da Abbatto i Muri:
No dai, le piddine che vengono a rifarmi il verso su facebook per fare dispettucci e prendersi la rivincita anche no. Fortuna che anche del vostro partito conosco gente molto meglio di così. Siamo adulte e il mio non è l’asilo infantile. Potrete anche aver vinto le elezioni, ma sempre di un risultato da democrazia cristiana si tratta. Contente voi. Andiamo avanti. Oggi non si inaugura la stagione totalitarista del piddismo per cui contro il Pd non si può più neppure immaginare una sola critica. Continueremo a opporre critiche, a ragionare, e a non farci travolgere da questo fenomeno che di fatto sostituisce, nell’immaginario collettivo, il berlusconismo. Renzi è colui che tutto può. Fino a che non si vedrà che non può né più e né meno di quel che hanno potuto i governi precedenti, perché lui è lì per fare leggi che ci lascino in mutande ed è soltanto bravo a rivenderle come se ci stesse facendo un favore. Peccato che non tutt* stanno a Matrix. Perché noi abbiamo preso la pillola rossa. Lo abbiamo fatto molto tempo fa, e non torniamo indietro. Non potremmo, neanche volendo.
Mi dispiace, francamente, e lo dico con chiarezza, perché non salgo culturalmente sul carro dei vincitori, un po’ come si fa in senso clientelare, per dire “ti ho votato” quando so che tu hai stravinto. Mi dispiace perché un’epoca che presenta questi numeri è fatta di rincoglionimento, di un insieme imprevedibile che somma l’esperienza e le risorse di un grande partito di sistema al potere mediatico dell’uomo che tutto può. Questo connubbio mi ricorda cose tristi e triste è l’immagine di una Italia che pensa che abbia vinto la sinistra quando in realtà la destra ha vinto anche da noi. La destra moderata, quella che ha sempre vinto dal dopoguerra in poi, con la sua eterna fabbrica di stereotipi da devolvere a destra a sinistra, dicendo che quelli mangiano i bambini e quegli altri invece sono terroristi e quegli altri ancora sono i nazisti, con tutto il mondo a collaborarli in nome della paura. E che paura a immaginare partiti e movimenti a prendere più voti di costoro, come se loro fossero gli unici detentori della verità assoluta e gli unici con una idea giusta di giustizia. Un po’ come se fossero l’Onu, il Vaticano e il Presidente degli Stati Uniti assieme.
Mi spiace perché stamane leggo di una signora che dice che dovremmo imparare a parlare di elezioni elargendo consapevolezza sui programmi di genere, perché il femminismo, a suo avviso, non è di destra e manco di sinistra. E io mi chiedo cosa faremo ora, in che modo adesso le donne potranno raccontare un altro femminismo che non sia quello alla Snoq che è di supporto al governo, alle donne del Pd, alle unioni trasversali che decidono in nostro nome in senso conservatore. Voglio vedere dove staranno nel Pd quelle che ci spiegheranno perché i cimiteri per i feti, l’antiabortismo, il familismo, il Dio/Patria/Famiglia in salsa piddina, l’esitazione sulle politiche antiomofobia, la maniera in cui si inibisce il dissenso, la sovradeterminazione, il pinkwashing, la vittimizzazione delle donne tirate in ballo solo quando c’è da fare campagne elettorali. Perché anche questo una accanita sostenitrice del Pd ha detto: ovvero che il Pd avrebbe vinto anche grazie al voto delle donne per le tante cose che il governo avrebbe fatto per loro. E io chiedo: ma davvero?
Dopodiché vorrei dire a quell* della Lista Tsipras che devono ringraziare la – mobbizzata e demansionata – Paola Bacchiddu, se qualcun@ ha finalmente capito che esistevate e alle donne non elette, e di questo mi dispiace, vorrei dire che se la propria politica è troppo schiacciata sulle modalità in stile Pd direi che poi, alla resa dei conti, come dimostrano gli scazzi online di questi giorni, la gente sceglie l’originale, cioè il Pd. Per ottenere consenso altrove bisogna smettere di fare le politiche “unitarie” del siamo tutte donne e parteggiamo per le donne, con le quote rosa, e bla bla bla, che sono quelle cose che premiano e infatti sono sollecitate solo dalle donne del Pd. Non funziona. Serve ragionare di differenze, tra donne, conflitti, tra donne, e soprattutto staccarsi dalla maniera moralista di ragionare, di donne, per cui alla fine le uniche legittimate a dirsi “dalla parte delle donne”, dopo aver indotto bisogni e aver culturalmente imposto quali sarebbero le nostre necessità, sono quelle del Pd.
In ogni caso eccolo là lo specchio del paese, quello a cui basta promettere ottanta euro per accodarsi ad un partito che con le sue leggi ti sta spennando, quello in cui si premia un partito che vive di polarizzazioni e demonizzazioni dell’avversario, prima c’era Berlusconi e oggi c’è Grillo. Non potrebbe mai mostrarsi al meglio se non avesse un avversario, il nemico esterno, perfettamente funzionale fintanto che il Pd trasformerà ogni battuta nell’annuncio di una dittatura e ogni starnuto nella dimostrazione del pericolo crescente, e se anche avete molto da dire contro Grillo non potete non dare atto del fatto che il Pd ha una strategia di comunicazione che in generale è orientata a demolire gli avversari temibili facendoli apparire né più e né meno che come criminali (vedi quello che succede coi NoTav). Se la lista Tsipras fosse stata temibile avreste visto il modo in cui il Pd agisce dal punto di vista comunicativo per toglierle consenso. Perché il Pd recita sempre e racconta che senza di loro avverrebbe la catastrofe, senza di loro sarà come la Grecia, sarà come altrove. Invece noi ci teniamo la strategia di questa Italia immobile, che non cambia per nulla, che è piegata ai bisogni per i quali qualcuno prega, pochi lottano, pochi sopravvivono, molti si suicidano.
Questa campagna elettorale è finita, per fortuna, ma la vita continua, e il Pd non è il padrone dell’Italia. Esiste ancora gente che non vi crede e che continuerà ad opporsi a voi. Contateci.