Dall’associazione 21Luglio:
In una lettera inviata al Ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, l’Associazione 21 luglio esprime profonda preoccupazione per un recente progetto di legge sui rom avanzato da due consiglieri della Regione Lombardia. «Norme discriminatorie e lesive della dignità umana», afferma l’Associazione.
Il progetto di legge che ha motivato la lettera al Ministro è il n. 0059 ed è stato presentato lo scorso 23 luglio dai due consiglieri regionali lombardi Riccardo De Corato e Francesco Dotti del gruppo Fratelli d’Italia. Il testo ha per oggetto “Regolamentazione e disciplina degli interventi sulla presenza delle popolazioni nomadi e di etnia tradizionalmente nomade o semi-nomade nel territorio lombardo” e detta norme in materia di alloggio, accesso ai servizi socio-sanitari e accesso educativo scolastico.
Tali norme, secondo l’Associazione 21 luglio, «sono lesive della dignità umana e gravemente discriminatorie nei confronti dei circa 8.500 rom e sinti che vivono in Lombardia».
La proposta legislativa, in più, si basa ancora una volta sull’assunto infondato che identifica gli appartenenti alle comunità rom e sinte come “nomadi” ponendosi quindi in aperto contrasto con la “Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti”, adottata dal Governo italiano in sede europea nel febbraio 2012, secondo cui tali comunità sono da considerarsi «ormai sedentarie».
Sul tema dell’abitare il progetto di legge non prevede per i rom e i sinti lombardi alcuna soluzione abitativa diversa dalle “aree di transito” e dalle “aree di sosta”, sebbene la Strategia Nazionale in maniera ripetuta raccomanda come «è un’esigenza sempre più sentita dalle stesse autorità locali il superamento dei campi Rom, in quanto condizione fisica di isolamento che riduce la possibilità di inclusione sociale ed economica delle comunità rom e sinte».
Anche sul tema dell’accesso ai servizi sociosanitari il progetto di legge lombardo non sembra rispettare i contenuti della Strategia Nazionale la quale rileva la necessità di mettere in pratica «una efficace politica sanitaria in grado di rilevare i bisogni sanitari della popolazione e la reale fruizione delle prestazioni». Il progetto legislativo, infatti, si limita alla predisposizione di verifiche quadrimestrali delle condizioni igienico-sanitarie degli insediamenti.
Per quanto riguarda l’accesso ai servizi scolastici il testo prevede l’introduzione di corsi di educazione civica e la redazione di un report nel quale sia attestata la frequenza scolastica dei minori rom con lo scopo di «evidenziare la vera integrazione di coloro che intendono sottostare alle leggi». Di contro, la Strategia Nazionale afferma che «per promuovere l’inserimento sociale dei minori Rom, Sinti e Camminanti sembra importante sostenere interventi mirati a destrutturare l’etichettamento sociale che ostacola di fatto l’inserimento sociale».
Nella proposta di legge presentata – si legge nella lettera indirizzata dall’Associazione 21 luglio al Ministro Kyenge – «sono ravvisabili elementi discriminatori basati sull’appartenenza etnica dei soggetti destinatari». Essa, inoltre, «intende reiterare un approccio già ampiamente abusato nel passato recente, che ha avuto come esito la creazione di una dimensione abitativa istituzionale parallela riservata a soli rom, tradottasi in molteplici violazioni dei diritti fondamentali di queste comunità».
Secondo l’Associazione 21 luglio, la Strategia Nazionale di Inclusione di Rom, Sinti e Camminanti rappresenta un importante baluardo dei diritti delle comunità rom e sinte in Italia e il suo contenuto non può essere tralasciato dagli amministratori locali. Il superamento dei “campi nomadi” e la ricollocazione dei rom e dei sinti in alloggi adeguati è il primo principio da salvaguardare e nessuna proposta di legge ha la legittimazione di muoversi in direzione diversa.
Una lettera di preoccupazione sul progetto di legge della Regione Lombardia è stata inviata dall’Associazione 21 luglio anche al Punto di Contatto Nazionale per la Strategia Nazionale d’Inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti presso l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR).