Da Abbatto i Muri:
La galera non è un auspicio. I securitarismi neppure. Ma la verità di Rosa, stuprata da un militare che doveva portare “sicurezza” a L’Aquila, ora sta scritta su quel maledetto pezzo di carta. Otto anni più risarcimento delle spese con aggravante riconosciuta di crudeltà e sevizie, pena accessoria interdizione perpetua dai pubblici uffici per l’accusato.
Nel corso del processo l’avvocato difensore avrebbe raccontato che “se ti abbassi i pantaloni di tua volontà non c’è violenza“. Poi che: “Noi lo sappiamo una goccia di sangue sulla neve si espande e sembra chissà che” e “ha posto in essere una pratica sessuale che gli è deflagrata in mano…“. Potete leggere altri interventi e cronaca del processo dai Twitt di Fuori Genere.
Che più nessuno dica che se l’è cercata. Che più nessuno dica che “la sicurezza” e i militari sono i migliori amici delle donne. La meglio amica tua sei tu. Che ti salvi da sola. Con gli strumenti che sceglierai e riterrai più opportuni. Nel rispetto della tua autodeterminazione. E non sarai da sola.
Ciao Rosa. Un abbraccio forte.
—>>>Grazie alle compagne di Fuori Genere per il video. Il collettivo Fuori Genere è uno dei tanti che sono stati presenti in tribunale dalle nove alle diciannove di oggi e che più volte ha chiesto di mantenere alta l’attenzione su questo processo.