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La prostituzione per alcune è professione libera, stacce!

Da Abbatto i Muri:

Detta_Lalla continua la sua riflessione sul tema Prostituzione e Minorenni. Dopo l’Ode a Concita eccovi una summa di pensieri intelligenti illustrati in tweet.

Premessa: a me non interessa stabilire nei particolari cosa è successo, mi interessa commentare la lettura mainstream sulla prostituzione e capire come funziona il principio transitivo tra critica prostituzione\critica alla libertà sessuale degli e delle adolescenti.

Un po’ seriamente sulla questione baby prostitute, cerchiamo di distinguere le assi della narrazione:

Il frame in cui è inserita la vicenda è quello della promiscuità sessuale, sesso ‘leggero’, problemi famigliari e psicologici disagio economico. Altri elementi sono: l’accesso facile alle tecnologie, l’uso di queste nel gruppo dei pari come strumento emancipazione, bisogno di accettazione.

Altro elemento fondamentale, ripetuto nei titoli è l’assenza della figura paterna di riferimento (quindi mancanza di controllo). La commistione di tutti questi elementi è usata per dipingere un quadro che spieghi come si passa dal sesso adolescenziale alla prostituzione.

Poi: la prostituzione (sesso per soldi) è naturalmente* vista come il Male assoluto. Attenzione: nella narrazione mainstream non si stigmatizza lo sfruttamento della prostituzione, cioè quando un terzo costringe una persona a prostituirsi (e quindi una violenza facilmente riconoscibile), si stigmatizza, invece, e si dà disvalore all’idea del ‘vendersi’, ‘vendere il proprio corpo’ ‘usarlo come mezzo per ottenere qualcosa che si desidera’, anche nel caso in cui questo non derivi da alcuna costrizione specifica, ma sia vissuto dall’interessat* come una scelta.

Il frame ancora più consistente che però viene ignorato è quello che riguarda lo sfruttamento generale del corpo della donna a fini economici e di controllo sociale. Nell’occidente capitalistico e patriarcale l’oggettivazione del corpo e l’ipersessualizzazione sono pilastri dell’economia.

Il corpo femminile è sempre sfruttato da qualcuno per soldi in un modo o nell’altro. Usa il proprio corpo la modella, lo usa il suo manager.

Partendo dal presupposto che il sesso tra adolescenti è sempre esistito e non dipende direttamente da divorzi, degrado di quartiere, internet e che la prostituzione intesa come uso del corpo per ottenere vantaggi economici è asse portante dell’economia, esattamente perché le due ragazze vengono dipinte come mostri inconsapevoli? Perché cadiamo dal pero? A me sembrano più che consapevoli di come va il mondo, e anzi forse ciò che spaventa è il loro aver agito in proprio. L’aver usato i propri corpi fuori dal controllo degli adulti. Non aver aspettato il benestare della società che a 18 anni (ma anche a 16 in alcuni casi) ti dice: ecco ora sei libera di farci sfruttare il tuo corpo.

Ovviamente non sto dando giudizi e non sto entrando nel merito di cosa pensino e chi siano le due ragazze nello specifico e dei perché della loro scelta.

Vorrei solo che squarciassimo il velo del puritanesimo pruriginoso e dei ‘signora mia che tempi’ evitando di dare giudizi morali faciloni perché se come molte mi contestano ‘a 15 anni non sei consapevole’ vorrei ricordare che a 15 anni si può essere modelle professioniste, a 16 si può partecipare a miss italia e ai concorsi di bellezza. Allora come si decide per cosa si è pronte a 15 anni? E chi lo decide?

Il dubbio è che anche questi parametri siano funzionali al sistema in cui viviamo: a 16 anni sei troppo piccola per votare ma sei grande abbastanza per le chiappe in mostra sulle pubblicità. A 16 anni puoi fare sesso ma non puoi dirlo. A 16 anni puoi lavorare ma non essere padrona di ciò che guadagni. Insomma a 16 anni per cosa siamo troppo piccole e per cosa no?

Il lavoro è schiavitu’. La prostituzione per alcune è professione libera, stacce. E molte sono pure femministe e compagne. Fate pace col fatto che molte sex workers non sono schiave ma lo fanno per scelta. Per chi lo fa liberamente non per conto terzi è una professione come un’altra. Non è schiavitù più di quanto non lo sia lavare le scale per due euro all’ora. La schiavitù è lo sfruttamento.

A chi dice che la vita sessuale e sentimentale futura di una ragazzina possa essere condizionata da quella scelta va detto che le ragazze sono sempre condizionate da qualunque cosa. Il punto è se pensi che esistano forme di sessualità e sentimenti buoni e se tutto quello che non rientra nella norma sia devianza. A stigmatizzare la prostituzione, anche tra compagn*, trovi stalinist* fissat* col controllo sociale e la repressione della devianza dalla norma. Il punto non è eliminare prostituzione ma eliminare lo sfruttamento, promuovere sicurezza, sdoganare i prostituti e prostituzione per donne e lgbt…

Eppoi: sta a vedere che ai tempi del capitalismo tossico finanziario il problema è il ‘mercantilismo’ di chi fa la sex worker! mandòcazzovivete?

[Detta_Lalla]

Sulle SexWorkers puoi leggere documenti e risorse sul sito del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute: Lucciole.org. Oppure vai sul sito del network europeo dei e delle sex workers.

Il lavoro sessuale è lavoro-come mostrano in questo video “sex work is real work”.

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Ode a Concita 

L’età del consenso delle “nostre” figlie

Il corpo delle donne si può vendere. Per scelta

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Posted in AntiAutoritarismi, Critica femminista, Precarietà, R-esistenze, Sex work.