allo stupratore? Chi difende la legge
italiana, lei o lo stupratore? Una ragazza di 25 anni, residente in un
paese della provincia romana, festeggia il Capodanno nella capitale e
diventa vittima di un crimine orrendo, cerca di riprendersi, cambia
lavoro, esce dalla sua cittadina, frequenta un centro antiviolenza che
le dà sostegno psicologico e poi tutto ripiomba nel buio. Questo è
successo l’altra mattina, dopo e servizi trasmessi la sera prima.
Claudia è tornata in uno stato di disperazione dalla quale non sappiamo
quando e come ne uscirà. Perchè i violentatori hanno sempre delle mamme
che li difendono e vengono intervistate mentre le madri delle vittime
si vergognano per e insieme alle figlie? Che razza di civiltà è questa?
Dove sono i valori della nostra comunità? Forse è arrivato il momento
di interrogarci tutti insieme, ma anche di dare risposte avanzate. Non
si capisce bene cosa sia successo il 1° gennaio 2009, ma se la ragazza
in qualsiasi circostanza sia avvenuto ha detto " NO BASTA!! ", chi ha
insistito e persistito l’ha violentata, prova ne siano i punti vaginali
che le sono stati necessari, le ecchimosi sul viso e sul corpo, i segni
di strangolamento sul collo. Dove inizia l’autodeterminazione della
donna, o anche quella è reato? Per questo voglio rivolgere un appello a
tutte e soprattutto alle ragazze: noi abbiamo lottato tanto per
affermare la nostra autonomia e libertà e abbiamo pagato tanto, ora
dobbiamo avere la forza di ricominciare da capo non per chiedere
qualcosa a qualcuno ma per affermare che ci siamo, contiamo e non
vogliamo tornare indietro, in barba ai penpensanti che hanno già
colpevolizzato le donne e le ragazze stuprate. Cara Claudia, non è né
una responsabilità propria, né una macchia essere violate, ma è la
società a doversi vergognare di non saper difendere le ragazze che
denunciano le violenze, capace di trasformarle da vittime in carnefici.
Oggi sono in molte a essere solidali con te come lo sono io.



Daniela Valentini. 

Caro direttore, è stato bello leggere la lettera di solidarietà di Daniela Valentini pubblicata da Repubblica. Mi ha fatto sentire meno sola. Lo so che tante donne e tanti uomini mi vogliono bene. Questo mi aiuta ad alleviare la difficile situazione dalla quale molte volte non vedo vie di uscita e di futuro.

Me lo avevano detto che le difese degli stupratori dicono sempre che le donne erano consenzienti o che sono delle provocatrici. Me lo avevano detto che le difese di questi "bravi ragazzi" cercano di far passare il messaggio che in fondo in fondo ogni donna stuprata è una poco di buono. Io non ci credevo, non volevo crederci. Pensavo che non esistessero persone così ciniche e così cattive, e poi, nel mio caso, pensavo, c’e’ la cartella clinica che dimostra la violenza che è stata esercitata contro di me.

Invece è successo anche a me, in una trasmissione televisiva il maschio viene giudicato non colpevole, io consenziente, da sola mi sono provocata i segni di strangolamento, le tumefazioni e le lacerazioni alla mia vagina.

Io ero una ragazza tranquilla, con il mio lavoro e la mia vita. Maledetta la scelta di passare la sera di capodanno a quella festa. Avevo lavorato fino alle ore 22 del 31 dicembre. Finito il mio turno, con un gruppo di amici abbiamo deciso di andare a Roma. Vorrei non esserci mai stata.

Oggi ho paura di tutto. Ho paura di camminare da sola. Ho paura del buio, ho paura del mio futuro. Vai ad una festa, un "bravo ragazzo" ti violenta e da allora cambia la tua vita. Ed il brutto è che cambia anche la vita della tua famiglia. Cara Daniela, lo so che non mi debbo vergognare, ma non è facile. Mi vedo sempre osservata, giudicata, condannata. potrò dimenticare? Potrò ritornare a fare una vita normale? Avevo iniziato, ci stavo provando, e poi quella trasmissione televisiva, quella sentenza senza potermi difendere, mi ha fatto tornare indietro.

Ora ho bisogno di dimenticare. Sono fiduciosa che sarà il vero processo a darmi giustizia. nel frattempo spero di avere un po’ di pace. Forse il silenzio sul mio caso mi potrà aiutare.

