Prendetelo come un esercizio di scrittura ma a me questi articoli sulle conclusioni dei ricercatori inglesi stimolano delle battute impronunciabili. E’ ancora il corriere che consegna ad un signore un po’ "antico", qualunque età egli abbia, il compito di rastrellare il rastrellabile alla ricerca di news con le quali riempire qualche centimetro di giornale online. Egli e la redazione con la quale collabora, forse abbastanza disperati, ligi al dovere, reperiscono notizie dagli annunci di una setta di scienziati anziani che paragonati a loro, i comitati per la salvaguardia degli abitanti di saturno, sono quanto di più razionale possa esistere.
Dopo averci riso su un bel po’ però torno a riflettere sulla forte caratterizzazione moralista dell’articolo che in fondo ruota sempre attorno allo stesso concetto: le donne che la danno via con facilità sono delle gran pulle. Qui potete leggere cosa significa. Se qualcuno vi chiama "pulla" per strada o in qualunque posto vi capiti vi raccomando di non esser timide e di ricambiare con parole pacate e il vostro solito savoir fair. Siate signore, insomma. Vi suggerisco dunque una serie di risposte tipo: jecca sangu, ti siccassi u cori, t’avissiru a spremmiri u cirivieddu, chi ti scoppiassi a vina centrale ra centralina ro cuori, a gghiccari na piscina ri sangu e mi c’haia fari i tuffi, a gghiccari sangu ra vina mastra ra tavula ro piettu, t’ha scoppiari na pompetta ru stomaco, a gghiccari sangu ru cuori fino a inchiri ‘u sculapasta e per gentile suggerimento di Empuse anche: a ghiccari sangu a fruciuna ri piari (devi buttare sangue a copiosi fiotti dai piedi), ti siccassiru i aggi (ti seccassero le cannarozza, le corde vocali) e ‘a ghiccari vilianu (devi buttare veleno). Se ne volete suggerire altre, possibilmente non omofobiche, che non facciano riferimento alla professione della madre, ma che denotino questa peculiare e scientifica conoscenza dell’anatomia, scrivete pure tra i commenti. Comunicheremo poi ad Oxford i risultati della nostra ricerca.
Tornando all’articolo, dice: "Chi è alla ricerca del compagno giusto non deve mai andare a letto con il partner al primo appuntamento. […] una delle chiavi per trovare l’uomo giusto è infatti «il prolungamento
del corteggiamento» e soprattutto rifiutare di avere rapporti sessuali
con il proprio compagno dopo la prima serata passata assieme".
Punto primo, non è vero che tutte le donne cercano "il compagno giusto". Ci sono quelle che cercano una compagnA giustA ma anche qualunque essere umano non-giusto/a ove la giustezza non sta certamente a significare la buona riuscita di una relazione. Punto secondo, quel "non deve" seguito da tutta la restante montagna di banalità, è giustificativo di eventuali stupri e sfortune varie. Implicitamente dice: "se vai a letto con l’uomo *sbagliato* la prima volta che lo vedi e quello è uno stronzo che ti stupra, picchia, fa il culo a pezzetti, ti lascia incinta e ti costringe a chiuderti in convento per nascondere la gravidanza (?), ti lascia incinta e poi non ti sposa, ti lascia incinta e ti fa partorire un figlio illegittimo che all’anagrafe sarà segnato come nn, sono cazzi tuoi. te la sei cercata". Punto terzo, a Palermo quando una la fa odorare (ciarare o sciavurare) e non la da’ (se la rifardìa), prolungando l’attesa o addirittura protraendola all’infinito, ha un nome preciso: profumiera. E a prescindere dall’accezione negativa che può essere attribuita in chiave maschile, da parte di chi ti insulta se non gliela dai e poi ti insulta ancora se gliela dai troppo presto, penso che il termine rappresenti bene la categoria ipocrita delle donne che sposano quel metodo.
Ovvio che ciascuna può fare quello che vuole e ancora più ovvio che nessuno può far sentire in colpa una donna per le scelte che fa. L’unica regola seria è la consensualità, sempre, e l’uso di contraccettivi, preservativi per non avere gravidanze indesiderate e per non rischiare di beccarsi malattie di vario tipo. Per il mondo però noi siamo sempre colpevoli. Lo ricordavo appena ieri: dalle mie parti quando i masculiddi volevano farti un pezzettino di culo, stricarti il panno nei luoghi sbagliati, prima ti adulavano e poi se non ci stavi ti dicevano "mi hai deluso" "mi aspettavo qualcosa di più da te" "ti pensavo diversa". Questa era un’altra strategia giocata in chiave psicologica fatta di ricatti e pressioni, che si risolveva poi comunque nel fatto che le ragazze sempre pulle erano. Pulle, profumiere, deludenti, ragazze serie (quelle che non ridono mai, disse una gran donna). La quadriplice simbolica attorno alla quale si muove tutta la scia di delitti sociali ai danni delle donne siciliane (e non solo).
Ancora: "Gli studiosi hanno usato un modello matematico per dimostrare che gli
uomini sinceri e affidabili sono pronti ad aspettare anche molto tempo
prima di fare sesso con la propria compagna. «Se la donna fa in modo
che i tempi del corteggiamento siano prolungati, avrà meno possibilità
di incontrare l’uomo sbagliato». […] «La disponibilità di un uomo a corteggiare a lungo è un chiaro segno
che siamo di fronte a una brava persona. Un lungo corteggiamento è il
prezzo che si deve pagare per fare in modo che la relazione che si sta
costruendo sia lunga e salda per entrambi»."
