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#MileyCyrus: la cattiva ragazza e il sermone di #SinéadO’Connor

da Abbatto i Muri:

Miley Cyrus è la ragazza conosciuta perché interprete di Hannah Montana, sitcom americana di Walt Disney. Dalla parentesi cuore/sole/amore e adolescenze sentimentalmente esportabili in ogni continente deve essere uscita alquanto traumatizzata se si è evoluta fino a diventare questa roba dissacrante (lo dico sempre io che andare dalle suore fa un cattivo effetto). Il video che vedete credo sia l’ultimo in circolazione e mi pare di vedere quello che ho visto in molti altri video di famose star della musica pop in cui vendi un po’ di soft/porno – lo dico senza moralismo e senza pregiudizio per il porno, anzi – e lo rendi un prodotto casalingo che quasi puoi guardare anche in famiglia.

D’altronde, dopo aver fatto sit com per famiglie, mettere in scena soft/porno per famiglie deve essere piuttosto semplice. Sorvolo in ogni caso su altri commenti perché potrebbe davvero sembrare che la giudico male e invece non è affatto così.

A proposito del suo look e del fatto che sembra l’abbia scelta come modello, qualcuno ha paragonato lei a Sinéad O’Connor e dunque Arianna mi segnala questa lettera che la O’Connor scrive alla Cyrus.

Arianna scrive, riferendosi alla lettera:

Solo io lo trovo un capolavoro di condiscendenza e moralismo mascherati da preoccupazione? Con tutte le accuse che si possono muovere a Miley Cyrus in tema di razzismo, perché la gente invece sceglie sempre la sua sessualità libera, come se per una donna bianca essere razzista non sia un problema, purché non sia sessualmente attiva?

L’accusa di razzismo che le è stata fatta deriva da questo suo video.

Scrive Arianna:

In uno dei suoi ultimi video, “We can’t stop”, ci sono dei momenti in cui si esibisce nel twerk, cosa che ha fatto infuriare la comunità nera perché si tratta di appropriazione culturale. Oltretutto, se guardi il video, noterai il modo in cui le donne nere presenti sono trattate come accessori e oggettificate, il che è problematico trattandosi di una ragazza bianca che ha questo atteggiamento nei confronti di altre ragazze nere. (…) Se non sbaglio ho sentito anche delle lamentele per quanto riguarda il mettersi il dente d’oro, considerato anche quello appropriazione culturale. L’appropriazione culturale si basa sul fatto di prendere degli elementi di un’altra cultura e usarli in modo “fashion”, senza conoscerne l’origine e/o il significato. E’ un dibattito aperto e piuttosto acceso tra le blogger americane. (…) Quando una cultura, come quella nera ad esempio, è di minoranza o discriminata, generalmente certe cose vengono guardate con disprezzo; però se arriva una persona bianca ad appropriarsi di certi elementi, senza conoscerli, perché le sembrano fighi, le comunità generalmente si infastidiscono.  L’appropriazione culturale non sta nell’approcciarsi a una nuova cultura, ma nell’usarne elementi importanti senza conoscerli e solo perché fa trend.

Dicevo ad Arianna che non ho un’idea precisa della questione perché la contaminazione culturale a me sembra una cosa positiva e quando io canto blues, soul, gospel, jazz, non mi sto appropriando di culture altrui giacché penso che le culture sono di tutti. Così con i balli. Anche la danza è un linguaggio universale perché è linguaggio del corpo. Diverso sarebbe se indosso simboli di altre culture per svuotarli di significato perché da bianca non posso agire le culture altrui come fossero mie sovradeterminandone il valore, rendendolo funzionale alla vendita di quel che ti propongo, diventando né più e né meno che una colonizzatrice. Dunque si, ripensandoci, credo che Arianna abbia ragione e condivido anche il giudizio sulla lunga lettera della O’Connor.

E’ maternalista, moralista, fa una differenza di valore tra artiste perbene e artiste permale, usa più volte il termine “prostituta” (ti trattano come una…  o il business fa di te una…) quasi che ci fosse bisogno di riportarla sulla retta via le dice che il talento non dovrebbe essere oscurato da esibizioni di quel genere (si riferisce al primo video in cima a questo post dove Miley Cyrus abbatte muri 🙂 ).

E mi sorprende il tono, perché dato l’anticlericalismo della O’Connor non la facevo così in vena di sermoni. In fondo prende a pretesto la questione per impartire una lezione morale. Parla di giovani donne sfruttate dal mercato della discografia, e può anche andare bene, solo che stabilisce a priori che la Cyrus non abbia scelto nulla, che sia una vittima e non una protagonista delle sue azioni. Dà quasi per scontato che se potesse scegliere darebbe fiato alla sua voce ma non esporrebbe il corpo. Proietta sulla Cyrus disagi, forse che ha vissuto lei, senso di costrizione e fa una spietata critica al mercato musicale, quello che vende corpi invece che talento, che sceglie le ragazze per la bellezza estetica e le sfrutta solo per quello, e va bene tutto ma, ripeto, non le viene in mente che questa ragazza in particolare possa volere lei sfruttare l’onda, esibire il corpo e farne un mezzo di guadagno perché così lei ha scelto.