>>>^^^<<<

Le violenze degli ultimi giorni, sempre tratte dalla rassegna stampa di ZeroViolenzaDonne.it:

Civitavecchia, un commerciante è stato denunciato per abusi e molestie nei confronti di una ragazza di sedici anni; Bari, l’infermiere accusato di violenza nei confronti di tre pazienti è stato arrestato; Caserta, il titolare dell’impresa di pulizie arrestato per violenza sessuale nei confronti di due dipendenti è stato rimandato ai domiciliari; Lucca, un signore viene processato per violenza su una ragazzina che all’epoca dei fatti aveva 10 anni. Da lì al processo è passato un po’ di tempo (?), inoltre chi scrive la notizia nel giornale di cronaca locale sembra porre la "stranezza" della vicinanza del signore ai familiari della vittima. Come dire: se era una persona conosciuta non può essere vero. Complimenti per lo spiccato acume. Genova, due poliziotti sono stati condannati in appello a sette anni per violenza su tre sex workers dentro il loro distretto dove le donne erano state portate con la scusa di un controllo. In aula la moglie di uno dei due stupratori ha chiesto ai cronisti di non scrivere e non metterli alla gogna perchè starebbero pagando abbastanza. Ci sono donne e donne, le mogli e le puttane. Le mogli (come certe madri) a volte continuano a fare il loro sporco mestiere fino alla fine. 

Posted in Corpi, Omicidi sociali.


7 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. forsenonstotroppobene says

    Gli interventi di Daniela Valentini e Claudia sono stati doverosi, un atto di civiltà e un richiamo alla ragionevolezza. Non a caso stiamo parlando di due donne. Solo loro, a mio avviso, e coloro che hanno subito violenza, hanno la sensibilità di cogliere tutte le sfumature del caso senza tralasciarne una, e quindi la capacità di affrontarlo correttamente e di trovare una soluzione adeguata. Lasciare correre i processi televisivi sessisti non è eticamente accettabile. Vespa dovrebbe ricorrere in sanzioni gravi in un paese civile, ma così non è. Ha ragione Natascia, l’accusa, o meglio le insinuazioni, mosse verso le vittime di stupro sono la manifestazione di una mancanza della società. Appunto, se la società va ripensata, chi la deve ripensare se non noi? Tu credi che tutti gli spettatori di Porta a Porta siano stati in grado di cogliere la prevaricazione compiuta ai danni di Claudia? Una parola netta, su ciò che è bene e ciò che è male, anche se sembrano concetti antidiluviani, è doverosa. Soprattutto per chi è stat* vittima di abuso. Come dice Tina, e come sicuramente saprai anche tu, la violenza distorce la normale capacità di percepire la realtà, se stess*, la società. La soglia di sopportazione si alza, come si alza quella della paura e della diffidenza, creando un mondo ostile e ingovernabile con cui sostanzialmente si ha un rapporto di impotenza e rassegnazione, di accettazione DISTACCATA.
    So che eliminare fisicamente la mela marcia non è la soluzione (anche se, confrontandomi con altre donne, so che potrebbe alleviare il senso di colpa e di sporcizia che la violenza lascia addosso alle vittime), ma ritengo che sia doveroso toglierla dal cesto. Vorrei che fosse CHIARO a tutti che queste persone sono MALATE, e non “per bene”. Il perdono non è possibile senza giustizia. E non credo sia lecito chiederlo. Anche se il loro numero è altissimo, dobbiamo avere il coraggio di GIUDICARE, senza permettere loro di GIUDICARCI (non ne hanno nessun titolo, anzi). Perché non abbiamo il coraggio di testimoniare con forza le nostre ragioni, invece di aspettare di essere scagionat* dalla società?
    Un criterio inequivocabile deve essere scelto, le cose devono essere distinte, come dice Emanuele. E credo che solo le vittime sappiano farlo meglio di tutti gli altri.

  2. Emanuele says

    @ Natascia: Sono io che invidio il tuo ottimismo e la tua fiducia!
    Purtroppo, non lo condivido, e proprio per nulla. Non è bello da dire lo so, ma a quanto ho imparato io, le persone non cambiano. Quando uno fa del male una volta, lo farà ancora, e anche peggio. Non possiamo mettere in carcere mezzo mondo, ma una cosa si può fare: distinguere le cose che possono essere dimenticate da quelle che non possono: per me chi ricade in questa seconda ipotesi non deve avere una seconda possibilità, punto e basta. Se andiamo a cercare nei casi in cui sono stati liberati dei “mostri”, i risultati sono stati tragici (vedi mr. izzo del massacro del circeo).
    Una persona che ruba una macchina commette un errore, non fa del male grave e merita un’altra possibilità. Chi stupra e uccide non merita altre possibilità. Concordo appieno col suggerimento di Luca di mettere un sito con fotografie nome cognome ecc. degli stupratori in circolazione.