Ecco, qui siamo al ridicolo. Il modello matematico usato come schema per vedere il grado di affidabilità degli uomini è veramente una eccellente dimostrazione dello spreco delle nostre risorse mentali. La costruzione del mito dell’uomo rispettoso dei desideri della propria donna sulla base del sacrificio che egli compie rinunciando ad avere rapporti sessuali è una cosa derivante da una cultura bacchettona ben visibile in tanta cinematografia americana degli anni cinquanta. La stessa cultura che metteva nelle bocche maschili frasi del tipo "sono andato a letto con un’altra donna, una sgualdrina, solo perchè ti rispetto troppo".
Negli ultimi vent’anni si è giocato molto a rieditare questo bel campione di puritani codici comportamentali. Le donne oggetto, per professione e per scelta, che vediamo in televisione sono sempre rappresentative di una generazione che esibisce la verginità, piuttosto che la propria fede cattolica o il proprio desiderio di diventare caste mogli e madri di almeno quattro figli. Salvo poi rinchiuderle in una gabbia di vetro, come fanno nella trasmissione Acquarius su Gxt, per tradurre la televisione interattiva in uno strumento che fa passare per partecipazione la possibilità di clikkare su un tasto verde due volte per vedere meglio le cosce di alessia o per rivedere l’inquadratura delle tette di francesca.
Tale modello si rivela perverso e incredibilmente sessista anche per gli uomini, cui viene negato un orientamento diverso da quello eterosessuale, che vengono istruiti con tanti "si deve", come quelli descritti sopra, per avere garanzia di riuscita di quella che spontaneamente potrebbe voler essere una semplice trombata. Insegnare l’ipocrisia agli uomini è quello che francamente ammazza di più la possibilità di costruzione di una società differente. Oltretutto: chi l’ha detto a questo vecchio docente inglese che le donne aspirano a lunghi corteggiamenti, a fare pagare prezzi (ma quali prezzi?) per dargliela con più gioia? Se prezzo deve essere allora che ci si lasci il diritto di scegliere da noi le forme di pagamento. E non chiamateci irriconoscenti. Siamo solo un tantino stufe di questa montagna di scemenze che ci sommerge senza mai cessare.
L’articolo così conclude, e qui concede persino il beneficio del dubbio: "Naturalmente non è detto che questa tattica funzioni sempre. […] «Il problema principale per la donna è proteggersi dagli uomini
sbagliati e la strategia del lungo corteggiamento può seriamente
aiutarla. Infatti tutti gli uomini vorrebbero andare a letto subito con
la partner, ma i bravi uomini sono i soli pronti a pagare il costo di
un lungo corteggiamento. Questa strategia è un compromesso, tuttavia la
donna continua a correre il rischio di incontrare un tipo di uomo
sbagliato. La possibilità di trovare un cattivo partner c’è sempre
anche se si decide di non andare a letto con lui subito».
Quest’ultimo paragrafo di per se’ conferma e annulla i precedenti. Da un lato rafforza le motivazioni della ricerca e dall’altro ammette che il metodo "scientifico" suggerito non funziona sempre. Per fortuna che anche loro si rendono conto ogni tanto di dire panzane in quantità. Volendo destabilizzare qualche certezza concludo anch’io con delle affermazioni che già so vi turberanno molto.
Alle donne che conosco io, vi giuro che sono tante, non importa proprio per niente di incontrare "l’uomo giusto". Non vanno alla ricerca del partner da matrimonio e non sarebbero felici di essere strattonate da uomini ipocriti che nascondono imbarazzi, imbranataggine e moralismo dietro il loro sbandierato presunto rispetto. Le donne che conosco non hanno relazioni stabilite sulla base di un calcolo di probabilità matematico e provano il più possibile a non normalizzare con regole e regolucce il proprio desiderio. Sensualità, passione, spontaneità sono cose sacrosante. Se c’e’ voglia reciproca di fare sesso non esiste una regola. Lo si può fare prima, durante, dopo il primo appuntamento. Può anche non esserci un appuntamento.
Può capitare che si ha voglia di fare l’amore con una persona incontrata cinque minuti prima. Nessuna paura, nessuna regola di buon comportamento e soprattutto nessun ricatto morale. Possiamo fare sesso come e con chi ci pare. Abbiamo il diritto di desiderare e di ripensarci. Avere rapporti sessuali al "primo" appuntamento, come dicono gli esimi scienziati, non significa che siamo puttane e non significa che gli uomini sono giustificati nel caso in cui ci stuprano. Noi, voi possiamo e potete fare quello che volete. Purchè vi piaccia, purchè state bene, purchè è quello che voi desiderate, tutto va bene, in qualunque modo e in qualunque luogo. I copioni dittatoriali, stabiliti da una scienziatocrazia del medioevo funzionale a chi compie la moralizzazione delle nostre vite, non ci servono. Anzi personalmente diffido molto di quelli che programmano la propria vita sessuale. L’amore si fa quando se ne ha voglia, posto che entrambe le parti sono d’accordo.
Se non capisco quanto e come sia sessualmente compatibile quella tal persona, perchè dovrei perdere tempo con un secondo appuntamento? Universalizzatemi questa opinione. Quanti questionari devo far riempire perchè in sede accademica questa affermazione sia considerata attendibile?
Un po’ di informazioni utili per le categorie meno informate, gli/le adolescenti, e per gli/le adulte che volessero fare un ripassino:
Un contributo su sessualità e adolescenti; contraccettivi e prevenzione – vademecum per adolescenti; opuscolo palermitano su sessualità e contraccezione; i consultori a Palermo; un opuscolo torinese su contraccezione e sessualità; tutto per sapere cosa fare per l’ivg; alcuni manuali di autodifesa nel caso in cui incontrate qualcuno che ha voglia di farvi male.
—>>>L’immagine sopra fa parte di una campagna di sensibilizzazione contro l’aids. Preservativi: mai più senza 🙂
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