Da Abbatto i Muri:
268 contro 138 voti e la legge abolizionista sulla penalizzazione dei clienti delle prostitute in Francia è passata. Brinderanno neofondamentalisti e proibizionisti e non brinderanno affatto i/le sex workers che si sono battut* fino alla fine affinché questo non avvenisse.
Ricordo che la ventata proibizionista, “reazionaria e nazionalista”, come l’hanno definita su Le Monde Morgane Merteul, sex worker e militante della Strass, e Rokhaya Diallo, giornalista e scrittrice, arriva da una cultura autoritaria che deriva da una impostazione prima del femminismo radicale formato Usa (Dworkin/McKinnon) e poi dalla Women Lobby europea che si rifà al modello svedese ampiamente contestato dalle sex workers in tutta Europa.
Con i femminismi istituzionali e moralisti alleati ai peggiori paternalismi (accreditati dalle femministe) il vento che spira anche in Italia non è certo dei migliori. Prende sempre più piede nei ragionamenti il “pensiero unico” femministese per cui chiunque, inclusa me, dica il contrario viene insultata o screditata in ogni modo.
Neofondamentalismi (inclusi quelli 2.0 che ti fanno oggetto di linciaggio mediatico per le tue idee e questa è roba da regime) per il bene delle donne si diffondono, dove le donne contano poco, in effetti, ma quel che conta è una idea assoluta di Bene calata dall’alto senza che avvenga mai un riconoscimento dei soggetti, rispetto dell’autodeterminazione delle singole e ascolto delle persone interessate.
Lo avevo benevolmente chiamato Donnismo ma in effetti il termine non basta a definire il livello di autoritarismo di cui questo correntone di femminismo moralista filo/istituzionale egemone si fa portatore.
Quel che propone questo correntone diffuso per l’Europa è ormai pura normatività dell’esser donna.
La norma donnesca presuppone che tutte noi la pensiamo allo stesso modo e si legifera per dettare quel che è giusto nella sessualità consensuale, come e quando dovrà essere usato il corpo delle donne, che genere di relazioni le donne dovranno intraprendere, chi amare, con chi fare sesso, come e perché.
C’erano i preti che una volta ambivano di legiferare su quel che avveniva dentro le nostre mutande. Ora ci sono questi femminismi istituzionali e autoritari che più che del nostro bene si preoccupano di affermare un modello unico di donna al quale vuoi o non vuoi dovrai aderire.
Perciò, care donne, facendo finta che nei matrimoni il sesso sia sempre e comunque uno scambio di fluidi e di piaceri invece che un servizio reso al netto di una transazione economica soddisfacente, diciamo che leggi del genere ordinano l’illusione. D’ora in poi, mia cara, fai sesso solo per amore. Mi raccomando. E fallo nella posizione della missionaria, perché se fai diversamente commetti un gran “peccato”.
Ps: quando leggo che si faranno “stage” contro l’acquisto di atti sessuali diretti a uomini da “rieducare” non posso che pensare che lo scenario immaginato nei racconti della Militante Antiporno non sia poi così lontano dalla realtà.
—>>>Leggi il mio post su Il Fatto Quotidiano: La Francia ordina l’orgasmo politically correct
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