    @ Claudia: Posso solo vagamente immaginare quale possa essere il tuo stato d’animo, ma ti voglio chiedere una cosa. Da un lato capisco bene il tuo desiderio di restare “in silenzio”, per smettere di pensare poco alla volta a quello che hai subito.
    Ma d’altra parte, non ti senti salire la rabbia? Intendo, vedendo quel figlio di &%!#* che viene a momenti dipinto come un angioletto, col suo avvocato da strapazzo e la mammina pronti a farne un santino, non pensi che forse ti farebbe stare molto meglio reagire? Perché non provi ad andare tu da Bruno Vespa, perché non lo dici in faccia a tutti di come si è comportato quel rotto in *%& ??
    So che è facile dirlo da parte mia, e non credo che una ragazza che ha passato quello che hai passato tu abbia lontanamente voglia di fare una cosa simile.
    Il fatto è che dovrebbe essere quello stronzo a doversi nascondere, tu invece dovresti andare a testa alta a raccontare come sono andate le cose!
    Aggiungo che mi fanno schifo pure i genitori che hanno il coraggio di difendere in pubblico quegli animali che hanno come figli.
    Scusami lo sfogo, un abbraccio

  3. natascia foresti says

    Personalmente come Persona e Donna che ha subito pesantissime violenze (fisichepsichiche), fin da bambina, tanto che gli specialisti, si sono sempre meravigliati di come fossi riuscita a crescere nella “normalità”, (ammesso che la normalità esista..), da parte soprattutto, di una Persona di sesso maschile, che mi odiava a tal punto, da volermi “annientare”, a tutti i livelli, ma che non c’è riuscito……
    .Vorrei, se posso, lasciare una riflessione: Siete sicurei, che la violenza fisica, la tortura, l’umiliazione, l’annientamento, la ghettizzazione, a volte l’omicidio, di una Persona, che ha commesso certe nefandezze,
    possa RIDARE LA VITA, la SERENITA’, LA GIOIA E LA DIGNITA’ PERDUTA ALLA SUA VITTIMA?
    Io queste domande, come vittima, me le sono poste per almeno trent’anni e sinceramente, invidio molto le vostre sicurezze e certezze incrollabili..
    Mi sono chiesta,…molte volte,.. Non sarà forse, che certi orrori, sono tragicamente il segnale che la società in cui viviamo,
    ( sia da un punto di vista socialereligiosoumanopoliticoetico), vada RIFORMULATARIPENSATARICREATA fin dalle sue fondamenta,
    RISANATA COMPLETAMENTE
    e che queste tragedie, che continuano ad aumentare ogni giorno che passa, siano purtroppo per tutti noi, un allarme, un segnale fortissimo e straziante, per chiamarci in causa tuttei, per coinvolgerci veramente tutti quanti, responsabilizzandoci tutti quanti, su ciò che ci accade intorno?
    Perchè credetemi, parlo anche come ex volontaria di SOS Donna, se cominciamo a punire, (segregare, uccidere, torturare, ..), invece che a CURARE, con mezzi e terapisti idonei, ( difendendo naturalmente, contemporaneamente, tutte le categorie DI PERSONE più deboli ed esposte, per cui però, stranamente, fino ad oggi nella nostra evolutissima società non si trovano mai i FONDI ECONOMICI necessari),
    tutte le Persone di sesso maschile E NON, malate e ripiene di odio per il Femminile,
    che ci circondano,
    che compongono le nostre famiglie, i contesti dove lavoriamo, i luoghi politici e di associazione, per non parlare poi dei luoghi di culto religiosi!!!,
    Bè a mio modestissimo parere, in circolazione non rimarrà tanta Gente..su questa Terra a farci compagnia…..
    Scusate la lunghezza del commento, .
    (Se è possibile, se non chiedo troppo, gradirei una risposta meditata
    però,…grazie mille…).Natascia.