Non le viene in mente che è lei che liberamente decide cosa fare nei suoi video, come se ci fosse sempre un regista occulto, un maschio, quello cattivo, che vende porno al mondo per trarne un guadagno. Ed è reale, certo, di sicuro, per una parte del mercato musicale ma poi sono arrivate le stars della musica pop, le manager di se stesse, quelle che sulla trasgressione e sulla nudità, contro sessuofobie e moralismi, hanno costruito una intera carriera. Madonna è ancora lì a sculettare e sta avviando anche la figlia nella stessa direzione, e sono loro, queste donne, che decidono come, dove e quando spogliarsi, cosa dire, che cosa fare e scelgono i registi, le ballerine, i temi dei loro video musicali.

Non so se è così per la Cyrus ma dalla lettera della O’Connor non traspare neppure un dubbio. Anzi: stabilisce che al business della musica non importa delle artiste, ed è sicuro che ad ogni business non importa dei suoi impiegati, ma infine racconta di un futuro apocalittico fatto di solitudine e delusione. Parla degli uomini, quelli che sessualmente desiderano, quelli che inducono desiderio, gli sfruttatori, perché non danno nulla. Prendono e basta. Invece, dice, che le donne dovrebbero avere cura di se’, essere protette, un po’ salvate da questo mondo pericoloso, perché le figlie non possono essere incoraggiate a camminare nude, perché tanto le renderebbe preda di “animali” e alla stessa stregua di “animali” (sorvolo sullo specismo  di questo passaggio).

Infine si appella a queste giovani fanciulle dichiarando che valgono più del corpo, della sessualità esibita, ché bisogna pensare che la loro gioventù sarà sfruttata e poi saranno buttate via. Parla di cuori innocenti, di non lasciare che il business della musica faccia di queste ragazze delle prostitute perché, dice, a loro non importa di te. Interessano i soldi e a te interessa fare musica (parla di se’?).

Poi spiega che se la Cyrus ha scelto lo stesso look della O’Connor deve sapere che lei lo ha scelto di proposito, proprio perché voleva essere giudicata per il suo talento e non per il suo aspetto. Dichiara felicità per quella scelta e ancora oggi, a 47 anni, quando le artiste che hanno puntato sul corpo sarebbero archiviate, lei invece lavora ancora.

Ancora tanti bla bla di responsabilizzazione sullo sfruttamento di corpo e sessualità delle donne, poi l’attribuzione di una responsabilità per i cattivi segnali offerti alle altre giovani donne (invece Hannah Montana era un buon esempio?), l’invito a riappropriarsi del suo corpo e sottrarlo al business perché, conclude, le donne che lavorano nel settore finiscono per diventare dei modelli e bisogna stare attente ai messaggi che si mandano ad altre donne. Perché le donne sono molto di più che oggetti di desiderio. Etc etc etc etc.

Ma se afferma di essere consapevole del fatto che le artiste sono modelli di riferimento, e che dovranno fare attenzione ai messaggi che veicolano, allora come mai decide di mandare un “messaggio” così terribilmente normativo e giudicante per tutte?

Alla sua lettera comunque (grazie a Paola per la segnalazione) risponde, dal suo blog, Amanda Palmer, protagonista di recente della faccenda della fuga della tetta, che dice, rivolgendosi alla O’Connor:

“che – per quanto in buona fede – probabilmente il suo intervento è stato poco centrato, pur essendo d’accordo sulla natura spietata del music business.
“Ecco dove penso che tu non abbia colto il segno”, spiega a un certo punto Amanda. “Miley, a quanto mi sembra di capire, sta guidando il gioco. Scrive lei il copione e firma gli assegni e anche se penso sia facile immaginarla in una stanza piena di stron*i del management e della casa discografica, non penso che nessuno di loro abbia fatto da regista per il suo piano di diventare una fierissima bomba del sesso che scuote il culo e sta mezza nuda. Credo sia tutta farina del suo sacco”.
Continua: “Il sesso vende. Lo sappiamo tutti. E Miley lo sa meglio di chiunque altro: dondolarti nuda su una palla d’acciaio gigante semplicemente è più vantaggioso che dondolarsi su una palla d’acciaio gigante con tutti i vestiti addosso. Siamo mammiferi. ‘Hey guarda un paio di tette!’. Ed è ancora più affascinante: “Guarda le tette di Hannah Montana!’. Ma niente di tutto ciò significa che Miley stia seguendo le indicazioni di altri. Anzi, mi pare che lei stia disperatamente cercando di scrivere il proprio copione e cerchi di essere davvero presa sul serio (anche se in un modo scherzoso e nuda)”.” [QUI la lettera completa di Amanda Palmer]

Voi che ne pensate?

Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, otro mundo, Pensatoio, R-esistenze.