Oggi s’è vista ovunque una rivolta per la riappropriazione di diritti, corpi, territori. I grossi media però non ne hanno parlato. Le femministe, le compagne, i compagni, le persone straordinarie che lottano non vengono mostrate perché va in onda l’ipocrisia e la retorica istituzionale che usa le donne e le vittime di violenza come brand utile ad un marketing che li legittima a continuare a sopravvivere a se stessi. Si parano dietro la pelle delle morte, le ferite, quelle che “il femminicidio non si arresta”, e se gli si ricorda, maledizione, che glielo avevamo detto che la repressione non risolve niente e a vittimizzarci e a farci subire politiche paternaliste ci fanno solo danno, ti dicono che non va bene. Allora l’otto marzo per queste istituzioni di sciacalli che campano anche sulla nostra pelle è l’ulteriore modo di svenderci l’utilità di eserciti, polizia, galere e tutto quello che costituisce la dispendiosa industria del salvataggio.
Nei mondi paralleli e invisibilizzati, invece, donne, uomini, gay, lesbiche, trans, hanno scovato farmacie di obiettori che continuano a non vendere la pillola del giorno dopo, hanno urlato contro policlinici in cui ci sono più obiettori che barelle, hanno lottato contro fascisti che giusto in questo giorno hanno pensato bene di portare in piazza la loro propaganda antiabortista, omofoba e etero/familista, hanno sfidato i poteri che istigano odio per chiunque non sia come te, me, voi, noi, hanno scritto sui muri parole che raccontano che vogliamo reddito, casa, diritti, hanno declinato un #IoDecido in tutte le sue sfumature perché io decido dove andare, se migrante anche dove vivere, decido cosa fare di me, del mio corpo, chi amare, con chi fare sesso, quando e se abortire, decido di pretendere laicità di Stato per i servizi sanitari che hanno il dovere di assistermi e guarirmi, decido di pretendere reddito che mi restituisca qualità della vita e decido di volere casa e di volere anche esistere in una società che non sia fatta d’odio. Decido di mandare via a calci in culo ogni forma di paternalismo e dunque anche quell’interesse propagandistico per le donne che è solo pinkwashing organizzato per togliermi non solo la speranza di un futuro ma per scipparmi anche le lotte.
Oggi le donne, le compagne e i compagni, in molte città d’Italia si sono riprese quelle lotte. In Cile le donne hanno pisciato davanti la sede del servizio nazionale di sicurezza “per le donne”, quello che mentre le vittimizza poi viene usato per scacciare e reprimere la rivolta dei Mapuche. A Istanbul hanno sfidato Erdogan riappropriandosi di piazza Taksim nonostante i divieti. A Londra le sex workers hanno detto no alle politiche repressive attuate contro di loro. A Torino le donne NoTav hanno sfilato in corteo perchè #IoDecido vuol dire anche io decido cosa dovrà essere costruito sul mio territorio, in solidarietà alle persone arrestate. E poi a Bologna dove le compagne hanno targato le farmacie obiettrici, così come fanno anche le torinesi, ricordando che se non ci danno la pillola del giorno dopo in quella farmacia non compriamo niente. Un abbraccio alle compagne di Firenze e a quelle di Palermo che lottano tutti i giorni per diffondere una cultura antisessista, antifascista e antirazzista. Abbracci a chi oggi ha reso visibile la lotta contro l’omofobia, alle compagne di Padova che raccontavano di reddito e libertà di scelta, alle partigiane e ai partigiani d’ogni tipo che hanno risignificato una giornata che deve essere di lotta per la riappropriazione di diritti, corpi e territori e abbracci a quelle che hanno mostrato, finalmente, che il femminismo non ha niente a che fare con quella cosa vuota, borghese, moralista, neocolonialista, filo/istituzionale, fatta di baciapile e gente potente che si inchina di fronte a gente ancora più potente.
Così siamo noi, compagne in lotta, sporche, blasfeme, contro la repressione e ogni galera, a ripopolare le strade che non vogliamo abitate dalle guardie, contro i tutori dentro le mutande che prima dicono di volerci difendere e poi limitano la nostra sessualità e il nostro diritto alla libertà di scelta. Siamo noi, assieme a tanti compagni, sicuri, tutti quanti, che si tratti di una lotta comune, perché l’origine è la stessa, perché le lotte vadano indirizzate contro un sistema capitalista che grazie anche alle moderne socialdemocrazie si appropria delle battaglie identitarie per darti ministre donne, presidenti neri, governatrici lesbiche e responsabili di banche di altre minoranze e nel frattempo ci zittiscono e poi ci mandano militari a imporci Tav, Muos, Inceneritori e muri e recinti e prigioni in ogni dove.
Sono due mondi separati quelli di cui leggete. Quello che vi presentano i grandi media pratica marketing e non fa nulla di diverso rispetto a quello che farebbe qualunque commerciante per vendere di più la sua merce. Poi c’è il mondo altro, quello di chi lotta e resiste, dove la passione la senti a pelle ed è rabbia autentica, amore vero, quello che percepisci in mille note solidali. I primi vorrebbero usarci, fagocitarci, invisibilizzarci e dicono di parlare in nostro nome. E invece no. Sono io che parlo a nome mio. Non sono oggetto di Stato. Non legittimo logiche istituzionali del possesso di corpi e territori. Mi salvo io, risorsa tra le risorse. Mi salvo a modo mio. Assieme alle reti che agiscono autodifesa e intelligenza collettiva. E non è finita qui. Buona lotta a tutt*!
Ps: solidarietà alle donne napoletane per la lotta contro la Mc Donald’s che le ha licenziate. Perché, appunto, se non c’è reddito, che libertà vuoi trovare? QUI report e video della loro lotta.
Un po’ di foto, video e link delle azioni di cui vi ho parlato. Da Firenze, Roma, Padova, Palermo, Venezia, Torino, Germania, Francia…
Documenti, volantini, audio e materiale da leggere e approfondire qui:
Chiacchierata interessante fatta con compagn* di RadiAzione che potete ascoltare a partire dal loro sito.
Video del corteo delle compagne di Padova [Report]
Medea Torino stana gli obiettori QUI
Cronache sparse su quello che è successo oggi sulla pagina di Abbatto i Muri
il comunicato del CSO Pedro sulle azioni di oggi a Padova QUI
Lo scontro a Venezia tra estrema destra e antifascisti QUI
Le azioni delle compagne cilene QUI
Una cronaca della giornata romana via twitt QUI e QUI il video. QUI un report.
Firenze e altre città sono raccontate anche QUI
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