  4. tina says

    La violenza sessuale o stupro verso le donne, i bambini, diversamente abili, gay, lesbiche, transessuali, è una cultura di genere ignobile, prevaricatrice, di seconda mano.
    Ma cos’ è in realtà questo fenomeno culturale?
    L’ analisi ha strade molteplici più o meno condivisibili, discutibili, personalistiche, quindi dobbiamo soffermarci gioco forza sulla cultura che ogni individuo ha verso il proprio prossimo.
    Io mi voglio soffermare su di un solo argomento, la educazione dei nostri figli.
    Direte voi cosa c’entra? Centra eccome e vi faccio un semplice esempio dal mio vissuto.
    La sottoscritta presa in adozione alla età di sei anni da un fratello di mio padre e la moglie, conviventi alla sorella della moglie, il marito e la madre delle stesse, si ritrova catapultata in una famiglia della quale subisce nuove abitudini di vita e sociale.
    Fino a qui, direte voi , quanti bambini hanno vissuto i famiglie non proprie?
    Bè, vi potrei rispondere che visto dal fuori non c’è nulla da eccepire, la famiglia, questa parolona grossa, in verità è colei che ti cresce.
    A questo punto però, se nella nuova famiglia, questa parolona grossa, si nasconde un mostro?
    Che c’è vi siete ammutoliti?
    Dicevo, se si nasconde un mostro?
    Eh! direte voi, la cosa cambia, ma cambia in che cosa?
    Cambia per me (la bambina), che subisco continui ricatti, tipo se non mi fai toccare non ti dò una certa cosa, oppure mentre dormiva prendeva la mia mano e la portava sul suo pene e si masturbava, oppure mi portava in luoghi isolati e mi faceva educazione sessuale(la sua), oppure mi portava a teatro a vedere il varietà e mentre lo spettacolo viveva la sua ilarità io (la bambina) era costretta a stare con le mani sotto il cappotto del mostro.
    Io (la bambina) che vivevo questa forzatura alla età di dodici anni mi ribello, mi prendo un sacco di botte e scappo dalla zia(cognata dello zio), la quale capito tutto mi difende e mi ritira nella sua casa.
    E i miei genitori che dicono? NIENTE!!!
    La loro cultura(non dico economicamente)non gli permette di analizzare i fatti e mi fanno rimanere con la famiglia secondaria.
    Come pensate che io (bambina) abbia continuato la mia strada della adolescenza?
    Ve lo dico io, sono vissuta con la paura e la travisazione del bene e del male, convinta che tutto ciò che mi capitava era il mio destino.
    Sapete cosa mi ha salvato dal baratro? LA RIBELLIONE E IL SENSO DELLA SOPRAVVIVENZA, i quali mi hanno portata ad innamorarmi dell’ uomo sbagliato, divenuto poi ex marito, ha desiderare un figlio tutto mio, e alla continua ricerca del mio essere.
    Da questa storia l’ unica cosa bella per me è mio figlio, lo cresciuto con costante vigilanza e sotto il profilo della felicità e del rispetto del suo mondo circostante, anche se nel mio cuore c’ era la morte.
    Io non mi pento di avere cresciuto mio figlio senza l’ odio per il suo prossimo, ad avere rispetto dei suoi simili, ad avere rispetto delle donne, degli anziani, dei diversamente abili, dei gay, transessuali, lesbiche.
    Ecco che mi riallaccio alla frase precedente, LA EDUCAZIONE DEI FIGLI.
    Io nonostante la esperienza negativa della mia infanzia e adolescenza ho cercato di educare mio figlio alla insegna del rispetto altrui, magari a volte in toni poco gradevoli, ma comunque con la vigilanza del suo crescere in mezzo alla società, senza aspettare che lo facesse un’ altro al posto mio.
    Sono convinta che il dovere di ogni genitore al di là del suo impegno lavorativo (che abbiamo tutti) sia quello di vigilare gli spostamenti dei figli nella età adolescenziale, facendogli fare le loro esperienze, ma con l’ occhio sempre vigile.
    Le mamme sono le prime educatrici e loro solo loro debbono avere il dovere morale di educarli ad una nuova dimensione del pensiero verso la donna o quanto meno a rispettare la autodeterminazione legittima della donna.
    Bene mi auguro che dalla mia storia e con ill mio amore, mio figlio porti con sè il bagaglio della sua sensibilità verso coloro che sono e che saranno le donne di domani, le persone deboli e le persone con orientamento sessuale diverso dagli etero.

  5. wonderely says

    Mi sono messa a piangere quando ho letto le lettere.
    Grazie per averle pubblicate.
    Se non vi scoccia vorrei pubblicare il vostro post sul mio blog.
    Un abbraccio a tutte e grazie di nuovo.

  6. luca says

    sono un uomo ma sono d’accordo con la ragazza stuprata e’ un vero schifo e certe trasmissioni andrebbero cancellate definitivamente dal palinsesto e agli stupratori, ai pedofili e agli stupratori pedofili andrebbe praticata l’evirazione meccanica e i loro nomi andrebbero diffusi a tutti in apposite liste come succede in certi stati dell’america perchè tutti devono con sapere che razza di persone hanno a che fare. a volte mi vergogno di essere un essere umano per quello che succede. scusate per lo sfogo ma ci voleva.
    luca

Continuing the Discussion

  1. Universo Femminile linked to this post on Marzo 29, 2009

    Consiglio a tutti la lettura di questo post, che è la continuazione del precedente (è tratto da Femminismo a Sud). La solitudine delle donne stuprate Daniela Valentini, assessore regionale del lazio, dopo aver visto la trasmissione di por