Da Abbatto i Muri:
Dibattiti roventi dove l’odio non lascia spazio ad una discussione serena.
La proposta di sostituzione delle parole “padre” e “madre” ha ricevuto mille attenzioni. La persona che l’ha fatta, la consigliera Seibezzi, ha ricevuto insulti e perfino minacce. Io avevo fatto una osservazione critica e sono contenta che lei abbia chiarito il fatto che non ci sarà alcuna numerazione accanto alla parola “genitore”.
Non è comunque l’unico dibattito che in questo momento in Italia viene condizionato da segnali di integralismo, estremismo e intolleranza. La maniera in cui gruppi di estrema destra continuano a insultare la Ministra Kyenge ne è la riprova.
E’ la prova di quanto sia impossibile per alcune persone riuscire a coesistere con altri esseri umani e a immaginare che tutti e tutte abbiano pari diritti e doveri. E’ la prova di quanto ancora sia diffuso un pensiero che collude pericolosamente con razzismi e discriminazione di genere al punto tale da motivare la violenza verbale di chi pensa di stare lì a difendere il fortino da assalti vari ed eventuali di stranieri e coppie gay e lesbiche.
Chi insulta la Kyenge insiste in una retorica spesso islamofoba e che troppo spesso coinvolge le donne che dovrebbero essere “salvate” da cattivissimi stranieri. Ed è un discorso funzionale ad alimentare fobie, perché la paura è il mezzo per imporre nuove regole di controllo sociale e anche per distrarre un po’ tutti dalla precarietà e indurre guerre tra poveri.
Chi insulta qualunque persona che parli di diritti per le coppie gay o lesbiche insiste sul fatto che tali diritti costituirebbero un attentato alla famiglia tradizionale. Non si capisce come tale eventualità possa avvenire giacché ampliare la rosa di diritti non li restringe per nessun altro. Di fatto è normativa e restrittiva la regola che solo una specifica tipologia di persone possano accedere a determinati diritti e possono scegliere. Nessuno obbliga le coppie eterosessuali a rinunciare alle proprie tradizioni se lo vogliono, e non si capisce perché si immaginano catastrofi imminenti se si decide che ogni persona sulla faccia della terra può fruire di diritti rispetto ai quali è assurdo si alimentino ancora dei pregiudizi.
Io davvero vorrei capire il perché della paura nel caso in cui migranti e omosessuali siano riconosciuti come soggetti aventi pari dignità e pari diritti di ogni altra persona. Vorrei capire dove sta il problema, al di là dei pretesti che vengono raccontati dimenticando, spesso, che si sta parlando di persone e non di oggetti. Persone circa le quali ancora oggi c’è chi teorizza l’inferiorità, l’obbligo di marginalità.
Il ragionamento di fondo è che non sarebbero uguali. Perché la loro cultura sarebbe incivile. Perché noi si che sappiamo come si vive ottimamente. Infatti abbiamo debellato la violenza, non c’è nessuno che ruba o sfrutta nessun altro. Non so. Io amo la mia città meticcia, dove esistono persone di ogni etnia e io stessa, come immagino molti altri, sono sicuramente frutto dell’incrocio tra mille etnie e culture. Davvero non riesco a vedere il problema e continuo a ritenere che se non siamo liberi tutti nessuno poi è realmente libero.
Poi ci sono le persone omosessuali e anche lì si dice non siano uguali, non possono pretendere di vivere come le coppie etero che sono certamente superiori perché “natura” così vorrebbe. Quel che la “natura” avrebbe stabilito, in termini di giustezza o errore, però a me pare sia “cultura”, ed è una cultura in cui la libertà di scelta viene mortificata con un terrorismo psicologico che ancora oggi, evidentemente, è efficace.
Se le coppie gay avranno gli stessi diritti delle coppie etero dove andremo a finire? Già. E dove andremo a finire? E se un bianco sposa una nera o viceversa dove finiremo? E se un cattolico sposa una buddista che ne sarà di noi? E se un’ebrea convive con un ateo cosa mai succederà? E se una donna convive con un’altra donna c’è certamente il rischio che il palazzo crolli, se poi vivono insieme due uomini allora c’è da raccogliere le firme per espellerli dal condominio.
Davvero, io non capisco. Qualcun@ mi vuole spiegare, con parole semplici, quali sono i rischi del riconoscimento di diritti civili a migranti e gay, lesbiche, trans?