Da Abbatto i Muri:
Un comunicato stampa da Sex Worker Open University (organizzazione in difesa dei diritti dei/delle sex workers). Provo a tradurre.
COMUNICATO STAMPA
SWOU RISPONDE AL SOHO RAIDS
Il 4 dicembre la polizia ha fatto irruzione in 25 locali a Soho (Londra) e ha sfrattato, arrestato e perseguitato i/le sex workers. Hanno preso a calci le porte, chiuso appartamenti adibiti a luoghi di lavoro , hanno preso soldi e oggetti personali, hanno malmenato donne in strada davanti a fotografi e troupe televisive che facevano da testimoni di quella violenza e intimidazione. Presenti media: inclusi Sky News, BBC e l’ Evening Standard. Sembrerebbe che le ” vittime” del sex work debbano essere pubblicamente umiliate, mortificate, sottoposte a pubblica vergogna sui media, al fine di essere adeguatamente salvate dal loro lavoro .
I raid sarebbero stati intrapresi al fine di individuare “beni rubati” e al fine di affrontare la “prostituzione” (nonostante il fatto che la vendita di sesso non sia in realtà un crimine ) per ‘combattere‘ il traffico di esseri umani. Un certo numero di sex workers migranti, molti dei quali hanno vissuto nel Regno Unito per anni, sono stati – ed è devastante – deportati al centro di detenzione dell’UKBA a Heathrow (come il Cie nostrano ndb), e questo nonostante abbiano rassicurato la polizia che non erano arrivate nel paese come vittime di traffico e che svolgevano quel lavoro volontariamente. Ad altre donne è stato imposto di comparire in tribunale la mattina successiva. Le accuse contro di loro non sono ancora note.
La chiusura degli appartamenti, luoghi di lavoro, significherà che le donne avranno perduto la loro rete di sostegno tra pari, e i loro clienti abituali con i quali le sex worker si sentono al sicuro. I/Le sex workers dovranno ora lavorare in luoghi sconosciuti, in cui non è stata fatta alcuna sensibilizzazione e dove non potranno accedere a servizi sanitari, avere garanzia di monitoraggio reciproca, poter essere preparate a denunciare i crimini commessi contro di loro, dovranno restare in clandestinità perché avranno paura di essere forzatamente detenut* o arrestat* perché considerat* “vittime” oppure criminal* .
Quel che è sicuro è che (per vivere) dovranno continuare a lavorare, ma ora potranno farlo da sole o all’aperto, esponendosi a maggiori rischi. Amy, una sex worker attivista di SWOU ha osservato che “se stiamo parlando di ‘ maggior rischio ‘ , la gente deve sapere , e dovrebbe vedere da questi eventi , che coloro che si suppone ‘proteggere’ noi spesso ci espongono ad un rischio ancora maggiore. In questo caso ci hanno sottoposto ad un rischio sia direttamente che indirettamente – direttamente, quando i poliziotti tirano giù le nostre porte a calci, ci trascinano per strada, e facilitano la nostra umiliazione, e indirettamente, quando ci rendono note a coloro i/le quali potrebbero desiderare di considerarci un bersaglio perché non meritevoli della protezione della legge. Gli sbirri ci rendono perciò bersagli due volte “. L’ effetto successivo del raid aumenterà il rischio, la paura , la violenza e l’instabilità per queste donne, e molt* altri* come loro .
” Elisa “, una sex worker migrante, ha detto , “Tutto ciò è spaventoso. Questo gioco si sta diffondendo in tutta Europa ed è sempre più chiaro per me. Assistere ai dibattiti tedeschi (per esempio) rende chiaro che tutto questo è un tentativo di mettere a tacere e emarginare i lavoratori per lo più migranti, in particolare donne, perché se il sex work è stato depenalizzato e il lavoro delle attiviste lo ha reso più sicuro, le donne migranti perciò si autorappresentano e raggiungono un posto nella società che nessuno desidera loro abbiano. Le donne migranti nell’industria del sesso devono solo essere vittime, silenziose, invisibili (anche se per puro sensazionalismo esposte alla pubblica umiliazione da quelli che dicono di volerle salvare), senza permesso di soggiorno e rispedite a casa, nei loro paesi d’origine.”
Cari Mitchell del English Collective of Prostitutes, ha dichiarato: “E ‘scandaloso che la polizia faccia irruzione in locali in cui le donne stanno lavorando insieme in modo sicuro e collettivamente con persone amiche. La polizia deve sapere che come conseguenza alcune donne finiranno per lavorare sulla strada, dove è molto più pericoloso. La maggior parte delle donne costrette a stare per strada sono mamme e nonne che hanno ormai perso la propria vita .”
” Nic ” , una sex worker a Soho , ha detto , “Mi sento così spaventata . Questa è la porta di casa mia. Sarò la prossima? Che la polizia abbia portato la stampa con sé dimostra così tanto mentre noi abbiamo bisogno di un quadro giuridico che riduce, piuttosto che aumentarlo, il potere di polizia su di noi . Chi può guardare a questi eventi e pensare che la polizia stia usando il proprio ruolo rispettosamente, opportunamente e non abusivamente? Questa è la violenza contro le donne, nei confronti della quale i movimenti mainstream di donne si voltano dall’altra parte. Noi abbiamo bisogno di piena depenalizzazione, anche per i nostri clienti e i nostri posti di lavoro, perché quello sarà l’unico contesto giuridico in cui non saremo in balìa di queste tattiche di polizia violente e traumatiche e in cui non saremo a rischio di essere marginalizzate sulla strada per lavorare – . Il lavoro sessuale è lavoro – Noi siamo già unite con i nostri sindacati – Tutto ciò è spaventoso e abbiamo bisogno di solidarietà ” .
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